Roma, l’assessore Onorato celebra il turismo di lusso, ma i cittadini pagano il conto: affitti alle stelle e città invivibile

Roma e Onorato

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Roma, Capitale del turismo di lusso. È questo lo slogan che Alessandro Onorato, assessore ai Grandi Eventi, Sport, Turismo e Moda di Roma Capitale, ha portato con orgoglio alla fiera TTG di Rimini. Numeri alla mano, sorrisi davanti ai microfoni e un messaggio che suona come un successo: “Negli ultimi tre anni la crescita media dell’occupazione nel turismo è arrivata al 5,5%, contro l’1,9% degli anni tra il 2015 e il 2018”. Ma dietro ai dati scintillanti e alle slide da convegno, resta una domanda che molti romani si pongono ogni giorno: a chi porta davvero benefici questo boom del turismo di lusso?

Perché Onorato lo dice chiaramente: “Questi investimenti, soprattutto nel settore lusso, portano benefici economici e sociali a tutta la città”. Parole perfette per una brochure, ma difficili da digerire per chi, nella Capitale, fa i conti con l’altra faccia della medaglia. Affitti raddoppiatiquartieri svuotati dai residenti e prezzi fuori controllo anche per una pizza al ristorante.

I numeri dell’assessore: posti di lavoro e milioni di investimenti

Onorato parla di “posti di lavoro” e di “riqualificazione urbana”. Cita i dati con orgoglio: “Negli hotel a 5 stelle il rapporto tra dipendenti e camere è 1,28 a 1, mentre nelle strutture a una stella è un dipendente ogni 4,6 camere”. Un modo elegante per dire che il lusso crea occupazione. E aggiunge: “Nel primo semestre del 2025 Roma ha attirato 397 milioni di euro di investimenti, pari al 29% del totale nazionale nel settore immobiliare turistico. È il risultato di una strategia precisa e di un lavoro costante in quasi quattro anni”.

Fin qui, tutto perfetto. Se non fosse che la strategia turistica di Onorato sembra pensata più per i turisti che per chi a Roma ci vive. Perché se gli hotel a cinque stelle assumono, allo stesso tempo i residenti perdono la possibilità di restare nei propri quartieri, travolti dalla marea dei B&B, degli affitti brevi, dei pullman turistici che invadono la città. Perché non ci sono solo i turisti di lusso, ma anche gli altri.

Affitti alle stelle e vita quotidiana impossibile

In quattro anni, i canoni di affitto nella Capitale sono praticamente raddoppiati. Gli appartamenti a lungo termine sono ormai un miraggio, sostituiti da camere su Airbnb o alloggi turistici che fruttano di più a chi li affitta. Per gli studenti e i lavoratori, trovare una stanza è diventato un lusso. È quello, l’unico “lusso” che resta, altro che gli slogan. E se anche la trovano, la pagano a peso d’oro. “Trovare qualcosa di decente è davvero difficile. Ormai spacciano per stanze anche gli sgabuzzini e i corridoi. Soggiorni trasformati in camere doppie, quindi nessuno spazio comune, un solo bagno per quattro persone. E chiedono almeno 500 euro a persona spese escluse”, si lamenta una ragazza.

Nei ristoranti, intanto, la musica è la stessa: i prezzi sono lievitati “grazie” all’affluenza turistica. I menù si adeguano alle tasche degli stranieri, non a quelle dei romani. Peccato che gli stipendi restino fermi, e che la città sembri sempre più costruita per chi arriva, non per chi resta.

E poi ci sono i mezzi pubblici, già al collasso, e ora pieni di turisti e borseggiatori, in una sorta di loop. Perché i borseggiatori sono attirati dai turisti. Le strade intasate dai pullman, i quartieri residenziali trasformati in cartoline senz’anima. Mentre chi vive a Roma si arrangia, paga e guarda da lontano i selfie di chi “ama” la città per un weekend o poco più. Poi ci sono i turisti “di lusso”, quelli appunto vantati da Onorato. Quelli che girano con le limousine e vedono una città completamente diversa. Per loro è tutto bello, perché non devono prendere i mezzi pubblici e trovarsi magari in mezzo a una rissa tra latinos. Non rischiano di essere derubati o accoltellati. O forse sì, in questa città non si sa mai, basta uscire di mezzo metro dai percorsi più sicuri. E ritrovarsi in prima pagina sui giornali, ma stavolta non per le belle cose che racconta l’assessore Onorato. Ma per quelle che vivono ogni giorno i romani.

Onorato e il paradosso della “Roma dei record”

Il punto è che Onorato, mentre parla di “strategie di sviluppo”, sembra dimenticare che una città non è un parco a tema. Non basta far crescere il turismo se, nel frattempo, si desertifica la vita dei cittadini.
La “Roma dei record” esiste, ma non è la stessa per tutti. C’è quella patinata dei congressi e dei cocktail, e quella reale dei pendolari, degli affitti impossibili, delle file ai pronto soccorso, del traffico impazzito, dei rifiuti sui marciapiedi e delle buche in strada. Forse, prima di celebrare il “turismo di lusso”, bisognerebbe chiedersi quanto costa ai romani questa gloria da copertina.

I romani si sono svegliati

Perché i romani, ormai, si sono svegliati. E hanno imparato a scendere in piazza. Lo hanno fatto per vicende internazionali e umanitarie, come il genocidio a Gaza, ma lo fanno anche per difendere i propri diritti. Lo dimostrano le proteste contro il Black Point di via Nomentana a San Basilio, le manifestazioni contro le piste ciclabili in diverse zone, da via Panama a via Guido Reni, e le mobilitazioni in programma sabato 11 ottobre contro la Ztl. I romani vogliono una città per i romani, e poi per i turisti. Una città dove gli eventi non costringano i residenti a chiudersi in casa, dove l’arrivo dei visitatori non significhi pagare di più anche un piatto di spaghetti.

Servono regole nuove, lontane dagli slogan. Perché di slogan Roma ne ha sentiti tanti. Ma di sostanza, poca. E se Onorato pensa di usare il turismo per dimenticare il flop del campo largo, allora è un’altra storia. Ma non possono essere i romani a fare da anestetico.