Roma, incidente di Casal Palocco, chiesto il processo per tre youtuber: aiutarono Di Pietro a cancellare i video

Roma, da sinistra il suv distrutto, a destra Di Pietro

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Il 14 giugno 2023 rimarrà impresso nella memoria di Roma come il giorno in cui la vita del piccolo Manuel, appena cinque anni, si è interrotta tragicamente lungo via di Macchia Saponara. Lo schianto violentissimo tra una Lamborghini lanciata a folle velocità e una piccola utilitaria ha lasciato una ferita incancellabile nella comunità. A distanza di oltre due anni, le indagini non si fermano e aprono un nuovo capitolo che rischia di scuotere ancora una volta l’opinione pubblica.

Roma, dopo Di Pietro, tocca agli altri della cricca di Casal Palocco

Matteo Di Pietro, giovane alla guida della supercar noleggiata per una “sfida online”, ha già patteggiato una condanna a 4 anni e 4 mesi. Ma la giustizia non si ferma qui. La procura di Roma ha infatti deciso di chiedere il rinvio a giudizio per altri tre protagonisti della vicenda, ritenuti complici nell’occultamento delle prove. Si tratta di L. G., A. C. e S. D., tre volti legati al collettivo di youtuber The Borderline, che in quegli anni produceva contenuti dal successo travolgente.

Accusa di favoreggiamento

Secondo gli inquirenti, i tre non si sarebbero limitati ad assistere passivamente all’incidente. Al contrario, avrebbero avuto un ruolo attivo nel tentativo di “ripulire” la scena digitale di quella tragica giornata. Le accuse parlano di messaggi inviati a Di Pietro, ancora sotto choc dopo l’impatto, con la richiesta di cancellare video e fotografie. Un gesto che, se confermato, avrebbe compromesso il lavoro degli investigatori chiamati a ricostruire le dinamiche della corsa in Lamborghini.

Le telecamere sparite

Non si tratta solo di messaggi. L’accusa si concentra anche sulla presunta sparizione delle videocamere montate a bordo della supercar. Strumenti sofisticati, capaci di registrare ogni istante della folle corsa, scomparsi nel nulla poche ore dopo lo schianto. Una manovra che, per gli investigatori, non può essere considerata una coincidenza. La scomparsa delle telecamere rappresenterebbe un tassello fondamentale nella ricostruzione dell’ipotesi accusatoria, rafforzando l’idea di un’azione coordinata per proteggere Di Pietro e salvare l’immagine del collettivo.

La sfida estrema e il business online

Il progetto dietro quel video non era una semplice bravata. L’obiettivo dichiarato era quello di dimostrare la resistenza a bordo di una Lamborghini per 50 ore consecutive, una sfida estrema destinata ad attirare milioni di visualizzazioni. Ogni contenuto pubblicato sul canale The Borderline rappresentava infatti un potenziale guadagno, alimentato da sponsor e pubblicità. Una macchina ben oliata, capace di trasformare le imprese rischiose dei giovani youtuber in un business redditizio. Ma quel giorno la sfida è degenerata in tragedia, portando con sé accuse e conseguenze pesantissime.

La dinamica dell’impatto

Le perizie raccontano di una velocità superiore ai 120 km/h in un tratto urbano dove il limite era fissato a 50. Troppo poco lo spazio per frenare, troppo fragile la Smart ForFour guidata dalla madre di Manuel. L’impatto è stato devastante: il piccolo ha perso la vita sul colpo, mentre madre e sorellina hanno riportato ferite non gravi. Una dinamica secca, brutale, che ha trasformato una strada di quartiere in teatro di una tragedia inconsolabile.

Un processo che farà discutere

Ora, con la richiesta di rinvio a giudizio per G., C. e D., la vicenda si sposta su un nuovo piano giudiziario. Non più soltanto il gesto sconsiderato di chi era al volante, ma anche il presunto tentativo di occultare prove decisive. Una responsabilità che, se riconosciuta, rischia di pesare in maniera enorme sulla credibilità del gruppo e sull’intero fenomeno delle challenge estreme online.

Un monito per tutti

La storia di Casal Palocco non è soltanto la cronaca di un incidente. È il simbolo dei pericoli legati a un mondo digitale in cui la ricerca della notorietà può travalicare ogni limite. Le indagini e i processi che ne seguiranno rappresentano un monito: il confine tra spettacolo e tragedia è sottile, e ogni scelta compiuta davanti a una telecamera può avere conseguenze irreversibili.