Roma, la riforestazione del PNRR nel V Municipio e a Ostia diventa un “cimitero di alberi”: piantati e già secchi

alberi secchi V Municipio

Dove doveva nascere un bosco, oggi c’è solo silenzio. Rami rinsecchiti, zolle aride e centinaia di alberi che sembrano già morti: la riforestazione del PNRR, il progetto che avrebbe dovuto dare ossigeno e bellezza ai quartieri di Roma, sta diventando un simbolo del suo fallimento. A denunciare lo scandalo è Marco Doria, ex presidente dei Parchi e Ville Storiche di Roma Capitale, oggi direttore del Dipartimento di Scienze dell’Ambiente e della Natura di Unisrita. Dopo aver sollevato l’allarme a giugno per le aree verdi di Ostia e Acilia, torna a farlo oggi per il V Municipio di Roma, dove due parchi – Alessandrino e Francesco Bonafede – si sono trasformati, dice Doria, in un vero e proprio “cimitero di alberi”.

Parchi fantasma e fondi del PNRR

Nel V Municipio, con un finanziamento da 4,4 milioni di euro della Città Metropolitana di Roma Capitale, erano stati messi a dimora oltre diecimila alberi e arbusti. L’obiettivo era quello di riforestare le aree periferiche e riportare verde, ossigeno e qualità della vita nei quartieri dimenticati. Ma a distanza di pochi mesi, della promessa sembra essere rimasto solo il ricordo. Doria ha effettuato un sopralluogo in entrambi i parchi, verificando che più dell’80% delle piante è secco. Nessun impianto d’irrigazione efficace, nessuna manutenzione, nessun controllo. Solo distese di alberi secchi.

“Camminare lì dentro è come attraversare un campo santo, con alberi secchi ovunque. È un dolore civile ed ecologico, perché questo doveva essere il simbolo della rinascita ambientale di Roma”, commenta Marco Doria. La denuncia è è stata presentata ai Carabinieri di Ostia e al Nucleo Forestale, con tanto di documentazione fotografica. Secondo Doria, il problema non è solo tecnico ma gestionale. “Si piantano alberi per le foto di rito, poi li si abbandona. Così la riforestazione diventa solo propaganda, non un investimento per il futuro”. La sua nuova segnalazione, inviata negli ultimi giorni, estende la responsabilità a più livelli, chiedendo verifiche sullo stato delle piante, sulla manutenzione post-piantumazione e sull’effettivo utilizzo dei fondi del PNRR destinati alla transizione ecologica urbana.

Quando la “rivoluzione verde” si ferma a metà

Il progetto di riforestazione del PNRR era nato con ambizioni altissime: migliorare la qualità dell’aria, mitigare il caldo urbano, restituire ombra, favorire la biodiversità. Roma doveva diventare un modello europeo di rinascita ambientale. Oggi, invece, si presenta come una città dove il verde non cresce ma muore. Tra piante mai attecchite, irrigazioni mai fatte e monitoraggi inesistenti, l’iniziativa rischia di trasformarsi in uno spreco ambientale e finanziario. Ma chi vigila dopo che gli alberi sono stati piantati? Il PNRR finanzia i progetti, ma la manutenzione successiva (l’irrigazione, la cura, la potatura, la verifica dell’attecchimento), resta spesso un limbo di competenze tra enti locali e ditte appaltatrici. E proprio in quella zona grigia si perdono centinaia di migliaia di euro e migliaia di piante.

Il precedente a Ostia

Non è la prima volta che succede. A giugno, sempre Doria aveva documentato lo stesso scenario alla Pineta delle Acque Rosse di Ostia e nel Parco di via Ruggero Panerai ad Acilia. Furono messe a dimora decine di migliaia di piante nell’ambito dello stesso programma di riforestazione PNRR. Il bilancio, a pochi mesi dalla piantumazione, fu drammatico. Su un intervento che prevedeva complessivamente 37.800 piante e 14.590 arbusti, i controlli hanno indicato una sopravvivenza intorno al 20% su campioni significativi. “Recentemente, sul litorale romano sono seccati gli alberelli del PNRR (2,3 milioni di euro). Sono stati piantati, secondo segnalazioni dei cittadini, su un terreno farcito di rifiuti. Un alberello filiforme costa pochissimo. In Italia, attecchisce solo se regolarmente innaffiato. Se anche l’appalto prevede la sostituzione degli alberi seccati, ripiantarli fino all’esaurimento dell’obbligo può costare meno che innaffiarli. Ora, con il target M2C4-20bis – scrive Marco Doria – l’Italia vuole piantare 3.500.000 alberi entro il giugno 2026. Può la Commissione far sapere se chiederà conto all’italia, per il passato e il futuro, dell’effettivo attecchimento degli alberi PNRR e delle piantumazioni effettuate abbattendo boschi?

Marco Doria
Marco Doria