Roma, guerra ai graffiti, stop ai costi e burocrazia per chi ripulisce i muri

ROMA, MURALES E GRAFFITI SU UN MURO - WWW.7COLLI.IT

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Da anni le scritte, i tag e le firme spray si moltiplicano sui muri dei palazzi, dai vicoli storici fino alle periferie. Facciate un tempo candide oggi sono coperte da nomi, simboli e segni che trasformano i condomìni in tele forzate. Un problema che non riguarda solo l’estetica, ma anche la vivibilità e la sicurezza urbana. Eppure, chi decide di ripristinare il decoro si trova davanti a un ostacolo paradossale: per cancellare le scritte deve pagare una tassa comunale sull’occupazione di suolo pubblico, oltre a districarsi tra moduli, permessi e tempi infiniti. Una burocrazia che scoraggia persino i più determinati.

La proposta: incentivi per chi restituisce bellezza

La nuova misura che il Comune sta valutando promette di cambiare le regole del gioco. L’idea è semplice ma rivoluzionaria: eliminare i costi e semplificare le procedure per chi decide di rimuovere i graffiti dalle facciate private. Attualmente, i residenti devono pagare per ogni metro quadrato di marciapiede occupato dai mezzi e dalle impalcature necessarie alla pulizia, oltre ad attendere settimane – talvolta mesi – per ottenere l’autorizzazione. L’obiettivo è chiaro: trasformare un gesto civico, quello di ripristinare il decoro urbano, da onere economico a scelta premiata. In futuro, quindi, chi decide di ripulire il proprio edificio potrebbe non pagare nulla e ottenere il via libera in tempi rapidissimi.

Un cortocircuito che dura da anni

Il meccanismo attuale è diventato un assurdo amministrativo. Il Comune non può occuparsi delle facciate private, ma nel contempo grava sui cittadini che cercano di farlo a proprie spese.
Risultato: la maggior parte dei palazzi resta imbrattata, perché affrontare la spesa di pulizia – che può superare facilmente i mille euro – scoraggia i condomìni.
In alcuni casi, paradossalmente, si preferisce non rimuovere le scritte per evitare nuove incursioni di writer, dal momento che un muro appena tinteggiato diventa subito un “invito” per le bombolette.
Così, invece di punire i vandali, il sistema penalizza chi tenta di mantenere pulito il proprio spazio.

Decoro urbano come bene comune

La proposta di riforma, che punta a modificare il regolamento sull’occupazione di suolo pubblico, introduce un principio innovativo: il decoro come interesse collettivo.
Non si tratta solo di un gesto estetico, ma di un atto che contribuisce alla sicurezza e alla percezione di ordine nei quartieri.
Restituire dignità ai muri significa ridare valore alle strade, rafforzare il senso di appartenenza e limitare l’effetto emulativo dei vandali.
Per questo, la futura delibera prevede non solo l’esenzione dal pagamento della tassa, ma anche una procedura semplificata, con tempi ridotti per l’autorizzazione ai lavori. Un modo per passare dalle intenzioni ai fatti, liberando i cittadini dai vincoli che finora hanno reso impossibile ogni intervento tempestivo.

Le reazioni: entusiasmo e cautela

La proposta è stata accolta con favore dagli amministratori condominiali, che da anni denunciano la difficoltà di coordinare i residenti su queste spese.
Secondo l’Associazione nazionale degli Amministratori Condominiali e Immobiliari, il provvedimento rappresenterebbe una svolta concreta per migliaia di palazzi, soprattutto nei quartieri più esposti al fenomeno dei graffiti.
Molti condomìni, dopo aver speso cifre ingenti per ridipingere, hanno persino installato telecamere per individuare i responsabili, ma la normativa sulla privacy impedisce di riprendere aree pubbliche.
Una beffa che aggiunge frustrazione a chi cerca solo di difendere il proprio bene.

Tra creatività e resistenza

Nel frattempo, alcuni cittadini hanno trovato soluzioni alternative. A Trastevere, ad esempio, un condominio ha deciso di coprire le pareti con piante rampicanti, dopo aver speso tre volte per ridipingere i muri. Il verde, per ora, è l’unico “scudo” naturale contro le bombolette.
Piccoli esempi di resilienza urbana che mostrano come la voglia di bellezza non si arrenda, anche quando le regole sembrano ostacolarla.
La speranza è che la nuova misura del Comune segni finalmente un cambio di passo: non più cittadini puniti per voler ripulire, ma incentivati a farlo.
Perché una città che si libera dai graffiti abusivi non è solo più decorosa, è più viva, più rispettata, più sua.