Roma, i lavori nella scuola di via Palenco a Rebibbia non iniziano, il plesso resta occupato

Scuola via Palenco

“Su Palenco, siamo stati pronti a cominciare i lavori. La ditta insieme all’ ufficio tecnico, come per la scuola Filzi era andata a cantierizzare, ma non trovando l’immobile libero, non ha potuto recintare e iniziare (tutto documentabile da protocolli di sopralluoghi e comunicazioni ufficiali)

Anche lì non avremmo perso nessun fondo PNRR, anzi saremmo stati pronti a partire come per Filzi, facendo il nostro lavoro”, a dirlo è la vicepresidente del Municipio IV Annarita Leobruni, ma intanto non c’è pace per il plesso scolastico di via Liberato Palenco che avrebbe dovuto essere ristrutturato con i fondi del Pnrr per 4,3 milioni di euro. Di fatto, i lavori devono ancora partire dal lontano 2022, quando il plesso scolastico di via Liberato Palenco venne chiuso per i lavori di riqualificazione.

la scuola è stata inserita nei progetti ritenuti finanziabili dal Pnrr per la Missione dedicata alla riqualificazione dell’edilizia scolastica, ma la ditta che dovrebbe eseguire i lavori non è ancora riuscita ad aprire il cantiere perché la struttura resta occupata.

La rabbia del Comitato

“Da settembre 2024 sono circa 200 le persone tra adulti e minori in emergenza abitativa. Massima la solidarietà del comitato e del quartiere nei confronti di queste persone, sempre coinvolte nelle iniziative e supportate nei limiti delle nostre possibilità. La soluzione provvisoria all’interno del plesso di via Palenco durante l’inverno, se pur inadatta ai fini abitativi, ci sembrava più umana delle tende nel cortile della Sibilla Aleramo da cui queste persone provenivano”, si legge in un messaggio sui social del Comitato Rebibbia, ma resta la preoccupazione su quello che sarà il futuro della scuola.

“Oggi leggiamo su facebook dalla pagina della vice presidente del municipio IV, Annarita Leobruni, che l’inizio dei lavori nel plesso sta sfumando perché siamo ‘fuori tempo massimo’ considerando che il cantiere dovrà concludersi a giugno 2026. Il cantiere non può iniziare perché nel plesso ci sono adulti e bambini che dopo quasi un anno occupano ancora quello spazio”.

Gli occupanti nel tempo lasceranno in ogni caso il plesso che via via risulta sempre più ammalorato, sempre meno salubre e meno sicuro, ci auguriamo con tutto il cuore che per loro ci saranno proposte di soluzioni abitative degne ma con il passare del tempo per noi, abitanti di Rebibbia, rimarrà solo un cumolo di macerie inutilizzabili per la pubblica utilità! Perché ancora oggi, dopo un anno, nessuno si è reso conto che le condizioni all’interno del plesso non sono idonee né per gli adulti né tantomeno per i bambini considerando anche i gravi problemi all’impianto fognario?”, i chiedono i membri del Comitato Rebibbia.

Colarossi: “Il Comune è fermo”

Il caso ha suscitato l’attenzione anche di politici regionali come Marco Colarossi, consigliere alla Pisana nel gruppo di Forza Italia.

“Parliamo di 4,3 milioni di euro già pronti, ma da un anno l’edificio è occupato abusivamente, impedendo l’avvio dei lavori che dovrebbero concludersi entro dicembre. Siamo evidentemente fuori tempo massimo e quella ristrutturazione, per un edificio ad accertato rischio crollo, rimarrà un sogno. L’amministrazione comunale? Fermo totale.
Nessuna azione concreta, nonostante i nostri appelli e gli avvertimenti formali. Tutto questo è un’offesa ai danni dei cittadini: risorse perse e abbandono del quartiere Rebibbia, privato di un servizio pubblico fondamentale per famiglie e bambini.
Un’occasione storica sprecata, un tradimento per i cittadini e l’ennesima dimostrazione di mancanza di visione per le periferie. D’altronde Gualtieri ci aveva avvisato ‘le periferie fanno schifo’.
Chiederemo spiegazioni di questa vergogna presso tutte le opportune sedi istituzionali” conclude Colarossi.