Roma, il mistero dello showroom dei materassi a Don Bosco
Da oltre un mese il quartiere Don Bosco di Roma offre uno spettacolo quasi surreale, diventato ormai parte della quotidianità di chi ci abita. C’è chi passeggia con il cane e lo trova davanti all’ingresso del palazzo, chi lo aggira mentre scarica la spesa, chi si sveglia e ne scorge uno nuovo sotto la finestra.
Materassi appoggiati ai cassonetti, trascinati sui marciapiedi, lasciati tra scooter e auto in sosta, senza alcuna logica apparente. E così, giorno dopo giorno, tra incredulità e rassegnazione, qualcuno ha iniziato a chiamarli “lo showroom dei materassi a cielo aperto”.
Le prime segnalazioni sono arrivate alla redazione de Il Nuovo 7 Colli proprio dai residenti, stanchi di un panorama che cambia in continuazione ma racconta sempre la stessa storia. La scena è diventata familiare già a inizio novembre, quando in via Ponzio Cominio, in piena notte, è comparso un materasso piazzato davanti ai cassonetti come fosse l’ultimo arrivo di una collezione autunnale.

Poi è toccato a viale Don Bosco, qualche giorno dopo, con un altro pezzo affiancato a due monopattini accasciati.

E non è finita qui. Tempo pochi giorni ed ecco altre immagini scattate ieri, lunedì 1° dicembre 2025, in via Ponzio Cominio: i cassonetti circondati da brandelli di mobili e sacchi sparsi. Sembrava quasi di vedere un set fotografico ricorrente, con gli oggetti che cambiano ma l’atmosfera che resta identica.

Naturalmente, è tutto ancora lì anche oggi, 2 dicembre, accompagnato da via Calpurnio Fiamma ha offerto la versione più imponente del fenomeno: i palazzi gialli che fanno da scenografia al solito copione tra immondizia, cartoni e l’ennesimo materasso poggiato vicino ai contenitori dell’indifferenziata.

Il quartiere trasformato in un’esposizione permanente
Dietro le battute, però, rimane la realtà: questo showroom dei materassi a Don Bosco è diventato un fenomeno stabile. Da più di un mese gli ingombranti compaiono con la stessa regolarità con cui cadono le foglie dai platani. A volte restano lì per giorni, altre volte spariscono solo per lasciare spazio a un “modello” nuovo, quasi fosse un continuo restyling urbano che nessuno ha chiesto.
Chi vive nel quartiere lo ripete con un misto di rassegnazione e sarcasmo. Alcuni ci scrivono dicendo che a forza di vedere materassi in ogni via hanno iniziato a dar loro dei nomi. Altri parlano di “collezione invernale”, altri ancora ironizzano: “Magari stanno girando uno spot e non ci hanno avvisati”.
Tra un materasso trascinato e l’altro, ciò che resta è l’immagine di un quartiere che vive sospeso tra ironia e sconforto. Perché Don Bosco, che di solito racconta la sua vita attraverso il via vai dei negozi, le voci dei cortili e l’odore del pane caldo, da settimane combatte con una galleria urbana che cresce senza controllo. E i cittadini, a ogni nuovo ritrovamento, alzano le spalle ma non rinunciano ad avvisarci, sperando che la loro voce possa finalmente muovere qualcosa.