Roma, il Tribunale blocca i vecchi gestori dello Stardust: il cinema ripartirà dopo un maxi bando europeo

Roma, il Tribunale Amministrativo Regionale del Lazio ha emesso quest’oggi 24 giugno una sentenza che segna un punto di svolta per il futuro dello Stardust Village, l’ex multisala cinematografica di via di Decima 72, nel cuore del Municipio IX. I magistrati amministrativi hanno respinto il ricorso presentato dalla società che gestiva il cinema, che tentava un riavvio delle 11 sale in extremis. La sentenza odierna, giunta dopo quasi un anno di contenzioso con il Campidoglio, ha confermato la validità della revoca dell’autorizzazione permanente di agibilità, disposta dal Dipartimento Attività Culturali di Roma Capitale nel novembre 2021.
Si apre ora, quindi, la strada verso un un maxi bando pubblico europeo del valore superiore ai 5 milioni di euro per la riqualificazione e la riapertura della struttura cinematografica. La decisione del Tar Lazio mette fine a una lunga querelle legale e promette di restituire alla città un importante polo culturale della zona Roma sud.

La fine di un’era: stop a Roma i vecchi gestori dello Stadust
Il provvedimento di stop imposto dal Campidoglio era scaturito da una complessa vicenda che ha visto coinvolta un’altra società, concessionaria degli spazi dell’ex Punto Verde Qualità dal lontano 2001, la quale aveva subaffittato solo il cinema alla seconda società.
Il Tar ha stabilito, in soldoni, che le precedenti sentenze, prima del TAR Lazio nel 2019 e poi del Consiglio di Stato il 19 aprile 2024, hanno chiarito che la prima società, quella che aveva il contratto di concessione di tutti gli spazi dell’ex Punto Verde Qualità, ha accumulato un debito ingente nei confronti del Campidoglio, pari a circa 3,7 milioni di euro per canoni concessori non versati.
I giudici hanno stabilito anche che la seconda società, pur essendo ‘solo’ una subaffittuaria, è corresponsabile di tale debito contratto dalla società che gestisce l’intero ex Punto Verde. Di conseguenza, il ricorso presentato dalla società che gestiva solo il cinema è stato dichiarato in parte improcedibile e in parte infondato.
La società che gestiva lo Stardust dovrà quindi versare a Roma Capitale una somma di 3.500 euro per le spese di lite. Una decisione che sottolinea la responsabilità anche dei soggetti terzi coinvolti in concessioni pubbliche, specialmente quando si tratta di gestioni gravate da significative morosità.
Il futuro dello Stardust: un nuovo inizio ma a passo di tartaruga
Con la sentenza odierna sullo Stardust, si chiude un capitolo di incertezze e controversie legali. E si prospetta un via libera al bando europeo, visto che si parla di una gara con valore superiore ai 5 milioni di euro, preannuncia dal Municipio alcuni mesi fa.
L’obiettivo è quello di garantire la continuità dei servizi culturali e di evitare il degrado degli immobili. La riqualificazione dello Stardust Village rappresenta un’opportunità significativa per il IX Municipio di Roma, che potrà contare nuovamente su uno spazio importante per le proiezioni cinematografiche e, potenzialmente, per altre attività culturali, arricchendo l’offerta di un quadrante cruciale della Capitale.
In ogni caso, i vecchi gestori hanno eventualmente facoltà di promuovere un nuovo ricorso contro tale sentenza di primo grado al Consiglio di Stato, secondo e ultimo grado della Giustizia amministrativa.
