Roma, Gualtieri inaugura la metro Ottaviano e parla ai turisti in inglese: “No, no, pregh”

“First reaction: shock“. Non serve Matteo Renzi per riassumere la scena, bastano i social. Roberto Gualtieri, sindaco di Roma, presenta al mondo la nuova stazione metro Ottaviano con una frase che ha già fatto il giro di TikTok. Davanti a un gruppo di turisti stranieri, il suo “No, no, pregh” diventa un cult istantaneo, un’incarnazione dell’italiano che prova a fare l’inglese. La rete, ovviamente, non ha perdonato.
“Bello l’accento inglese, ‘No, no, Pregh!'”, è solo uno dei numerosi commenti a riguardo. “British Man”, aggiunge un altro.

A parte l’aneddoto linguistico, il restyling della stazione è una realtà. Dopo decenni di attesa – l’ultima manutenzione degna di nota risale agli anni ’80, quando fu inaugurata – Ottaviano è stata finalmente riportata a nuova vita, con un intervento che ha toccato ogni angolo. Nuove banchine, atrio ristrutturato, biglietterie moderne, bagni autopulenti e persino il restauro dei mosaici artistici. Un trionfo di efficienza? Forse, ma il pubblico romano non è famoso per l’entusiasmo facile.
Ottaviano brilla, ma Roma non è solo Vaticano
L’annuncio della riqualificazione è stato accompagnato da toni trionfalistici: “Abbiamo migliorato efficienza, sicurezza e comfort per tutti”, ha dichiarato Gualtieri, aggiungendo che il progetto si inserisce in un piano più ampio per modernizzare tutta la Metro A. I servoscala sono stati sostituiti con modelli di ultima generazione, adatti anche alle carrozzine elettriche e dotati di seggiolini per chi ha ridotta mobilità. Persino i bagni, spesso oggetto di meme e disperazione, sono stati aggiornati. Insomma, tutto sembra perfetto.
Ma Roma non è fatta solo di Ottaviano. Le altre stazioni aspettano ancora interventi di questo calibro, e i cittadini non lo dimenticano. C’è chi si lamenta delle condizioni disastrose di Piramide o Anagnina, e chi si chiede se questa riqualificazione riuscirà davvero a reggere il flusso giubilare del 2025.
“Ottaviano = Vaticano… Anagnina sembra Chernobyl.. Il ponte di ferro?”, si chiede un utente. “L’Atac oggi mostra 4 sportelli funzionanti, domani saranno 2. Il montascale? Mezza volta e si rompe”, ha commentato un altro.
Tra un “no, no, pregh” e l’altro, Roma guarda e aspetta
Intanto, si parla già del prossimo lotto: 11 stazioni entro il 2025, altre 13 nel 2026. La Città Eterna ce la farà a diventare moderna? Ai romani l’ardua sentenza. Dobbiamo ammetterlo: Gualtieri, con il suo “no, no pregh”, ci ha strappato un sorriso. Ma ora servono interventi seri e duraturi su tutta la rete. I romani (e i turisti) chiedono di più: meno “pregh”, più efficienza.