Roma, il Teatro dell’Opera sarà hi-tech, nuovo mutuo da un milione: nonostante conti in rosso e trasferta faraonica a Osaka

Roma, la Giunta Gualtieri ha approvato un nuovo mutuo da un milione di euro destinato al Teatro dell’Opera di Roma con l’obiettivo di trasformarlo in un gioiello tecnologico, questo prevede – nero su bianco – il progetto. Il provvedimento — la deliberazione n. 370 della Giunta Gualtieri (presenti sindaco, vice e assessori al ‘gran completo’) — approva il ‘Progetto esecutivo “Teatro Opera”’ aprendo la strada all’accensione di un nuovo debito trentennale. Nonostante, questo va sottolineato, la difficile situazione economico-finanziaria di Roma, su cui grava un debito di circa mezzo miliardo d’euro, ma anche i conti in profondo rosso della stessa Fondazione Teatro dell’Opera, i cui conti restano critici e che, di recente, sono stati sonoramente bocciati dalla Corte dei Conti.
Roma, ok al mutuo da un milione: arrivano fibra ottica, impianti elettrici e “interfono” digitale
Il progetto prevede un ammodernamento dell’infrastruttura tecnologica dello storico edificio di piazza Beniamino Gigli 7, cuore della lirica romana. L’intervento — dal valore complessivo di 1.000.000 euro — comprenderà: cablaggio in fibra ottica e sostituzione degli apparati di rete per aumentare la banda Wi-Fi. Installazione di un nuovo sistema di interfono IP che collegherà le varie aree del teatro e consentirà comunicazioni dirette tra personale tecnico e sala. Messa a norma dell’impianto antincendio (che non lo era?) con un moderno sistema di rilevazione fumi e centrale di controllo.

Dopo Osaka: un altro milione di mutuo
Il nuovo mutuo per il Teatro dell’Opera arriva, tra l’altro, poche settimane dopo la costosa trasferta in Giappone, dove l’Orchestra si è esibita a Osaka in una tournée che ha suscitato non pochi malumori. L’operazione, presentata come una vetrina internazionale di prestigio per Roma, si è rivelata un impegno economico imponente, tra voli, alloggi e logistica, sostenuto in gran parte con risorse pubbliche: il nostro giornale è stato il primo raccontarlo.
Ma soprattutto perchè al seguito del Primo Cittadino non c’erano sono solo funzionari e tecnici, ma anche tre cronisti di punta di altrettanti giornaloni romani, inviati in Giappone da Gualtieri non a spese del Campidoglio ma proprio del Teatro dell’Opera. Ora, mentre la polvere della tournée internazionali si è appena posata, la Giunta dà il via a un nuovo indebitamento da un milione di euro, destinato alla ‘digitalizzazione’ del teatro.
Una coincidenza che molti, dentro e fuori il Campidoglio, leggono come un segno di scollamento tra immagine e realtà: si vola in Giappone per rappresentare l’eccellenza romana, ma poi si ricorre a nuovi mutui per mantenere in piedi l’infrastruttura di casa e apportare modifiche hi-tech allo storico edificio?
L’ombra lunga del Campidoglio: la gestione Gualtieri
Da tempo, Gualtieri ha affidato le redini amministrative della Cultura all’assessore Smeriglio. Ma sul piano della gestione economica-finanziaria, la ‘musica’ non sarebbe cambiata. Gli atti di Giunta continuano a muoversi secondo un copione già noto: mutui, fondazioni, affidamenti.
Dietro la patina modernista della “digitalizzazione culturale”, resta il nodo politico di fondo: la dipendenza strutturale della Fondazione Teatro dell’Opera dai fondi di Roma e la sostanziale assenza di una strategia economica autonoma che si regga in piedi senza muti che i romani dovranno pagare per i trent’anni a venire.
Mentre la città fa i conti con strade dissestate e bilanci compressi, la Giunta Gualtieri punta su interventi d’immagine, investendo nel simbolo della lirica come vetrina del “brand Roma” nel mondo. Ma l’effetto collaterale è un nuovo debito da un milione, pagato — come sempre — dai cittadini romani.
Il nodo politico e il paradosso romano
Il Teatro dell’Opera di Roma, fondato nel 1880 e trasformato in Fondazione nel 1998, resta uno dei principali poli culturali d’Italia. Ma anche uno dei più costosi. Ogni anno Roma versa milioni per mantenerlo in vita, e oggi decide di aggiungere un ulteriore mutuo, mentre le altre fondazioni liriche del Paese riducono le spese o cercano sponsor privati. Il progetto “hi-tech” è presentato come un salto nel futuro. Ma a guardarlo bene assomiglia più a una manutenzione straordinaria spacciata per innovazione a alto costo. Un’operazione che rischia di diventare l’ennesimo simbolo del paradosso romano: una città che investe nell’hi-tech, mentre arranca nei servizi e nei conti.
In sintesi
Un milione in mutuo, tecnologia hi-tech, Giunta compatta. Il Teatro dell’Opera sarà più connesso, più digitale, più efficiente? Ma Roma — dopo la tournée d’oro a Osaka e con i conti in rosso bocciati dalla Corte dei Conti — continua a cantare a tempo solo con la sua eterna contraddizione: spendere per brillare, anche quando le luci della città si fanno sempre più fioche.