Roma, il Black Point odiato da commercianti e cittadini ma caro a Gualtieri si farà: Tribunale boccia il Mercato Rionale

Roma, il mercato Talenti, in primo piano il sindaco di Roma Roberto Gualtieri, foto Google Maps

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Roma, una vittoria giudiziaria schiacciante, per il Campidoglio, che ha però il sapore amaro di una sconfitta politica. Il Tribunale Amministrativo Regionale del Lazio ha emesso un verdetto che, se da un lato conferma la legittimità del “Black Point” n.124 voluto dal comune di Roma a due passi dal Mercato Talenti, dall’altro getta un’ombra sulla gestione dell’amministrazione Gualtieri e sulle dinamiche del Giubileo 2025. Il mercato rionale “Veronica Gambara”, meglio noto come “Mercato Talenti”, ha perso la sua battaglia legale contro l’opera. Ma il vero sconfitto sembra essere l’approccio autoritario e calato dall’alto con cui si è proceduto. Parliamo del “Black Point” che dovrebbe sorgere tra la Via Nomentana, Via di Casal Boccone e Via del Casale di San Basilio.

I commercianti e cittadini – oltreché il Mercato Rionale – si sono opposti a tale progetto, presentando un ricorso contro di esso. La sentenza, ha bocciato il ricorso e ha avallato un processo amministrativo che forse, però, ha bypassato o almeno fortemente sottovalutato il dialogo con i cittadini e gli operatori economici della zona. Il tutto, in nome di un’urgenza giubilare che i cittadini hanno fatto fatica evidentemente a capire.

Roma, il mercato rionale Talenti, foto Google Maps
Roma, il mercato Talenti in zona San Basilio

Roma, il Tar del Lazio dice ‘Sì’ al Black Point odiato da commercianti e cittadini

Il giudice ha respinto in toto il ricorso, lo sottolineiamo ancora una volta, confermando la piena validità del progetto e la legittimità dei poteri straordinari del Commissario. Ma il successo in aula non cancella l’evidente spaccatura tra Palazzo Senatorio e molti commercianti e residenti della zona, che sostengono che tale opera venga calata a ridosso del mercato rionale senza una reale concertazione.

Un’imposizione che ha alimentato un conflitto sociale e giudiziario, anziché risolvere un problema di sicurezza stradale con un approccio condiviso. Il verdetto del Tar, in un colpo solo, ha dato il via libera a un cantiere che si preannuncia come un monito per la politica: i “poteri speciali” non dovrebbero mai sopprimere la partecipazione e il consenso.

In ogni caso, i cittadini e commercianti potranno ricorrere al Consiglio di Stato, secondo e ultimo grado della Giustizia amministrativa, contro tale sentenza.

Un muro contro muro sul Black Point di Gualtieri che ha escluso la comunità?

Il ricorso, presentato dall’Associazione Gestione Servizi Mercato oltreché da molti commercianti e residenti a titolo personale, si basava su una serie di vizi procedurali. La prima accusa, che il Tar ha respinto, riguardava l’irregolarità della Conferenza dei Servizi, accusata di aver escluso enti e amministrazioni che avrebbero dovuto essere coinvolti nel processo decisionale.

Sebbene il Tribunale abbia confermato la correttezza formale della procedura, il fatto che la comunità e le associazioni di categoria non siano state consultate in modo significativo resta una ferita aperta. I commercianti del mercato Talenti si sono sentiti ignorati, un sentimento di marginalizzazione che ha alimentato la protesta e il successivo ricorso. La battaglia in aula è stata un tentativo disperato di farsi ascoltare, dopo che il dialogo con le istituzioni era fallito.

Il progetto promosso dai giudici, sdegno di commercianti e cittadini

L’altra principale accusa si concentrava sull’illogicità e l’irragionevolezza del progetto, che avrebbe creato un vero e proprio caos nella viabilità del quartiere. Anche qui, le loro tesi sono state demolite dal collegio giudicante, che ha definito le critiche “generiche e apodittiche”.

Ma al di là delle motivazioni tecniche, il dato politico resta. La scelta di imporre un’opera, per quanto necessaria, senza un’adeguata comunicazione e una reale apertura al confronto, ha trasformato un progetto utile in un simbolo di prepotenza. Le proteste, i ricorsi e la lunga battaglia legale sono la diretta conseguenza di un’amministrazione che ha privilegiato la velocità dei lavori rispetto alla costruzione di un rapporto di fiducia con i suoi cittadini.

Poteri straordinari e malcontento ordinario dei cittadini

Il Tribunale ha anche affrontato l’ultimo e decisivo punto del ricorso: l’accusa di incompetenza del Commissario Straordinario nell’adottare la variante urbanistica al progetto, che secondo i ricorrenti avrebbe dovuto essere approvata dal Consiglio comunale. La sentenza ha dato ragione al Commissario, confermando la legittimità dei poteri straordinari, giustificati dall’urgenza di completare l’opera in tempo per l’evento giubilare. Ma l’uso di questi “poteri speciali” non ha fatto altro che rafforzare l’immagine di un’amministrazione che agisce senza tenere conto delle esigenze del territorio.

La vittoria giudiziaria, quindi, è un’arma a doppio taglio. Mentre sancisce la legalità del procedimento, espone le fragilità di una gestione politica che ha preferito il ricorso a strumenti eccezionali piuttosto che avviare un processo di partecipazione inclusivo. Il “Black Point” si farà, ma il suo avvio è segnato da un’ombra di malcontento che non si disperderà facilmente.

Chi sta al fianco dei cittadini e commercianti?

La lezione di questo scontro è chiara: la fretta non paga, e imporre un’opera, per quanto giustificata, genera inevitabilmente un conflitto che avrebbe potuto e dovuto essere evitato. La storia di questo cantiere è la storia di un’occasione persa per dimostrare che, anche in nome di un evento epocale, la politica può e deve stare sempre al fianco dei cittadini. E non farlo solo quando ci sono le telecamere, le fotocamere e i microfoni dei giornalisti.