Roma, l’ex cinema Metropolitan diventerà un Centro Commerciale, ok della Giunta Rocca: l’opposizione insorge
                    Roma cambia ancora. E questa volta a mutare sarà uno dei suoi simboli storici del grande schermo: l’ex cinema Metropolitan, nel cuore di via del Corso, al civico 7, a pochi passi da piazza del Popolo. Il progetto di trasformazione in un grande centro commerciale ha ricevuto l’approvazione definitiva della Giunta regionale guidata da Francesco Rocca, aprendo la strada a un intervento che, da tempo, divide cittadini, commercianti e mondo della cultura.
L’ipotesi, ventilata già da oltre due anni, si è concretizzata grazie alla normativa regionale promossa da Fratelli d’Italia, che consente di riconvertire in strutture commerciali, sportive o multifunzionali gli edifici cinematografici rimasti chiusi da più di dieci anni. Una disposizione pensata per contrastare il degrado urbano, ma che solleva interrogativi sulla perdita di identità culturale del centro storico.
    L’approvazione della delibera: un Centro Commerciale al posto dello storico cinema
La delibera regionale, approvata nei giorni scorsi, fotografa una situazione di abbandono ormai cronica. Il Metropolitan, si legge nel documento riportato da fanpage, «costituisce con la sua chiusura funzionale e manutentiva un rilevante fattore di degrado urbano per la tratta iniziale di via del Corso, comportando una grave perdita in termini di vivibilità, sicurezza e decoro dell’ambito urbano».
L’edificio, chiuso da oltre un decennio, è divenuto simbolo della cosiddetta “desertificazione culturale”, che ha colpito molte sale cinematografiche romane. Secondo la Giunta, il cambio di destinazione d’uso si inserisce all’interno di un più ampio progetto di riqualificazione e pedonalizzazione della zona, con l’obiettivo di restituire vitalità e sicurezza a un’area nevralgica della Capitale.
Nonostante le perplessità, il via libera è arrivato dopo anni di stallo e di ricorsi amministrativi, poi ritirati dai commercianti della zona, che temevano un impatto negativo sulla rete delle attività tradizionali.
Tra rigenerazione e perdita d’identità, per via del Corso
Il progetto prevede la nascita di un grande spazio commerciale articolato su più piani, con negozi, uffici e una piccola sala cinematografica, destinata a mantenere almeno simbolicamente il legame con la storia del luogo. Tuttavia, la quota riservata alla cultura sarà minima, circa il 10% dell’intero complesso.
La scelta segna una discontinuità netta rispetto alle linee guida della precedente amministrazione regionale, che aveva imposto il mantenimento di almeno il 70% della superficie a destinazione culturale. Con la nuova interpretazione normativa, la Giunta Rocca apre invece la strada a una maggiore flessibilità nelle destinazioni d’uso, incentivando la riconversione di immobili dismessi in attività economicamente sostenibili.
I sostenitori del progetto parlano di “rigenerazione urbana”, di un’occasione per rivitalizzare un tratto di città ormai in declino. Gli oppositori, invece, denunciano il rischio di snaturare il cuore di Roma, già sottoposto a una crescente pressione commerciale e turistica.
Le reazioni politiche e civiche
«La Giunta Rocca ha scelto di revocare gli atti della precedente amministrazione e consentire la trasformazione del Metropolitan in uno spazio a prevalente uso commerciale», ha dichiarato il consigliere regionale Massimiliano Valeriani, esponente dell’opposizione, ricordando come in passato fosse stato respinto un progetto analogo perché non rispettava le proporzioni indicate dalla legge regionale.
«È meglio un cinema chiuso o un centro commerciale attivo?», si chiede lo stesso Valeriani, riconoscendo tuttavia che la crisi del settore culturale impone nuove forme di sostegno, anche attraverso partnership con il mondo del commercio. «La cultura va aiutata, ma non annullata. Così la bilancia pende tutta da una parte», ha aggiunto, in una nota dai toni amari.
Sul fronte civico, associazioni e comitati del centro storico hanno espresso preoccupazione per l’ulteriore perdita di spazi pubblici dedicati alla cultura. Secondo loro, la riqualificazione non può coincidere con la sola apertura di nuovi negozi, ma deve restituire ai cittadini luoghi di incontro e di socialità.
Il nodo tra economia e cultura
La vicenda del Metropolitan rappresenta in modo emblematico il conflitto tra due modelli di città: uno votato alla valorizzazione commerciale e turistica, l’altro legato alla tutela del patrimonio culturale e della memoria collettiva.
Per la Regione, la riconversione di immobili abbandonati significa recupero del decoro urbano e rilancio dell’occupazione. Ma per molti romani, la scomparsa dei vecchi cinema è un impoverimento irreversibile del tessuto culturale cittadino.
Via del Corso, che per decenni ha ospitato il cinema più elegante della Capitale, si prepara dunque a cambiare volto ancora una volta. E mentre le ruspe si avvicinano, resta aperta una domanda che va oltre il singolo edificio: quale futuro attende la cultura nel cuore di Roma, in un’epoca in cui la logica del profitto sembra prevalere su quella dell’identità?