Roma, la casa-museo di Vittorio De Sica sull’Aventivo finisce in vendita: tutte le informazioni

Roma, la casa di Vittorio De Sica

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Roma, c’è un silenzio particolare in via Aventina, quello che appartiene ai luoghi che hanno già visto tutto. Tra i pini e le facciate color ocra del rione San Saba, una targa ricorda l’uomo che ha dato un volto al Neorealismo: “Maestro e testimone del grande cinema italiano nel mondo”. Proprio dietro quella targa, una porzione della casa in cui Vittorio De Sica visse gli ultimi anni torna oggi sul mercato. Non è un immobile qualsiasi: è un frammento di memoria collettiva, incastonato su uno dei colli più antichi di Roma, a due passi dal Circo Massimo.

Il bene in vendita e il prezzo richiesto

Si tratta di una porzione al primo piano di un palazzo d’epoca, proposta da Battisti Home, agenzia specializzata in immobili di pregio e dimore d’autore. Il prezzo richiesto è di 1 milione e 50 mila euro. L’annuncio la definisce “molto più di un semplice appartamento”: 122 metri quadrati interni e circa 100 di terrazzo perimetrale. Una scheda tecnica che parla ai compratori, ma che, per il suo valore simbolico, riguarda anche la città.

Una terrazza-memoria, tra mattonelle e capitelli

Il terrazzo corre lungo tutta l’abitazione, pavimentato con mattonelle originali del Novecento. Sulle pareti esterne compaiono frammenti di capitelli romani, piccole reliquie murate che trasformano l’outdoor in un racconto di pietra. Non è solo un plus estetico: questi elementi sono parte del carattere storico dell’immobile. Per chi acquista, significa attenzione a eventuali vincoli conservativi e a procedure corrette in caso di manutenzioni o restauri. Il valore materiale si intreccia con quello culturale, e ogni intervento va pensato con cura.

Dentro lo studio dove il cinema prese forma

La vera unicità è negli interni. Dal salotto alla camera da letto, l’atmosfera richiama la stagione in cui De Sica abitava qui con Maria Mercader. In questo studio, raccontano, il regista lavorò fianco a fianco con Cesare Zavattini: tra quelle pareti presero corpo “Il tetto” (1956), “Ieri, oggi, domani” (1963), “Il giudizio universale” (1961) e “Il giardino dei Finzi Contini” (1970). Persino alcune musiche del figlio, Manuel De Sica, nacquero in queste stanze. È un luogo che sa ancora di cinema: il laboratorio discreto di un autore quattro volte Premio Oscar.

Due unità, un solo racconto

Oggi l’immobile risulta frazionato in due unità indipendenti, ma conserva il filo narrativo originario. La suddivisione offre flessibilità d’uso: una residenza principale con studio/foresteria, oppure due appartamenti a reddito. Per l’acquirente, significa valutare impianti, coerenza distributiva e costi di eventuale ricomposizione. Per la città, significa chiedersi come tenere insieme funzionalità contemporanee e tutela della memoria. L’equilibrio non è scontato, ma è possibile quando si progetta mettendo al centro il carattere del luogo.

Pubblica utilità: cosa verificare prima dell’acquisto

Chi valuta l’immobile dovrebbe considerare alcuni passaggi chiave: l’eventuale presenza di vincoli storico-artistici; la conformità edilizia e catastale; lo stato delle finiture d’epoca e dei materiali lapidei; la manutenzione del terrazzo e delle impermeabilizzazioni; l’efficienza energetica e gli spazi tecnici disponibili per eventuali adeguamenti. Opportuno informarsi su regolamenti condominiali, carichi urbanistici e possibilità di visite pubbliche programmate, se si volesse mantenere la vocazione di “casa-museo”. Scelte trasparenti aiutano a salvaguardare un bene che appartiene anche alla memoria collettiva.

Un quartiere tra storia e servizi

San Saba è un rione quieto e centrale: il Circo Massimo a pochi minuti, l’Aventino con i suoi giardini e le basiliche paleocristiane, le linee di mobilità leggera e la fermata della metro B a portata di passo. L’accessibilità favorisce un uso residenziale di qualità ma anche attività culturali a basso impatto: piccole rassegne, incontri, visite su appuntamento. Per la comunità, la presenza di una “casa d’autore” attiva può generare indotto culturale, educativo e turistico misurato, preservando il respiro del quartiere.

Precedenti illustri e il tema della continuità

Roma conosce vendite simili: l’attico ai Parioli di Federico Fellini, la villa al Celio di Anna Magnani, la dimora sull’Appia Antica di Carlo Ponti e Sophia Loren, l’attico vista Campidoglio di Ennio Morricone. Ogni passaggio di mano interroga la città: come si custodisce ciò che resta dei suoi protagonisti? L’opzione non è solo musealizzare, ma coltivare funzioni coerenti, garantire accesso responsabile e valorizzare archivi e testimonianze. Continuità significa rendere vivi i luoghi, evitando che diventino semplici sfondi.

Un’occasione per Roma (e per l’acquirente giusto)

Questa vendita può essere l’occasione per un patto virtuoso tra privato e comunità: un restauro rispettoso, un programma di apertura periodica, collaborazioni con scuole, cineclub, università. Per l’acquirente, il ritorno non è soltanto immobiliare: è reputazionale, culturale, talvolta persino fiscale se si attivano percorsi di tutela e progetti di valorizzazione nel rispetto delle norme. Per Roma, è la possibilità di trattenere, dentro una casa, il racconto di un’epoca che ha parlato al mondo.

Perché la notizia conta oggi

Non è la prima volta che la Capitale rimette sul mercato un pezzo della propria memoria; ma ogni volta è un test di maturità civica. La casa di De Sica è un bene privato con valore pubblico: un luogo dove il Neorealismo ha preso forma, un frammento di identità urbana. La vendita non deve essere un addio, ma un passaggio di testimone. Dipenderà da come verrà acquistata, rispettata, restituita. Se Roma saprà accompagnare questa transizione, la targa in via Aventina continuerà a narrare, ai passanti e al tempo, la storia che le appartiene.