Roma-Lido tra disservizi e guasti, il Campidoglio chiede alla Regione di riaffidare la tratta a Atac: “I nuovi treni non arrivano”
 
                    Ancora un guasto, ancora disagi per migliaia di pendolari, l’ultimo risale a ieri mattina 30 ottobre. La linea Roma-Lido si è fermata per un blackout elettrico all’altezza di Vitinia, lasciando a terra centinaia di passeggeri. Le navette sostitutive tra Piramide e Acilia, come sempre, si sono riempite all’inverosimile, con tempi di attesa interminabili e pendolari esasperati. Non è un caso isolato: negli ultimi mesi, le interruzioni e i rallentamenti sono diventati la regola su una tratta che collega il cuore della Capitale al litorale romano, percorsa ogni giorno da decine di migliaia di cittadini. Il guasto di Vitinia ha riportato in primo piano un tema che ormai va oltre il mero disservizio tecnico: la gestione della Roma-Lido è diventata un vero e proprio caso politico. Per questo il Campidoglio avrebbe chiesto alla regione di riaffidare il servizio a Atac, in cambio di 8 nuovi treni che rafforzino il servizio.
La crisi gestionale della Roma-Lido e la richiesta del Campidoglio
Fino al 2022 la gestione della Roma-Lido era affidata ad Atac, mentre la proprietà spettava alla Regione Lazio. Con la riforma degli affidamenti, la giunta regionale Zingaretti bis decise di accentrare entrambe le competenze, assumendo il controllo completo della linea. Da allora, però, la situazione non è migliorata. Nonostante gli interventi infrastrutturali avviati, i treni restano pochi, vecchi e soggetti a continui guasti. I passeggeri subiscono ritardi cronici e cancellazioni improvvise, mentre l’immagine del trasporto pubblico regionale sprofonda.
 
    Il passaggio di gestione, nato per semplificare e potenziare il servizio, ha finito per accentuare i problemi, lasciando in sospeso la questione più importante: chi deve davvero occuparsi della Roma-Lido?
Il governatore Rocca scrive a Gualtieri: “Ci servono treni per la Roma-Lido”
La Regione Lazio, di recente, avrebbe ammesso la gravità della situazione. In una lettera del governatore Rocca indirizzata al sindaco e commissario per il Giubileo, Gualtieri, sarebbe stata formalmente chiesta una collaborazione per ottenere nuovi treni attraverso il contratto in essere tra Roma Capitale e la società Hitachi.
La motivazione è semplice: la gara del 2022, vinta dalla Firema per la fornitura di 38 convogli destinati alle linee Roma-Lido e Roma-Viterbo, è di fatto fallita. Nessun treno è mai stato consegnato, e la società versa in una crisi che ne blocca la produzione. Di conseguenza, la flotta attuale è ridotta all’osso e composta da mezzi vetusti, con gravi ricadute sul servizio quotidiano.
L’ipotesi Hitachi: otto nuovi treni per la linea del mare anziché la metro di Roma
La soluzione proposta prevederebbe che la Regione possa acquisire otto treni da Hitachi, gli stessi destinati alle linee metropolitane della Capitale. Un accordo che, se confermato, potrebbe alleggerire in parte l’emergenza, consentendo di aumentare le frequenze e ridurre i disagi.
La giunta capitolina avrebbe espresso la disponibilità a collaborare, riconoscendo l’urgenza della situazione. Nella memoria che sarebbe stata approvata a Palazzo Senatorio si sottolinea come “l’attuale carenza di convogli renda il servizio ferroviario inefficace”, aprendo così la strada a un’intesa istituzionale.
Gli investimenti e le promesse: binari nuovi, ma servizio sempre in affanno
Sul fronte infrastrutturale, la Regione ha già speso centinaia di milioni di euro per modernizzare la tratta. I binari sono stati completamente rifatti dopo oltre trent’anni di servizio e i lavori sulla linea aerea — quella che si è guastata ieri — sono in corso di completamento.
Ma i cantieri non bastano. Senza nuovi treni, le migliorie tecniche restano invisibili agli occhi dei cittadini, che ogni giorno affrontano ritardi e interruzioni. La modernizzazione strutturale, da sola, non può compensare una gestione che fatica a garantire la continuità del servizio.
Tra investimenti e disagi, un futuro ancora incerto
Mentre Regione e Comune discutono di competenze e contratti, i pendolari continuano a vivere l’incubo quotidiano dei disservizi. Ogni fermata interrotta, ogni treno cancellato è un colpo alla credibilità del sistema di trasporto pubblico. Serviranno tempi certi, fondi adeguati e, soprattutto, una gestione unitaria e responsabile.
