Roma, il Centro Sportivo Tor di Quinto torna al Campidoglio: ma insieme a 1,5 milioni di € di buco


Contenuti dell'articolo

Roma, il Centro Sportivo Tor di Quinto torna al Campidoglio: ma insieme a 1,5 milioni di € di buco e altre presunte irregolarità. Il Centro Sportivo F.R. a Tor di Quinto – situato davvero a un passo dal centro Olimpico nazionale – è tornato nelle mani di Roma Capitale. Una vittoria giudiziaria segnata da una sentenza del Tar del Lazio del 22 maggio che porta con sé però una doppia e pesante eredità. Un buco di circa 1,5 milioni di euro nelle casse comunali oltre ad una serie di “irregolarità” gestionali che emergono dalla stessa sentenza giudiziaria.

Il Centro Sportivo di Tor di Quinto torna a Roma e al Campidoglio

Il Tar ha infatti respinto il ricorso della società F. R. S.S.D., confermando la decadenza anzitempo della concessione, che si chiude quindi con 22 anni di anticipo, e svelando un quadro di presunte inadempienze croniche, almeno questo confermano i magistrati. Una vicenda emblematica delle difficoltà nella gestione del patrimonio sportivo pubblico capitolino, spesso ostaggio di contenziosi e opacità.

Centro Sportivo Tor di Quinto: un’odissea lunga anni

La storia del centro sportivo di Tor di Quinto è una parabola delle complessità burocratiche. Nel 2005, Roma Capitale lancia un bando per la ristrutturazione e la gestione dell’impianto. Solo nel 2010 la concessione viene aggiudicata all’ATI di cui faceva parte la F. R. S.S.D., ma la firma del disciplinare arriva con un ritardo di cinque anni, nel 2015. Fin da subito, il rapporto tra Comune e concessionario è stato teso, con una serie di contenziosi che hanno scandito gli anni di gestione.

Il nodo cruciale della concessione era il canone annuale di circa 145.563 euro, aggiornato all’ISTAT 2015. Un importo che la società avrebbe potuto “scomputare“- ossia ‘scontare‘ effettuando la manutenzione del verde di aree esterne al centro sportivo, aree che però avrebbe dovuto individuare l’Amministrazione capitolina. Una clausola che si è rivelata il terreno fertile per la successiva e inevitabile rottura.

Canoni non versati a Roma e manutenzione “fantasma” attorno il Centro Sportivo Tor di Quinto

La sentenza del Tribunale Amministrativo Regionale ha fatto luce su una situazione debitoria significativa. Roma Capitale ha contestato alla F. R. un debito cumulato di oltre 1,1 milioni di euro fino al 31 dicembre 2023, a cui si aggiungono 144.390 euro per il 2024. Il totale, superando 1,2 milioni di euro senza considerare gli interessi legali, balza a circa – con beneficio d’inventario – a 1,5 milioni di euro, un passivo che ora graverà sulle casse comunali e quindi sui cittadini di Roma.

La difesa della società, basata su una perizia asseverata che attestava la regolare esecuzione degli interventi di manutenzione del verde, è stata respinta. Il Tribunale ha chiarito che la manutenzione doveva riguardare aree esterne al centro sportivo, non interne. E che la società si è sempre rifiutata di sottoscrivere gli atti per l’individuazione di tali aree.

Inoltre, le procedure per l’affidamento dei servizi di manutenzione non hanno rispettato le regole dell’evidenza pubblica, un “abuso” procedurale grave che ha compromesso la validità delle pretese della società. La perizia, infine, non era supportata da alcuna documentazione contabile o contrattuale, rendendola inaffidabile.

Il progetto di ristrutturazione del Centro Sportivo di Tor di Quinto: per il Tribunale è un “abuso” progettuale

La decadenza della concessione non è stata solo una questione di canoni. Un altro punto cruciale ha riguardato il progetto di ristrutturazione dell’impianto. Il bando prevedeva che la presentazione di un progetto di riqualificazione avrebbe garantito un punteggio significativo in fase di gara. La F. R. ha presentato un progetto nel 2016, ma questo non è mai stato approvato dal Campidoglio.

La sentenza del Consiglio di Stato, risalente ad agosto 2024 e citata dal Tar, ha confermato la non conformità del progetto iniziale, evidenziando modifiche significative rispetto all’offerta tecnica originale e la violazione del principio di par condicio.

La società ha poi tentato di proporre un secondo progetto nel 2020, ma anche questo è stato respinto. Il Tribunale ha ritenuto che concedere una “seconda chance” con un nuovo progetto, dopo anni dalla scadenza dei termini e con le evidenti non conformità riscontrate sul primo, avrebbe rappresentato un’indebita agevolazione e un ulteriore “abuso” rispetto alle regole di gara.

Il Centro Sportivo Tor di Quinto torna al Campidoglio

La sentenza chiude un capitolo tortuoso per il Centro Sportivo di Tor di Quinto, ma ne apre uno nuovo e altrettanto complesso. Roma Capitale si ritrova con la piena disponibilità dell’impianto, ma anche con un buco economico e la necessità di rimediare a una gestione precedente costellata di “irregolarità “e inadempienze. Una vicenda che si sta ripetendo anche per altri impianti similari.

La sfida sarà quella di ripartire con trasparenza, per l’impianto di Tor di Quinto ma non solo. Visto che il Campidoglio si sta riappropriando di numerosi impianti sportivi in varie aree della Capitale. Definendo un nuovo percorso per la loro riqualificazione e gestione, per evitare che si ripeta la stessa e solita storia di inefficienze e contenziosi che ha caratterizzato gli ultimi decenni di gestione di molti impianti pubblici sportivi capitolini. L’assessore allo Sport, Alessandro Onorato, e il sindaco, Roberto Gualtieri, ci riusciranno? Entro i prossimi due anni, quindi prima della prossima campagna elettorale 2027, probabilmente lo sapremo!

Roma, mappa di Google Maps dell’area di Tor di Quinto su cui insiste il Centro Sportivo tornato ora al Campidoglio
Roma, Alessandro Onorato, assessore allo Sport della giunta Gualtieri chiamato a dare una direzione agli imopianti sportivi che Roma si sta riprendendo