Roma Lido, altro black out. E il ritorno dal mare è un incubo

Foto Roma Today. Ennesimo black out sulla tratta ferroviaria della Roma Lido. Che secondo le statistiche ufficiali, rimane una delle linee peggiori di tutta Italia. Tra treni vecchi, manutenzioni carenti, stazioni fatiscenti e guasti a ripetizione. Ieri però, si è verificata davvero la ‘tempesta perfetta’. Infatti, i problemi sono esplosi nel pomeriggio, proprio quando turisti e famiglie stavano ritornando dal mare. Prima con attese interminabili in banchina. E poi con la definitiva chiusura per guasto tecnico tra le fermate di San Paolo basilica e Magliana. Con i passeggeri, tra i quali molti bambini,  costretti a percorrere un tratto lungo i binari. Una vera e propria odissea, in un pomeriggio da incubo. Iniziato con quasi due ore di attesa a Ostia Lido. E terminato nel peggiore dei modi. Un servizio indegno di una città moderna e di una grande Capitale europea, per una ferrovia appena passata dal comune alla Regione. E sulla quale da via Cristoforo Colombo, si dovrà rapidamente investire. Se si vuole uscire rapidamente da una situazione assurda e pericolosa, per gli utenti e per le migliaia di pendolari. Che ogni giorno sono costretti a recarsi al lavoro in una sorta di ‘carro bestiame’.

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Non si respirava, i bambini piangevano. Le testimonianze di un ritorno da incubo sulla Roma Lido

‘Dopo aver atteso per oltre due ore, siamo saliti sul treno. Ammassati come sardine. Non si respirava, e molti bambini piangevano. Alla fine, il treno si è fermato prima della stazione di San Paolo. E siamo dovuti scendere, facendo l’ultima parte del viaggio a piedi’. Questa la testimonianza di Simona, che ieri pomeriggio è rimasta imprigionata nell’incubo del ritorno da Ostia. Come altre migliaia di bagnanti. ‘E pensare che ogni giorni tanti prendono questo treno per lavorare’, ha concluso il suo sfogo Simona. ‘Assurdo costringere i lavoratori a una cosa simile’.

Ieri dunque, sulla Roma Lido si è scatenata la ‘tempesta perfetta’. Ma i disservizi giornalieri forse sono ancora più gravi. Mentre anche la A ha fatto i capricci. In apertura del servizio, all’altezza della fermata di Vittorio Emanuele. E dalle 13.30 alle 14.45, con la chiusura della stazione di Repubblica. Per un trasporto che definire da incubo, è fargli un complimento.