Roma, Malagò candidato sindaco per il centrodestra contro Gualtieri? “Deciderò dopo le olimpiadi di Cortina 2026”

Roma, dopo mesi di silenzio e indiscrezioni, è Giovanni Malagò – imprenditore, sportivo, volto noto delle istituzioni e presidente della Fondazione Milano-Cortina 2026 – a scuotere l’immobilismo del centrodestra romano. Intervistato nel programma radiofonico Un giorno da pecora, l’ex presidente del CONI ha lasciato aperta una porta che fino a ieri sembrava sbarrata: la sua possibile candidatura a sindaco di Roma. Nessuna conferma ufficiale, ma un segnale chiaro: «Mi sono arrivate proposte di vario tipo, anche non politiche. Ho detto a tutti di farmi arrivare a fine marzo e poi vediamo».
Un messaggio misurato ma eloquente, pronunciato con la prudenza di chi conosce i tempi della politica e l’importanza di non bruciare le tappe. Marzo, non a caso, coincide con la chiusura delle Olimpiadi invernali.

Roma, il nome che fa sognare (e discutere) il centrodestra
Nel panorama del centrodestra, la figura di Malagò si staglia come quella di un “tecnico con carisma”. Dopo settimane di tentativi infruttuosi per trovare un candidato competitivo da opporre al sindaco uscente Roberto Gualtieri, il suo nome riaccende le speranze di un fronte fino a oggi diviso in vista della riconquista del Campidoglio.
La sua storia personale e professionale lo rende un outsider con un profilo d’alto livello: imprenditore affermato, uomo delle istituzioni, promotore dello sport come motore economico e sociale. Qualità che, agli occhi di molti, potrebbero restituire a Roma un’immagine di efficienza e competenza dopo anni di difficoltà amministrative.
Eppure, dietro le quinte, le manovre sono già iniziate. Alcuni ambienti politici lo considerano “il candidato ideale per una svolta civile”, altri temono che la sua figura indipendente possa sfuggire alle logiche di partito.
Le pedine in campo e il rebus del centrodestra
Fino a oggi, i nomi circolati per la corsa al Campidoglio erano stati tutti di area politica: Fabio Rampelli, vicepresidente della Camera in quota Fratelli d’Italia; la vicegovernatrice del Lazio Roberta Angelilli; il deputato Luciano Ciocchetti; e persino il ministro dello Sport Andrea Abodi, già sondato nelle precedenti elezioni. Tutti profili di peso, ma nessuno capace, finora, di unire i vari segmenti del centrodestra romano.
Malagò, con la sua immagine di manager “super partes”, rappresenterebbe la discontinuità che molti auspicano. Non un politico di professione, ma un simbolo di pragmatismo, concretezza e capacità organizzativa. Il modello “sindaco manager” che piace a chi sogna una Roma finalmente governata con la logica dell’efficienza più che con quella dell’appartenenza.
Tra sport, impresa e Capitale: un profilo da fuoriclasse
Il percorso di Giovanni Malagò parla da sé. Presidente del Circolo Canottieri Aniene, protagonista della rinascita dello sport italiano, ha guidato il CONI per due mandati, rilanciando l’immagine del Paese a livello internazionale. Oggi, alla guida della Fondazione Milano-Cortina, è impegnato nell’organizzazione delle Olimpiadi invernali del 2026: un banco di prova che potrebbe consacrarlo definitivamente come manager pubblico di successo.
Non sorprende, dunque, che molti vedano in lui una figura “olimpica” anche per Roma, città che da decenni attende una gestione capace di conciliare visione e concretezza.
“Prima le Olimpiadi, poi vediamo”
Dietro la sua risposta diplomatica – “fatemi arrivare a fine marzo e poi vediamo” – si intravede una strategia. Malagò sa che ogni passo dovrà essere calibrato. La conclusione dell’avventura olimpica sarà il momento della verità: lì si capirà se la sua discesa in campo sarà una suggestione o una svolta reale.
Nel frattempo, il suo nome circola con insistenza nei corridoi romani, alimentando speranze e timori. Chi lo conosce bene lo descrive come un uomo che non si muove per ambizione personale, ma per passione civica. E, se deciderà di accettare la sfida, potrebbe incarnare un nuovo modo di fare politica: meno ideologico, più concreto.
Roma attende il suo “gioco olimpico”
La Capitale è una città che ha conosciuto troppi annunci e pochi risultati. Il nome di Giovanni Malagò, con la sua caratura nazionale e la sua immagine di uomo del fare, riaccende una domanda che da anni aleggia nei palazzi romani: può Roma essere governata come si organizza un grande evento internazionale?
La risposta, forse, arriverà dopo le Olimpiadi. Ma una cosa è certa: il centrodestra, finora alla ricerca di un leader credibile, potrebbe aver trovato nell’ex numero uno del CONI il suo asso più prezioso.
E allora sì, Roma chiama. E Malagò, questa volta, sembra davvero pronto a rispondere.