Roma, l’aquila Olimpia anche ai funerali: continua il botta e risposta tra Juan Bernabè e il patron della Lazio Lotito

Roma, l’aquila Olimpia anche ai funerali: continua il botta e risposta tra Juan Bernabè e il patron della Lazio Claudio Lotito. Non c’è pace per l’aquila Olimpia, simbolo della Lazio, che continua a far parlare di sé ben oltre i confini dello stadio Olimpico. L’ex falconiere Juan Bernabè, cacciato ufficialmente dal club lo scorso gennaio, torna protagonista con un gesto destinato a far discutere: la presenza dell’aquila ai funerali di una tifosa biancoceleste.
Un ultimo volo simbolico, tra i banchi di una chiesa e davanti alla bara, immortalato in un video pubblicato sui social.

Il gesto, nato come tributo “alla laziale per eccellenza”, ha infiammato i sostenitori: cuori, commenti e messaggi di solidarietà sono piovuti sull’ex falconiere, che ha ribadito la sua vicinanza alla comunità laziale e il suo legame indissolubile con Olimpia, oggi “al servizio dei tifosi”.
Dallo stadio alle cerimonie private su Roma e provincia
Dopo l’addio forzato alla società biancoceleste, Bernabè ha trasformato Olimpia in una sorta di brand itinerante. L’aquila è diventata presenza fissa a eventi privati: matrimoni, battesimi, inaugurazioni di locali. E ora anche funerali. Un vero e proprio “tour” alternativo, con tanto di tariffario: mille euro per un’apparizione, dilazionabili in due tranche.
A Formello, Bernabè è stato avvistato spesso con l’aquila nei pressi di kebabberie e pizzerie. In altri casi, ha prestato volto e piume per sponsorizzare olio siciliano e orologi falsi – che definiva “customizzati”. Un utilizzo commerciale sempre più spinto di Olimpia, che alimenta la polemica tra l’ex falconiere e il presidente della Lazio Claudio Lotito.
Roma, il gelo con Lotito
Il punto di rottura tra i due è ormai definitivo. Il primo colpo era arrivato a gennaio 2025, quando Bernabè era stato licenziato a seguito della pubblicazione di contenuti privati post-operatori sui social. Da allora, il clima si è fatto sempre più teso.
A maggio, la frattura è diventata insanabile: Bernabè ha pubblicato un video in cui accusava la società biancoceleste di presunte irregolarità nella gestione del settore giovanile. La reazione del club è stata glaciale, e la possibilità che Olimpia torni a volare all’Olimpico è ormai remota.
Anche l’episodio della festa di Caprarola, risalente a maggio, ha segnato un punto di non ritorno. Bernabè, non invitato, si era presentato con l’aquila per togliere visibilità al nuovo falconiere. Il gesto è stato vissuto come una provocazione, peggiorando ulteriormente i rapporti.
La Lazio resta sullo sfondo
In questo clima di tensioni, la società Lazio ha scelto la linea del silenzio. Lotito, mai tenero con l’ex collaboratore, non ha rilasciato dichiarazioni ufficiali. Ma è evidente che il club ss Lazio voglia voltare pagina, affidando il simbolo dell’aquila a nuovi professionisti.
Bernabè, dal canto suo, continua a vivere il rapporto con i tifosi come una missione personale. “Olimpia sarà sempre l’aquila dei laziali”, ha dichiarato di recente in un video pubblicato il 1° giugno. Le parole sembrano rivolte più alla piazza che alla dirigenza, in un momento in cui il distacco tra tifoseria e società è quanto mai sensibile.
Un simbolo conteso a Roma
Olimpia, nel frattempo, resta al centro di un conflitto simbolico. Da emblema sportivo, è diventata un’icona contesa: tra marketing, sentimenti e identità.
Il futuro dell’aquila è incerto, ma il suo presente è chiaro: non più solo nei cieli dello stadio, ma nei luoghi della vita quotidiana, anche nei momenti più intimi e dolorosi. Il confine tra omaggio e spettacolo si fa sempre più labile. E nel silenzio della chiesa, mentre Olimpia osserva fiera dall’altare, il messaggio è inequivocabile: la Lazio è molto più di una squadra. E la sua aquila è diventata qualcosa che sfugge a ogni controllo.