Roma, i mini-‘abusi’ nel maxi Centro Sportivo vanno rimossi: il Tribunale conferma l’abbattimento del Campidoglio

Roma, andranno rimossi i presunti mini “abusi edilizi” presenti nel maxi Centro Sportivo di Tor Sapienza, su via Giorgio Morandi: così ha deciso il Tribunale Amministrativo Regionale del Lazio che ha dichiarato inammissibile il ricorso presentato (nel 2022) dalla società T.S. 2008. La sentenza porta la data di oggi, 18 agosto 2025. In soldoni, i giudici hanno confermano l’ordine di demolizione delle opere abusive disposto dal Comune di Roma nel 2021. Parliamo di piccoli prefabbricati, qualche spogliatoio e infine di box metallici (contenenti alcuni sotto-servizi idrici) che dovranno, quindi, essere rimossi essendo – per i giudici – privi di un valido titolo edilizio che legittimi la loro presenza.
Roma, una controversia che dura dal 2011 e colpisce Tor Sapienza e il suo Centro Sportivo
Le presunte (che tali rimangono fino a sentenza di ultimo grado) irregolarità risalgono al 2011, quando furono accertate, dal Campidoglio, le opere realizzate in difformità rispetto al progetto approvato dagli Uffici capitolini. All’epoca, il primo cittadino di Roma era Gianni Alemanno. Da allora, sono seguite una serie di perizie e richieste di varianti al progetto. Mai accolte, in modo definitivo, dall’Amministrazione capitolina.

Nel 2014 (sindaco Ignazio Marino, attuale eurodeputato) una richiesta di modifica al progetto ex post presentata dalla società al Campidoglio fu respinta, rendendo di fatto ‘abusive‘ – per il Campidoglio – tutte le ‘piccole‘ strutture aggiuntive che il Campidoglio (e ora anche il Tar Lazio) ritengono abusive.
Le opere contestate
Al centro della decisione vi sono strutture considerate abusive ossia, come anzidetto: spogliatoi aggiuntivi, un prefabbricato e tre box metallici utilizzati come locali tecnici. Nessuna autorizzazione edilizia ha mai incluso tali opere.
Nemmeno la relazione del direttore dei lavori (del 2017: sindaca Virginia Raggi) hanno mai legittimato – per i giudici del Tar del Lazio – gli interventi sul Centro Sportivo di Tor Sapienza.
Quattro sindaci e nessuna soluzione: Alemanno, Marino, Raggi e Gualtieri
Questa lunga vicenda, quindi, ha attraversato quattro diverse amministrazioni capitoline: da Alemanno a Marino, da Raggi fino all’attuale sindaco Gualtieri. In quattordici anni, nessuna Giunta è riuscita a chiudere la partita e/o a trovare una soluzione che salvi il principio di legalità, ma anche le esigenze del privato che, tutto sommato, chiede aiuto su piccole, piccolissime opere accessorie.
Il Tar Lazio ha ora confermato la validità degli ordini di demolizione del Comune di Roma, sancendo che gli atti dell’amministrazione capitolina sono pienamente legittimi e che il ricorso della società non portava alcuna utilità concreta.
La strada dell’appello
La sentenza del Tar rappresenta, in ogni caso, solo un giudizio di primo grado. La società T.S. 2008 potrà rivolgersi al Consiglio di Stato, secondo e ultimo grado della Giustizia amministrativa, per tentare di ribaltare la decisione.
Un’eventuale impugnazione potrebbe sospendere l’efficacia dell’ordine, ma al momento resta confermato l’obbligo di abbattimento. A meno che la Giunta Gualtieri intervenga per trovare una soluzione ‘politica‘, che salvi legalità e necessità del privato.
La replica dalla difesa
Abbiamo contattato l’avvocato Lorenzo Coraggio, difensore della società ricorrente davanti al Tar Lazio, per un commento sulla decisione. L’avvocato Coraggio ci ha spiegato che si tratta di “abusi piccoli, che erano stati anche anche condonati, in un certo senso, con perizia di variante del 2017 (durante il mandato della ex sindaca Raggi, ndr). Parliamo di spogliatoi di tipo container, annessi al campo, assolutamente necessari per l’attività. Preannuncio che faremo ricorso al Consiglio di Stato, contro tale sentenza”.
