Roma, ippodromo di Capannelle al foto-finish: taglio dei fondi, licenziamenti e il Derby trasloca a Torino

Roma, l'ippodromo di Capannelle

L’Ippodromo delle Capannelle, a Roma, è a un passo dal fermo. La riduzione del contributo ministeriale di quasi un milione di euro e la gestione in regime di sola custodia stanno trasformando una criticità in emergenza. Hippogroup ha avviato procedure per circa 100 licenziamenti, il Derby del Trotto 2026 è stato assegnato a Torino e il nuovo gestore non entrerà prima del gennaio 2027. Una realtà che stride con i comunicati ottimistici che venivano sbandierati qualche mese fa, quando già l’impianto paventava la chiusura.

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Taglio ai fondi e licenziamenti in arrivo

Il taglio dai 4,5 milioni agli 3,6 milioni di euro previsto dal Ministero dell’Agricoltura ha ridotto drasticamente la capacità di spesa dell’impianto. Il Comune ha provato a correre ai ripari partecipando a bandi per ottenere qualche centinaio di migliaia di euro per lavori urgenti, ma quelle cifre, inferiori alle necessità di ammodernamento e gestione, non bastano a impedire la progressiva erosione dell’attività ippica romana. Quindi ci sono meno risorse, meno gare, meno attrattiva e meno incassi.

Il risultato è drammatico: meno giornate di corse programmate, il trasferimento di appuntamenti simbolo come il Derby e la prospettiva di centinaia di addetti senza stipendio. Per Hippogroup, cui il Comune ha affidato la custodia, la situazione è diventata insostenibile. Di fronte alla prospettiva di restare senza risorse certe per l’anno prossimo, Hippogroup ha aperto una procedura di licenziamento collettivo che coinvolgerebbe circa 100 addetti tra fissi e stagionali. E ora, oltre al Derby, c’è anche il rischio che Capannelle perda altri eventi di richiamo nazionale.

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Speranze vs realtà

Se si cerca la versione ufficiale della storia, si trovano i comunicati e le dichiarazioni dell’assessore allo sport del Comune di Roma Alessandro Onorato. “Abbiamo salvato la stagione sportiva e garantito la continuità occupazionale”, si leggeva negli annunci fatti a febbraio scorso, con tanto di determina comunale che prorogava la convenzione a favore di Hippogroup per la custodia dell’impianto. Non è falso: la firma c’è stata e, fino a un certo punto, la stagione è stata effettivamente mantenuta aperta. Ma ora opposizione, sindacati e rappresentanti del mondo ippico parlano di “promesse non mantenute” e di misure insufficienti davanti al taglio del finanziamento ministeriale e allo slittamento del nuovo gestore al 2027. Ma la manifestazione d’interesse è partita ad aprile 2024 e il nuovo gestore non arriverà prima del 2027. Chi gestirà l’impianto nel 2026, se Hippogroup non ce la farà, in queste condizioni? Non ci si sarebbe dovuti muovere diversamente?

Il Comune ha partecipato a un bando ministeriale chiedendo 650-660 mila euro per interventi urgenti, ma la cifra è insufficiente per rimettere in sesto impianti, infrastrutture e dotazioni tecnologiche richieste dal nuovo regolamento. Serve un piano strutturale, non più provvisorio. E non servono slogan, ma azioni vere. Occorre che il nuovo gestore entri al più presto, che il ministero aumenti il sostegno, e che il Comune metta in campo una visione che vada oltre la custodia.

Capannelle non è solo corse: è indotto, è lavoro, è immagine della città. Roma non può restare senza ippica. Perdere eventi simbolo significa perdere visibilità nazionale, turismo di settore, posti di lavoro e un pezzo di identità. Il trasferimento del Derby è il primo segnale che qualcosa non ha funzionato. Se la politica vuol uscire dalla scena dei comunicati, è il momento di mettere sul tavolo numeri concreti e impegni vincolanti. E se non si agisce entro fine mese con risposte certe, per l’ippodromo le corse stavolta sono davvero finite.