Roma, i potenti tornano a piazza San Pietro per l’intronizzazione del Papa: via al nuovo piano di sicurezza

Roma, piazza San Pietro, polizia presidia il Vaticano

Contenuti dell'articolo

Roma si prepara a vivere dieci giorni ad altissima intensità sul fronte della sicurezza. L’intronizzazione di Papa Leone XIV, prevista per domenica 18 maggio in piazza San Pietro, segna l’inizio di una nuova fase storica per la Chiesa, ma anche una prova impegnativa per la macchina organizzativa e di sicurezza della Capitale. Oltre 5.000 agenti saranno schierati in città per gestire i flussi di pellegrini, delegazioni istituzionali, eventi religiosi e appuntamenti sportivi che si sovrapporranno nelle prossime giornate.

Vertice in prefettura: rafforzati i controlli

Nella riunione convocata ieri in prefettura, il prefetto Lamberto Giannini ha delineato il piano operativo: verranno mobilitati carabinieri, polizia, guardia di finanza, unità anti-drone, cinofili, artificieri, tiratori scelti e 500 steward, affiancati da 2.000 volontari della Protezione civile.

L’obiettivo è garantire la sicurezza senza compromettere la mobilità urbana, anche in presenza di ospiti internazionali di primo piano, come il presidente ungherese Viktor Orbán e il vicepresidente degli Stati Uniti James David Vance. Ancora incerta, ma temuta, la possibile visita di Donald Trump, che richiederebbe un imponente dispiegamento di mezzi e uomini.

San Pietro blindata per il Regina Coeli

Il primo grande banco di prova sarà domenica 11 maggio, quando si terrà il Regina Coeli del nuovo pontefice, insieme al Giubileo delle Bande, che attirerà in città oltre 60.000 partecipanti e più di 130 bande musicali.

Attese decine di migliaia di fedeli anche per la celebrazione religiosa. Per gestire la folla, saranno installati maxischermi e previsti rinforzi nei trasporti pubblici. Il rischio è quello di rivivere il caos seguito all’annuncio dell’“Habemus Papam”, quando 150.000 persone si riversarono in piazza San Pietro in meno di un’ora.

Sport e tensioni: Roma sotto pressione

Oltre agli eventi religiosi, Roma sarà teatro di appuntamenti sportivi che potrebbero generare criticità. Lunedì 14 maggio lo stadio Olimpico ospiterà la finale di Coppa Italia tra Bologna e Milan, una sfida ad alta tensione, considerando che ai tifosi rossoneri è stata assegnata la Curva Sud, storicamente cuore del tifo romanista.

Le forze dell’ordine temono possibili contatti tra le tifoserie e hanno predisposto misure straordinarie di sicurezza, già a partire dalla sera precedente. Monitorate con attenzione anche le zone della movida, dove i festeggiamenti post-partita potrebbero degenerare.

Partita Roma-Milan a rischio rinvio

Ma la vera sfida organizzativa sarà sabato 18 maggio. Nella stessa giornata sono in programma l’intronizzazione del nuovo Papa e la partita di Serie A tra Roma e Milan. Un doppio evento che coinvolgerà centinaia di migliaia di persone.

Per evitare criticità, non è escluso che la partita possa essere rinviata al giorno successivo. Il rischio di tensioni legate alla storica rivalità tra le due tifoserie – aggravata dal ricordo della morte del tifoso romanista Antonio De Falchi nel 1989 – impone un’attenta valutazione delle misure da adottare.

La sfida della sicurezza diplomatica

Un’ulteriore complessità è rappresentata dalla gestione delle autorità straniere. Durante i funerali di Papa Francesco furono oltre mille gli uomini impiegati per scortare i capi di Stato. Se Trump confermerà la sua presenza, l’intera città potrebbe essere coinvolta in blocchi temporanei e deviazioni del traffico, considerato che la sua scorta durante l’ultima visita contava ben 49 auto del Secret Service. Un tale dispositivo, in una città già congestionata, rischia di paralizzare interi quadranti.

Una capitale al centro del mondo

Roma torna così al centro del palcoscenico mondiale. L’intronizzazione di Leone XIV, oltre a rappresentare un momento storico per la cristianità, impone alla città un’organizzazione perfetta per evitare il collasso. Con l’arrivo di centinaia di delegazioni e centinaia di migliaia di pellegrini, l’urbe si trasforma in un crocevia diplomatico, religioso e mediatico. Un banco di prova per le istituzioni, chiamate a garantire non solo la sicurezza, ma anche l’immagine di una capitale capace di accogliere il mondo con efficienza e decoro.