Roma, guerriglia all’Esquilino: auto incendiate e scontri con la polizia. 41 agenti feriti (VIDEO)

Manifestazione pro Pal a Roma, non poteva finire peggio. Il corteo, iniziato benissimo, si è concluso con scontri e una vera e propria guerriglia urbana, all’Esquilino, che ha visto il lancio di bombe carta, con l’incendio di due auto. Il bilancio è pesante, con 41 agenti feriti e numerosi arresti. Ma i manifestanti non ci stanno, a essere tacciati di violenza. Non sono loro, ad aver messo a ferro e fuoco il quartiere. E si dissociano da quanto accaduto.
Parlano infatti di infiltrati, di antagonisti che volevano rovinare il clima sereno che si era creato nei giorni precedenti. Ma ecco cosa è successo. Il corteo principale si è svolto in modo ordinato e pacifico, con migliaia di persone che hanno marciato fino a piazza San Giovanni. Solo nel tardo pomeriggio, però, la scena è cambiata: una frangia di circa 200 persone si è staccata dal corteo e ha trasformato l’Esquilino in un terreno di scontro, con cassonetti incendiati, auto date alle fiamme e bottiglie lanciate contro gli agenti.

Gli scontri all’Esquilino
Tutto inizia poco dopo le 18:30, quando un gruppo di circa duecento antagonisti si stacca dal corteo principale, imbocca via Merulana e punta verso il quartiere Esquilino. La polizia prova a chiudere le strade, ma la tensione sale in un attimo. Dietro lo striscione “Blocchiamo tutto”, i manifestanti aggirano la Basilica di Santa Maria Maggiore e iniziano a correre in direzione di via Cavour. Gli agenti rispondono con manganelli e idranti. Alcuni restano feriti. Alla fine saranno 41 i poliziotti che avranno bisogno delle cure mediche. Le prime urla, poi la fuga e infine la confusione: in pochi minuti il quartiere si trasforma in un campo di battaglia.
Quartiere sotto assedio
In piazza si formano due blocchi netti: da una parte le forze dell’ordine, dall’altra gli antagonisti, a cui si uniscono altri gruppi accorsi dopo aver saputo degli scontri. Le immagini raccontano una Roma sotto assedio: barricate improvvisate, vetrine distrutte, fumo ovunque.
Un’auto viene data alle fiamme: è il segnale che scatena il lancio di bottiglie, sassi e petardi contro i poliziotti. Residenti e turisti si chiudono nei bar, nei negozi, negli alberghi della zona, mentre le sirene risuonano per tutta la notte.
Dopo pochi minuti di caos incontrollato, la polizia reagisce. Idranti e lacrimogeni tornano a colpire i gruppi più violenti, costringendoli a disperdersi verso piazza Vittorio, dove la scena si ripete: nuove barricate e cassonetti in fiamme per rallentare l’avanzata degli agenti. Il bilancio è pesante: auto distrutte, vetrine devastate, arredi dei locali ridotti in cenere.
Arresti e identificazioni
Al termine della giornata, la Questura parla di una vera escalation di violenza premeditata. Un gruppo di centinaia di incappucciati avrebbe tentato di raggiungere obiettivi sensibili nel centro storico, ma è stato bloccato tra piazza Santa Maria Maggiore e via Lanza. Sono 262 le persone identificate, molte appartenenti all’area antagonista. Per loro si valuta il deferimento per danneggiamento, adunata sediziosa e resistenza a pubblico ufficiale. Durante le fasi di deflusso, alcuni facinorosi hanno incendiato due auto e diversi cassonetti, continuando a lanciare oggetti contro gli agenti.
Dodici persone sono state fermate e segnalate all’Autorità giudiziaria, mentre la Digos ha acquisito numerosi filmati utili a identificare altri responsabili.
2 arrestati, vengono da fuori Roma
Dopo i primi approfondimenti investigativi, due dei soggetti fermati sono stati arrestati. Entrambi provenienti da altre province. D’intesa con l’Autorità giudiziaria, sono stati tratti in arresto per i reati di violenza e resistenza a Pubblico ufficiale. Fermati nella concomitanza delle azioni poste in essere, che hanno causato turbative dell’ordine e della sicurezza pubblica, una volta fermati, hanno tentato di sottrarsi agli agenti anche scagliando contro di loro componenti dell’arredo urbano, tra cui una sedia.
La loro posizione sarà oggetto di ulteriori approfondimenti investigativi all’esito del vaglio di una straordinaria mole di immagini che la Digos della Questura di Roma sta già acquisendo e che costituirà la piattaforma di lavoro per risalire alle responsabilità di chi ha posto in essere azioni in contrasto con la legge e l’ordine pubblico.