Roma, Gualtieri e Rocca riesumano il “Piano Marrazzo” per le nuove case popolari di Trigoria: ok bipartisan al progetto


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Roma sta sbloccando, pezzo dopo pezzo, uno dei capitoli più complicati dell’edilizia pubblica degli anni passati: i Piani di Zona e le case popolari. Dopo i casi Case Rosse, Mercati Generali, etc, con una delibera approvata in Giunta Capitolina il 20 novembre, il Campidoglio ha approvato la vconvenzione urbanistica per un progetto di nuove case popolari a Trigoria, grazie a vecchio finanziamento regionale – approvato in piena “stagione Marrazzo” – e riattivato nel 2024 dalla Giunta Rocca – che assegna a un nuovo costruttore una quota di cubatura residenziale a Trigoria, nell’area di Via Trandafilo.

Tradotto per chi sta a casa: si riattiva un finanziamento pubblico classe 2009 approvato dall’ex Giunta guidata dall’allora governatore Piero Marrazzo (quelli dei bandi regionali per l’edilizia agevolata), grazie a un ok bipartisan prima di Rocca poi di Gualtieri, e si prova a trasformarlo in case popolari vere, dopo anni di passaggi societari, revoche e convenzioni saltate.

Il meccanismo nasce da strumenti regionali che prevedono mutui agevolati e contributi per costruire abitazioni con vincoli e prezzi calmierati: è l’impianto del bando regionale che metteva in campo risorse e regole per far partire interventi di edilizia agevolata/convenzionata.

Perché questa delibera interessa i cittadini (più della politica)

Nel quartiere non conta il “gioco delle carte” tra società: contano case, strade, fogne, verde e servizi. Ed è qui che il provvedimento diventa importante: TrigoriaTrandafilo è un Piano di Zona che ha ancora bisogno di opere di urbanizzazione primaria (strade, reti idrauliche e fognarie, sistemazioni a verde). Roma ha quantificato un quadro economico importante per completare le urbanizzazioni del PdZ B54 Trigoria–Trandafilo, con una parte a carico degli operatori e una parte da incastrare nei meccanismi amministrativi necessari per chiudere finalmente i buchi infrastrutturali.

Detto in maniera brutale: senza urbanizzazioni non si vive. E spesso, nei Piani di Zona, è proprio lì che la macchina si inceppa: cantieri privati che non partono, opere pubbliche che restano indietro, cittadini che pagano il prezzo in qualità della vita.

Il sottotesto politico: Roma “riparte dal passato” perché il presente è stretto

C’è poi un contesto che spiega perché queste operazioni diventano “urgenti”: Roma è ancora legata al nodo del debito pregresso, gestito da una struttura commissariale separata. In questo scenario, ogni euro per infrastrutture e servizi diventa una battaglia di incastri: chi paga cosa, quando e con quali tempi.

Bipartisan vero (ma senza foto di rito)

Politicamente, la storia è curiosa: la Regione Lazio guidata da Francesco Rocca (centrodestra) ha dato il via libera amministrativo a passaggi necessari perché l’intervento ripartisse dopo vari anni di stop. Roma, guidata dal centrosinistra, mette ora il tassello comunale. È il classico caso in cui l’intesa non nasce da un’alleanza, ma dal fatto che se non si sblocca, il quartiere resta incompiuto.

E Gualtieri? Il dettaglio che pesa

C’è infine un elemento politico da non archiviare come nota a piè pagina: Roberto Gualtieri non era presente alla seduta di Giunta del 20 novembre 2025 che ha approvato la delibera (presenti vicesindaco e assessori, con alcuni collegati da remoto). Una scelta che, al netto delle agende, lascia un messaggio: atto “tecnico” sì, ma con ricadute sociali enormi – e quindi altamente politiche.