Roma, Mario Buldorini scomparso dal 2 ottobre: famiglia e amici dello studente 19enne chiedono aiuto

Roma, è come se fosse svanito nel nulla. Da mercoledì 2 ottobre non si hanno più notizie di Mario Buldorini, 19 anni, studente di Medicina al Campus Biomedico di Trigoria, originario di Recanati, provincia di Macerata. Un ragazzo riservato, brillante, dal sorriso timido. La sua ultima traccia certa risale a giovedì sera, quando avrebbe lasciato la sua abitazione in zona Laurentina intorno alle 23.00. Da allora, il silenzio. Il suo telefono ha squillato a vuoto per due giorni, fino a sabato 4 ottobre, quando il segnale si è spento del tutto, lasciando una sola, inquietante indicazione: l’ultima geolocalizzazione nei pressi della stazione Termini.
Le ricerche e la denuncia della famiglia
La famiglia di Mario, arrivata a Roma non appena ha capito che qualcosa non andava, ha presentato immediatamente denuncia di scomparsa. Le forze dell’ordine hanno avviato le ricerche, battendo le zone della Capitale in cui il ragazzo avrebbe potuto recarsi. Ma finora, nessuna pista concreta.
La madre e il padre, distrutti dall’angoscia, continuano a lanciare appelli sui social e alle trasmissioni di cronaca. “Mario non si sarebbe mai allontanato senza avvisare – ha raccontato un familiare –. Qualcosa dev’essere accaduto”. Accanto a loro, i volontari dell’associazione Penelope Lazio, specializzati nella ricerca di persone scomparse, che stanno diffondendo ovunque la foto del giovane e i suoi tratti distintivi: capelli rossi ricci e corti, occhi castani, due nei sulla guancia sinistra, alto 1 metro e 75.

L’appello degli amici e dei colleghi
Anche i compagni del Campus Biomedico si sono mobilitati. Hanno tappezzato i social con la sua foto, condiviso post, scritto ai giornali. Su Fanpage.it è comparso un messaggio toccante: “Un collega dell’università è scomparso quattro giorni fa. Non si hanno più sue notizie. Stiamo cercando disperatamente di dare più visibilità possibile alla notizia: aiutateci.”
Un grido d’allarme che ha rapidamente fatto il giro della rete, mentre il nome di Mario inizia a comparire nei gruppi studenteschi e nei forum universitari. Decine di giovani si sono uniti per cercarlo, qualcuno ha anche organizzato piccole squadre di volontari per distribuire volantini nelle zone frequentate dai fuorisede.
Un mistero che inquieta
Il mistero della scomparsa di Mario scuote Roma e la comunità universitaria. Nessun segnale, nessun messaggio, nessuna spiegazione. I familiari escludono che il ragazzo avesse problemi personali o economici. “Era concentrato sugli studi, felice della sua nuova vita a Roma”, dicono.
Eppure qualcosa, quella sera, dev’essere successo. Un incontro? Un imprevisto? Un malore improvviso? Le ipotesi restano aperte, ma la sensazione diffusa è che il tempo, ora, sia la variabile più pericolosa. Più passano le ore, più diventa difficile rintracciare le tracce digitali e fisiche di una persona.
L’ultima traccia a Termini
L’ultimo segnale del suo cellulare, localizzato nei pressi della stazione Termini, aggiunge un elemento di inquietudine. Una zona affollata, caotica, attraversata ogni giorno da migliaia di persone. C’è chi ipotizza che Mario potesse voler prendere un treno, ma senza biglietti acquistati né contatti lasciati, la pista appare fragile.
Gli inquirenti stanno passando al setaccio le telecamere di sorveglianza della zona e valutando eventuali segnalazioni da parte di tassisti o passanti. Ma al momento nessuna immagine chiara conferma un suo passaggio.
Una città che si mobilita
Nel frattempo, Roma si è mobilitata. L’appello diffuso da Penelope Lazio e rilanciato dai media locali ha spinto centinaia di cittadini a condividere la notizia. “Chiunque abbia visto un ragazzo con capelli rossi nei pressi di Termini o della Laurentina contatti subito le forze dell’ordine”, recita il messaggio che circola ovunque, dai gruppi WhatsApp alle bacheche universitarie.
Un’ondata di solidarietà che ricorda, per intensità e tempismo, altre scomparse che negli ultimi anni hanno scosso la Capitale. Ma anche la consapevolezza che dietro ogni nome e ogni foto c’è una vita sospesa, una famiglia in attesa, e una verità ancora tutta da scrivere.
La speranza resta accesa
Mentre le ore scorrono e l’angoscia cresce, la famiglia di Mario non si arrende. “Lo vogliamo solo riabbracciare”, ripetono senza tregua. Le forze dell’ordine invitano chiunque abbia informazioni o avvistamenti a contattare immediatamente il 112 o le stazioni dei Carabinieri.
Ogni dettaglio, anche il più piccolo, può essere decisivo. Perché in questa storia, come in tante altre, dietro la parola scomparsa c’è un ragazzo di 19 anni, pieno di sogni e di futuro, che qualcuno, da cinque giorni, sta aspettando disperatamente di rivedere.