Roma, “Lista stupri” al liceo Giulio Cesare: il nome delle studentesse sui muri

Lista stupri

Donne trattate come se fossero merce. Una “lista stupri“, al pari di una lista della spesa. È successo a Roma, nel liceo Giulio Cesare. Nomi e cognomi di studentesse scritti sul muro della scuola nel quartiere Trieste, come se fossero prede da puntare e poi spuntare con un segno rosso.

La “lista stupri” scritta nel bagno dei ragazzi

A segnalare tutto è stato il collettivo Zero Alibi, che ha trovato la scritta nel bagno dei maschi al secondo piano della scuola. Lettere rosse, almeno dieci nomi, comparsi il 27 novembre, appena due giorni dopo la Giornata contro la violenza sulle donne. Una coincidenza impossibile da ignorare. “Un muro si cancella, la cultura che ci sta dietro no”, dicono gli studenti. Ed è difficile dar loro torto. Perché chiamare le ragazze per nome e inserirle in una lista di violenza, di fatto, è un messaggio che va molto oltre la stupidaggine adolescenziale. È l’ennesima prova di quanto la cultura patriarcale sia ancora viva, sottopelle, quotidiana. Di quanto certe parole possano diventare armi, anche quando chi le scrive crede di giocare.

Nel Collettivo parlano di un gesto “inconcepibile”, di una pratica che trasforma i corpi femminili in bersagli, in oggetti da mettere in fila come fossero una categoria qualsiasi. Un’idea tossica, che “ogni giorno uccide, ferisce, zittisce”. E adesso non si può far finta di nulla. Non si può derubricare tutto a provocazione di qualche ragazzino annoiato. Perché dietro c’è un sistema culturale che ancora oggi condiziona la vita delle ragazze, e che non scompare se si cancella una scritta da un muro.

L’assemblea

Usare la violenza sessuale come arma, come minaccia o scherno, significa alimentare ed essere parte attiva della stessa cultura che ogni giorno uccide, ferisce, opprime, umilia e zittisce le donne. Significa sentirsi autorizzati a trattare i corpi femminili come oggetti, come bersagli, come “componenti di una lista”. E questo è intollerabile“, scrivono i ragazzi del Collettivo. Che poi spiegano ancora: “Pochi giorni prima inoltre sono stati strappati due fogli di raccolta firme con cui molte studentesse pretendevano si ponesse maggiore attenzione sul tema della violenza di genere a scuola. Questi episodi non possono passare inosservati: sono sintomo del patriarcato, di un sistema oppressivo che silenziosamente controlla e condiziona le nostre vite. Nessuna di noi può permettersi di restare indifferente, di voltarsi dall’altra parte: perché chi è indifferente è complice”.

E ribadiscono la necessità dell’educazione sessuo-affettiva nelle scuole. Per questo, oggi al Giulio Cesare ci sarà un’assemblea straordinaria.

La solidarietà degli altri licei e dalla politica

La storia del Giulio Cesare si è diffusa in poche ore. I collettivi degli altri licei della città hanno rilanciato subito la denuncia, parlando apertamente di un segnale inquietante che riguarda tutti, non solo gli studenti coinvolti.

Parole dure arrivano anche dal mondo politico. Rachele Mussolini, capogruppo di Forza Italia e membro della Commissione Pari Opportunità, definisce la vicenda “un orrore”, “un atto di follia” che rivela “una pericolosa mancanza di consapevolezza” sul tema della violenza di genere. E chiede punizioni severe, sì, ma anche percorsi educativi che rendano chiaro, una volta per tutte, che la donna non è e non sarà mai un oggetto.

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