Roma, massacrano di botte un ragazzo a Boccea: il processo rischia di finire in prescrizione

Massacrato di botte in zona Boccea a Roma da due ragazzi per aver difeso le sue amiche dai commenti sessisti.
A sentire quelle parole, il giovane, all’epoca 15enne, non c’è stato, si è girato ed ha solo guardato i due che in pochi secondi sono diventati i suoi aggressori.
Una scarica di calci e pugni lo hanno lasciato a terra con il volto sfigurato, i denti rotti e una maschera di sangue, era il 2019.
Il processo
Oggi quel ragazzo ha 21 anni e porta ancora i segni, sia visibili che invisibili, di quella violenza, ma a distanza di 6 anni a pesare di più non sono gli interventi chirurgici maxillo-facciali subiti, ma è la mancanza di giustizia. Nonostante la condanna a due anno in primo grado per uno dei due aggressori e una sentenza al tribunale dei minori, i due non hanno scontato un giorno della loro pena. Con i loro legali difensori sono ricorsi in appello, che ha fissato l’udienza al 4 dicembre 2026 a ridosso dei termini fissati per la prescrizione. Quindi i due imputati potrebbero uscire puliti dal processo.

Parla l’avvocato
“Ho dovuto consigliare al mio assistito di rivolgersi al tribunale civile – dice l’avvocato Aldo Minghelli a Repubblica – qui non si tratta di un risarcimento di un danno per un incidente stradale ma di un danno scaturito da un reato grave, che ha segnato profondamente la vita di un ragazzo e rischia di aver dato a chi non lo meritava l’idea di una possibile impunità a fronte di un gesto del genere. Come potrà il mio assistito avere ancora fiducia nella giustizia e nelle istituzioni?”, conclude il legale.