Roma, l’assessore chiede una nuova ‘segretaria’, ‘Sì’ lampo di Gualtieri: ok al contratto annuale da 40mila € per una sostituzione di 6 mesi

Roma, sullo sfondo il Campidoglio, in primo piano assessore allo Sport Onorato e il sindaco Gualtieri - www.7colli.it

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Roma, il Campidoglio ha detto sì in soli tre giorni e con urgenza massima alla richiesta dell’assessore ai Grandi Eventi, Sport, e Turismo , Alessandro Onorato, che ha chiesto al primo cittadino la sostituzione temporanea per sei mesi di una collaboratrice del suo staff in congedo di maternità. La Giunta capitolina (assenti al momento del voto, ironia della sorte, proprio il sindaco Gualtieri e il suo assessore Onorato) ha approvato la delibera n. 393 con cui viene autorizzata l’instaurazione di un rapporto di lavoro a tempo pieno e determinato, quindi non semestrale, con la dottoressa L. C., individuata per ricoprire il ruolo vacante.

La sostituzione si renderebbe necessaria – secondo il Campidoglio – per garantire la “continuità operativa e funzionale” dell’ufficio durante i sei mesi di assenza della titolare, il cui congedo obbligatorio va dal 1° ottobre 2025 al 1° marzo 2026. Fin qui, tutto regolare. Ma è la formula scelta dal Comune di Roma solleva più di un interrogativo.

Il paradosso del contratto “annuale”

Nonostante si tratti solo di una sostituzione temporanea, come anzidetto, quindi legata a un periodo di maternità di sei mesi, la Giunta ha deliberato l’avvio di un contratto a tempo pieno con un compenso annuale lordo di 40.170 euro. La motivazione ufficiale è la necessità di “assicurare la prosecuzione del necessario supporto alle attività connesse alla promozione turistica, agli eventi e alla moda”.

Tuttavia, la forma e la durata del contratto potrebbero lasciare intendere che l’incarico abbia caratteristiche più ampie rispetto a una semplice sostituzione? Una scelta contrattuale che, pur formalmente legittima, potrebbe quindi stridere con i principi di proporzionalità e buon andamento dell’amministrazione pubblica, sanciti dall’articolo 97 della Costituzione.

Il costo per i cittadini

Secondo la delibera della Giunta Gualtieri, come anzidetto, la nuova collaboratrice percepirà un trattamento economico complessivo di 40.170,03 euro lordi — comprensivo di tredicesima mensilità — pari allo stipendio previsto per l’area dei funzionari categoria D1 del contratto delle Funzioni Locali. Una cifra che, anche considerando il carattere temporaneo dell’incarico, incide comunque sui bilanci di Roma in un momento di ristrettezze (con un debito di circa mezzo miliardo di euro sulle spalle, con la Capitale ancora commissariata fino al 2028 e con Gualtieri enlla duplice veste di primo cittadino e commissario per il rientro dal debito) e di tagli su servizi essenziali.
Il tema non è tanto la legittimità dell’assunzione per sostituire temporaneamente una donna in dolce attesa, quanto la proporzionalità della spesa rispetto alla durata effettiva della sostituzione. Un contratto semestrale — eventualmente prorogabile — avrebbe forse garantito la stessa continuità operativa con un impatto economico più contenuto per Roma e i romani?

Il via libera del Sindaco

La procedura è stata avviata dall’assessore Onorato il 20 ottobre, dopo aver ricevuto il via libera del sindaco Roberto Gualtieri, e conclusa dopo appena tre giorni, il 23 ottobre. L’atto si fonda sull’articolo 90 del Decreto Legislativo 267 del 2000, che consente agli organi politici di dotarsi di collaboratori di fiducia “a tempo determinato”, per funzioni di supporto diretto, ma che lascia la facoltà di determinare la durata in modo libero, 6, 12, 18 mesi, salvo possibile rinnovo motivato. E allora perché non porre un limite temporaneo, in questo contratto, per limitare la spesa a carico dei cittadini?

Continuità o occasione?

Dietro l’apparente routine amministrativa, la delibera apre un dibattito più ampio sul rapporto tra fiduciarietà politica e spesa pubblica. L’articolo 90 del Testo unico degli enti locali è spesso usato per giustificare assunzioni “dirette” negli staff politici, ma in questo caso il ricorso a un tempo pieno annuale per un’assenza semestrale rischia di apparire quantomeno come un eccesso di ‘zelo’ a spese dei contribuenti.
Roma è una città in cui molti uffici comunali operano in condizioni di estrema carenza di personale, con tempi lunghi e risorse limitate. A discapito dei servizi offerti ai romani. Da qui la domanda: era davvero necessario un incarico così ampio e oneroso per una semplice sostituzione temporanea di sei mesi?

Una questione di trasparenza

Il valore pubblico della notizia non sta solo nel nome o nella cifra, ma nella trasparenza dell’azione amministrativa. Ogni euro speso per funzioni di staff politico — soprattutto in tempi di bilanci risicati — dovrebbe essere motivato con chiarezza e misurato sull’effettiva durata dell’incarico. La delibera n. 393, pur regolare nella forma, offre così uno spaccato emblematico della gestione del personale negli uffici politici capitolini: una prassi dove la flessibilità diventa rigidità contrattuale, dove gli staff crescono a volte a dismisura e dove la sostituzione di sei mesi si traduce in un contratto annuale a tempo determinato laddove, magari, non strettamente necessario.
Una decisione che, se non altro, riaccende il dibattito sul costo della politica e sul principio di buon senso nell’amministrazione pubblica — due parole che, a Roma, sembrano spesso non marciare di pari passo.