Roma, mattinata d’inferno sulla Metro B, passeggeri a piedi nel tunnel e navette fantasma: “Qualcuno spieghi a Gualtieri cos’è la mobilità”
Una mattina qualsiasi a Roma. Sveglia presto, la corsa per andare al lavoro o a scuola. La metro presa al volo, è presto, sono appena le 6:30. E poi l’imprevisto, che purtroppo succede un po’ troppo spesso. Come stamattina. A poca distanza dalla stazione Piramide, un convoglio si ferma all’improvviso in galleria. I passeggeri vengono invitati a proseguire a piedi lungo la banchina con il muro da un lato e i binari dall’altro, in un corridoio stretto che trasforma la metro in un percorso ad ostacoli. E anche oggi pure chi era uscito presto da casa farà tardi, mentre sale nervosismo e lo stress.
Metro B, un’altra giornata da dimenticare
La comunicazione ufficiale parla di un “’intervento tecnico imprevisto” che ha bloccato il tratto tra Castro Pretorio e Magliana alle 6:30 del mattino, e dell’attivazione di bus sostitutivi per otto stazioni. Ma i passeggeri non sono stupidi: sanno che la parola “navetta” nella Capitale spesso significa “miraggio”. I bus ci sono, sì, peccato che siano bloccati nel traffico su via Ostiense e viale Marconi, oppure non ci sono affatto. Le foto postate sui social mostrano marciapiedi stipati, pendolari che marciano verso la stazione successiva.
Se l’amministrazione guidata da Gualtieri insiste nel dire che “va tutto bene”, di fatto gli utenti vivono un’autentica odissea ogni settimana. E finché l’alternativa all’auto privata resta un viaggio ad alto rischio, qualcuno in Campidoglio dovrà spiegare come si può limitare la circolazione automobilistica se il trasporto pubblico fa acqua da tutte le parti.
I motivi della sospensione
La rete ha avuto problemi ed è stata sospesa a causa di un intervento notturno su una sezione della linea. Si tratta dei lavori sul cavalcavia di via Giulio Rocco, alla Garbatella, che hanno richiesto un’ulteriore verifica tecnica e la chiusura temporanea della tratta, motivi tecnici legittimi ma gestiti con evidenti lacune operative. Atac ha potenziato i bus sostitutivi, ma le corse si sono scontrate con il traffico su via Ostiense e viale Marconi e con una rete viaria già al collasso, di fatto vanificando la funzione stessa delle navette.
Che non si tratti di un episodio isolato, ma di un sistema di trasporti che ha problemi alla base, lo sanno bene i pendolari della linea B, che in passato avevano già segnalato attese tra i 7 e i 10 minuti (anche nelle ore di punta), convogli sovraffollati e impianti guasti. Il blocco tecnico ne è solo l’ultima manifestazione visibile. Ma dietro c’è un piano annunci eterno: manutenzioni che si protraggono, comunicazioni che sembrano rituali, e utente finale che aspetta, paga l’abbonamento e vive la città come fosse un tratto da percorso ad ostacoli.
Meno slogan, più efficienza
Il sindaco Roberto Gualtieri dovrebbe sapere che la Roma che va avanti non è quella delle passerelle e degli slogan sui social. Pretendere che la Capitale riduca le auto e aumenti l’uso dei mezzi pubblici è legittimo. Ma farlo mentre si offrono tranquilli viaggi dell’orrore sulla metro B è una contraddizione colossale.
Se si vuole parlare di responsabilità, non si può evitare di guardare al quadro politico. Il sindaco di Roma Roberto Gualtieri e l’assessore alla Mobilità, Eugenio Patanè, hanno spinto molto sull’immagine di una città “in ripresa”: inaugurazioni, piani di investimento, presentazione di nuovi autobus elettrici e piani di mobilità che suonano bene nelle conferenze stampa e soprattutto sui social. Ma la mattina in cui migliaia di persone si ritrovano a marciare su una banchina con il muro a destra e il vuoto a sinistra, quella comunicazione diventa solo un siparietto stonato. Gualtieri che sorride davanti a un bus nuovo è un bel manifesto, ma non rimuove il fatto che prendere i mezzi a Roma può diventare un’impresa. È facile fare la foto con il bus nuovo. Meno semplice è spiegare perché, di fronte a un imprevisto, la macchina organizzativa non regge.
E allora, magari si dovrebbe iniziare con un dato semplice: quanti treni in meno oggi? Quanto traffico in più hanno generato i bus sostitutivi che non arrivano? I cittadini vorrebbero risposte, non brochure. E se non può garantire che la metro funzioni come prima, almeno si dica chiaramente la verità: “Sì, è un disastro, ci stiamo lavorando”. Meglio la verità sbagliata che il silenzio o la retorica attraverso post con faccine sorridenti.