Roma, il Campidoglio prepara il nuovo regolamento sulla Pubblicità: via alla stretta (asfissiante?) anti-led nelle vetrine dei negozi

Roma, dal Municipio I che abbraccia l’intero centro città parte una stretta che rischia di essere asfissiante per il futuro del commercio, ossia dei negozi romani. Già provati da anni di Covid, dal caro vita, dai dazi e soprattutto dagli acquisti on line sempre più diffusi e invadenti. Con una delibera votata nella seduta dell’11 settembre, il parlamentino del Municipio I ha espresso il suo parere favorevole al nuovo testo che approderà presto in Campidoglio, prima dell’ulteriore e definitiva ratifica in Aula Giulio Cesare.
Al centro delle richieste del Municipio I, vi è una vera e propria stretta sull’uso dei led luminosi (o comunque luminosi) nelle vetrine dei negozi e sugli impianti pubblicitari trasformati in schermi digitali. Anche se utilizzati semplicemente per pubblicizzare solo ed esclusivamente per pubblicizzare prodotti in vendita nell’esercizio commerciale. (Inseriamo il documento varato dal Municipio I alla fine di questo articolo, in formato scaricabile).

Roma, luci e led disturbano e deturpano Roma, per il Municipio I
Le luci dei led e di illuminazione deturperebbero la bellezza del centro, per il Municipio I. Ma certo rappresentano anche uno degli strumenti con cui i commercianti attirano clienti nei propri locali.
Il Municipio I però è categorico: “è vietata la pubblicità effettuata nelle vetrine con impianti a led anche se riferita ai soli prodotti venduti dall’attività commerciale”. Si ritiene questo divieto assolutamente importante per motivi di decoro”.
La battaglia di Roma contro i led nelle vetrine dei negozi
Il documento licenziato dal Municipio non lascia spazio a dubbi: “Mo” deciso alla pubblicità luminosa che invaderebbe, dalle vetrine dei negozi, strade e piazze del centro di Roma. I consiglieri hanno chiesto che il divieto venga esteso a qualsiasi forma di pubblicità luminosa presente nei negozi, ma visibile dalla pubblica via. L’obiettivo del Municipio I sarebbe quello di preservare decoro, vivibilità e sicurezza stradale di Roma centro, gran parte del quale è riconosciuto dall’Unesco come patrimonio dell’umanità.
Impianti e cartelloni sotto accusa, per le strade di Roma
Non solo vetrine. L’assemblea municipale punta il dito, tra l’altro, anche contro i cartelloni pubblicitari tradizionali, accusati di affollare in modo caotico le strade romane. La trasformazione di molti di questi in schermi digitali, con immagini in movimento e messaggi a intermittenza, viene giudicata un rischio serio. Inquinamento visivo, consumo energetico, disturbo per i residenti e pericolo per gli automobilisti. Per questo, la proposta municipale chiede di vietare tali impianti nei siti Unesco – praticamente tutto il centro storico di Roma. Con lo scopo di imporre criteri rigidissimi di distanza, luminosità e orari di spegnimento rigidissimi.
I consiglieri di Roma – Municipio I – in campo pro e contro la stretta
La delibera del Municipio I è stata approvata con 15 voti favorevoli e 8 contrari, senza alcun astenuto. Hanno votato a favore i consiglieri Federico Auer, Giorgio Benigni, Francesca Calamusa, Giulia Callini, Niccolò Camponi, Sergio Grazioli, Ludovica Jaus, Domenico Manente, Lorenzo Minio Paluello, Alessandro Monciotti, Nathalie Naim, Antonella Pollicita, Livio Ricciardelli, Renato Sartini e Daniela Spinaci. Si sono invece schierati contro Maurizia Cicconi, Sofia De Dominicis, Federica Festa, Daniela Gallo, Giuseppe Lobefaro, Lorenzo Maria Santonocito, Stefano Tozzi e Marco Veloccia.
La difesa del patrimonio
Il Municipio Roma I rivendica un ruolo di sentinella a tutela del paesaggio urbano e del sito Unesco. Da Monti al Celio, dall’Esquilino a Trastevere, ogni via è un tassello di un mosaico storico e architettonico unico al mondo. Permettere la proliferazione di schermi digitali, denuncia il Municipio I, significa tradire lo spirito delle norme che da decenni proteggono insegne e affissioni. Non a caso, il nuovo testo propone di ripristinare il divieto di impianti anc he sulle pensiline degli autobus, sulle edicole (che però sono tutte sparite) e persino sui contenitori della raccolta differenziata. Punti nevralgici troppo sensibili per essere trasformati in spazi pubblicitari, secondo i consiglieri di centrosinistra.
La parola al Campidoglio
Il parere del Municipio I non ha valore vincolante, ma rappresenta un segnale politico forte. Ora la palla passa al Campidoglio, dove l’Aula Giulio Cesare sarà chiamata – molto presto – a discutere e votare il nuovo regolamento. Sarà lì che si deciderà se le richieste di maggiore rigore verranno accolte o se prevarrà una linea più morbida, aperta alle esigenze economiche e pubblicitarie.
Tra tutela e sviluppo
La partita, in fondo, è tutta qui. Trovare un equilibrio tra la necessità di preservare il decoro e la storia di Roma e quella di garantire spazi di comunicazione alle attività produttive necessari per sopravvivere in un mercato sempre più competitivo. Una sfida che tocca nervi scoperti. Il futuro delle vetrine del centro, la sicurezza sulle strade, il diritto al silenzio e al buio nelle case, la difesa di un patrimonio unico al mondo. La Capitale si prepara così a una nuova battaglia politica, luminosa – anzi, abbagliante – come i led che oggi dominano le strade. E che presto potrebbero essere messi al bando, con le vetrine spente che però rischiano di affossare un settore già in grave, gravissima crisi. Che rischia però così di essere sempre più nera e fosca.