Roma, incidente Cristoforo Colombo, l’autopsia: Beatrice Bellucci morta per politrauma toracico-addominale. E il 22enne di Anzio rischia il carcere
Non c’è più alcun dubbio sulle cause della morte di Beatrice Bellucci, la ventenne travolta e uccisa in un terribile incidente su via Cristoforo Colombo. L’autopsia, eseguita presso l’Istituto di Medicina Legale di Tor Vergata, ha confermato che la giovane è deceduta per un politrauma toracico-addominale. Un impatto devastante, che non le ha lasciato scampo. La Procura di Roma procede per omicidio stradale e ora gli inquirenti stanno analizzando ogni fotogramma dei filmati di sorveglianza per ricostruire la dinamica dello scontro tra la Mini Cooper su cui viaggiavano Beatrice e la sua amica Silvia Piancazzo e la Bmw Serie 1 guidata dal 22enne di Anzio, Luca G.. Le telecamere potrebbero rivelare se quella sera il giovane stesse partecipando a una gara di velocità lungo la Colombo, una delle ipotesi al vaglio dei magistrati.
Silvia, la sopravvissuta: “È sveglia e parla con i medici”
La speranza arriva invece dall’ospedale San Camillo Forlanini, dove Silvia Piancazzo, l’amica di Beatrice, continua la sua battaglia. “Le condizioni sono migliorate. La ragazza è sveglia, vigile e in grado di comunicare con i familiari. La prognosi resta riservata, ma la sedazione e la ventilazione meccanica sono state sospese”, spiega il dottor Emiliano Cingolani, direttore della Uoc Shock e Trauma.
Nelle ultime ore la ragazza è stata formalmente indagata, ma solo come atto dovuto. La misura serve a consentirle di nominare un consulente di parte per l’autopsia, così come hanno fatto i legali della famiglia Bellucci e quelli di Luca G.. Un passaggio tecnico, necessario ma doloroso.
Rischio carcere per il 22enne di Anzio
Per Luca G., il 22enne alla guida della Bmw bianca, la situazione è gravissima. Anche se non venisse dimostrata una gara clandestina, rischia comunque il carcere. Potrebbe essere infatti contestato l’omicidio stradale aggravato dall’eccesso di velocità: una circostanza che, secondo la Cassazione, esclude ogni beneficio di pena sospesa se la velocità supera di oltre il doppio il limite consentito, e in ogni caso se è superiore ai 70 km/h. In altre parole, se verrà accertato che correva a una velocità folle, per il ragazzo non ci sarà scampo. A bordo con lui c’era l’amico Raffaele F., rimasto illeso, ma ora anche lui è sotto la lente degli inquirenti.
Le indagini della Polizia Locale del X Gruppo Mare si concentrano ora su due elementi chiave: le 40 telecamere di sorveglianza lungo la Colombo e i cellulari sequestrati ai due giovani. La speranza che ci siano immagini che abbiano ripreso momenti di quella serata, magari appena precedenti al momento dell’incidente. E, per ricostruire con esattezza l’accaduto, gli agenti stanno ascoltando anche gli automobilisti testimoni, per capire se davvero ci fosse una terza auto coinvolta. Ora tutto dipende dai rilievi tecnici, dalle analisi dei video e dalle perizie sulla velocità. L’unica certezza, per ora, è che Beatrice non c’è più.