Roma, il Tribunale promuove il Consorzio dell’Olgiata : “Non ha commesso abusi”. Maxi figuraccia e condanna per il Campidoglio

Roma, il Tribunale Amministrativo Regionale del Lazio ha scritto una pagina destinata a restare impressa nella mente del Campidoglio. Con una sentenza destinata a fare giurisprudenza, pubblicata oggi 23 settembre, i giudici hanno accolto il ricorso del Consorzio Olgiata, annullando gli atti con cui proprio il Campidoglio aveva ordinato nel 2022 la demolizione di presunti abusi edilizi. Una decisione – quella dei giudici – che non solo restituisce onore e dignità al Consorzio, ma infligge al Campidoglio una sonora condanna giudiziaria: oltre a 2.000 euro di spese legali da versare alla parte vittoriosa.
Il nodo della controversia tra Campidoglio e Consorzio dell’Olgiata di Roma
La vicenda nasce da un’ordinanza comunale del Campidoglio che imponeva al Consorzio dell’Olgiata di Roma la rimozione di opere considerate abusive su un terreno di sua proprietà. Secondo il Comune di Roma, in base alla normativa edilizia, il proprietario può essere chiamato a rispondere degli abusi anche se non direttamente autore. Una lettura rigida della legge che ha spinto Roma a colpire il Consorzio Olgiata, ignorando un aspetto essenziale: quelle opere non erano state costruite dal Consorzio, ma da un vicino confinante, D. V..

L’usurpazione del vicino
Proprio V., proprietario di un terreno di 5.001 metri quadrati all’interno del comprensorio, aveva realizzato manufatti su un’area sottoposta a vincolo permanente di inedificabilità. Non solo: lo aveva fatto sconfinando su porzioni di terreno appartenenti al Consorzio stesso. Una vera e propria usurpazione immobiliare, denunciata dal Consorzio Olgiata di Roma presso la Procura capitolina già nel 2016 e portata poi anche davanti al Tribunale Civile di Roma. In quella sede, con la sentenza n. 15841/2022, era stato riconosciuto lo sconfinamento e il giudice aveva condannato il signor V. alla rimozione delle opere abusive.
Il ruolo del Consorzio Olgiata nel braccio di ferro con Roma
Il Consorzio dell’Olgiata di Roma non era rimasto con le mani in mano, quindi. Aveva avviato azioni civili per rivendicare la proprietà e ripristinare lo stato dei luoghi, arrivando persino a presentare denuncia-querela in Procura. Una condotta trasparente, coerente e attiva, che – secondo i giudici – dimostrava l’assoluta estraneità del Consorzio Olgiata alle costruzioni abusive. Ed è proprio questa linea ad aver convinto il Tar: non si può gravare un soggetto incolpevole di responsabilità che spettano esclusivamente all’autore dell’abuso. Da qui, la maxi figuraccia (giudiziaria) del comune di Roma.
La bocciatura del Campidoglio del Tribunale
La posizione di Roma, che chiedeva la demolizione a spese del Consorzio dell’Olgiata, è stata così clamorosamente bocciata. I giudici amministrativi hanno infatti ricordato che il proprietario può essere chiamato a rispondere solo se non prova di aver intrapreso azioni concrete per impedire o contrastare l’abuso. Nel caso del Consorzio Olgiata di Roma, le iniziative legali documentate dimostrano esattamente il contrario: l’ente ha fatto di tutto per liberarsi di quell’illegittima invasione.
Una sentenza che fa rumore
La decisione del Tar non si limita a chiudere una disputa locale. Segna un precedente importante: riconosce che un Consorzio o un proprietario incolpevole non può essere trasformato in capro espiatorio dell’inefficienza altrui. Il Campidoglio, già oberato da critiche sulla gestione edilizia e urbanistica, esce pesantemente ridimensionato. La condanna alle spese processuali è solo la punta dell’iceberg di una sconfitta giudiziaria che rischia di diventare simbolica.
L’eco per il futuro
Ora il Consorzio Olgiata può rivendicare una vittoria piena e limpida, che lo affranca da un’accusa ingiusta e ne rafforza la posizione nei confronti dei residenti e delle istituzioni. Resta però la questione di fondo: quanto tempo e quante risorse vengono sprecate quando le amministrazioni scelgono la strada dell’accanimento burocratico invece di individuare i veri responsabili degli abusi?