Roma, i costosi cestini ‘Cestò’ del sindaco Gualtieri usati come attrezzi per il workout

Due immagini di Welcome to Favelas, la scena ripresa a Roma, nei pressi della stazione Termini

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Roma, i costosi cestini ‘Cestò’ del sindaco Gualtieri usati come attrezzi per il workout. Nel cuore della Capitale, sotto la monumentale statua di San Giovanni Paolo II nei pressi della stazione Termini, si è consumata una scena surreale che ha fatto rapidamente il giro del web, lancita dal portale on line Welcome to favelas. Un uomo è stato sorpreso mentre utilizzava uno dei nuovi cestini urbani “Cestò” come strumento per il proprio allenamento fisico. A bloccarlo sono intervenuti i Carabinieri, che hanno riportato la situazione alla normalità. Ma il gesto ha riacceso il dibattito su questi contenitori dal costo elevato e dalla funzione ancora oggi oggetto di critiche e polemiche.

I ‘Cestò’ di Roma sotto i riflettori: usati come attrezzi per Workout

I cestini “Cestò” sono stati introdotti dall’amministrazione del sindaco Roberto Gualtieri con l’obiettivo di rinnovare l’arredo urbano e migliorare la gestione dei rifiuti in città. Hanno sostituito i precedenti cestini voluti dalla precedente prima cittadina, Virginia Raggi. I nuovi cestini Cestò hanno però attirato sin da subito l’attenzione per il loro prezzo: circa 1.100 euro l’uno. In totale, il Comune avrebbe speso circa 10 milioni di euro pubblici per il loro acquisto. Una cifra ritenuta eccessiva da molti cittadini e osservatori, soprattutto alla luce delle numerose criticità legate alla pulizia delle strade romane.

Degrado urbano a Roma: i cestini Cestò di Gualtieri sono un fallimento?

Tornando al gesto dell’uomo, che ha utilizzato il cestino come un attrezzo da palestra per flessioni e sollevamenti, non è solo un caso isolato di malcostume, ma un simbolo del degrado che affligge alcune zone della Capitale.

I “Cestò”, nati per rappresentare un salto di qualità nella gestione urbana, vengono spesso danneggiati, spostati o, come in questo caso, utilizzati per scopi completamente estranei alla loro funzione. Il tutto accade in uno dei luoghi più frequentati della città, crocevia per turisti, pendolari e cittadini: la stazione Termini.

Un investimento controverso da 10 milioni per i cittadini di Roma

L’introduzione dei cestiniCestò” ha comportato un investimento economico rilevante da parte del Comune. La promessa era quella di un servizio più efficiente e di una maggiore sostenibilità ambientale. Tuttavia, l’evidente mancanza di vigilanza e il mancato rispetto da parte di alcuni cittadini ne compromettono l’efficacia. L’episodio recente è solo l’ultima dimostrazione di quanto sia difficile conciliare modernizzazione e decoro in una città tanto complessa come Roma.

Sicurezza e sorveglianza insufficienti a Roma

L’intervento dei Carabinieri ha impedito ulteriori danni al cestino, ma l’episodio solleva dubbi sulla reale sorveglianza degli spazi pubblici, soprattutto in aree nevralgiche come le stazioni. La presenza costante delle forze dell’ordine e un controllo più sistematico delle attrezzature urbane appaiono oggi come esigenze fondamentali per tutelare gli investimenti pubblici e garantire il rispetto delle regole. Senza questi strumenti, anche l’oggetto più innovativo rischia di trasformarsi in un bersaglio del degrado.

La sfida del decoro urbano di Roma

L’episodio alla stazione Termini si inserisce in un contesto più ampio, quello del difficile mantenimento del decoro urbano nella Capitale. I cestini “Cestò” rappresentano, nel bene e nel male, un simbolo delle ambizioni di rinnovamento dell’attuale amministrazione, ma anche delle difficoltà pratiche nel realizzarle. Resta ora da capire se il Comune adotterà misure più stringenti per proteggere il patrimonio pubblico e sensibilizzare i cittadini al rispetto degli spazi comuni.