Roma, maxi traliccio per telefonia mobile a 60 metri dagli asili, scoppia il caso Castel di Leva: “Stop subito”

Traliccio per telefonia mobile, foto generica

Contenuti dell'articolo

Roma, a Castel di Leva la politica torna a parlare la lingua più semplice e più urgente: la salute, soprattutto quella dei bambini. Virginia Raggi (consigliera capitolina M5s ed ex sindaca) e Carla Canale (consigliera del Municipio IX, Lista Civica Raggi) chiedono al sindaco Roberto Gualtieri un atto netto: bloccare immediatamente la costruzione di un’antenna contestata dai residenti. Il punto, dicono, non è un cavillo: è l’idea stessa di tutela pubblica.

Il principio di precauzione come bussola: “quando ci sono i piccoli, si ferma tutto”

Il cuore della denuncia è un concetto politico prima ancora che tecnico: principio di precauzione. Se esiste un dubbio ragionevole, se esiste un rischio potenziale che riguarda i più fragili, l’istituzione non aspetta “che succeda qualcosa”: interviene prima. Raggi e Canale insistono su un dato che pesa nel dibattito pubblico: mancherebbero distanze di sicurezza e l’impianto sorgerebbe a meno di 60 metri da due asili nido. In quel raggio, la parola “prudenza” diventa dovere.

Un voto c’è stato. Eppure le gru non si fermano: la frattura tra Aula e territorio

La vicenda, però, non è solo una protesta: è anche una questione di credibilità delle istituzioni. Le due consigliere ricordano che oltre dieci giorni fa l’Assemblea capitolina avrebbe votato un atto per fermare l’edificazione dell’impianto e “tutelare un territorio già colpito da molte criticità”. Non solo: il PD avrebbe approvato la mozione, e anche il Municipio IX avrebbe votato all’unanimità. Eppure, sostengono, la realtà fuori dai palazzi racconta altro: i lavori continuano.

“Se l’Assemblea ha senso, allora ci ascolti”: la partita politica su fiducia e responsabilità

Qui la domanda diventa inevitabilmente politica: chi comanda davvero sulla tutela della salute pubblica? Se un territorio si mobilita, se un municipio vota, se il Campidoglio si pronuncia, ma il cantiere resta in movimento, il messaggio che passa è corrosivo: la partecipazione conta solo finché non disturba. Raggi e Canale mettono Gualtieri davanti a un bivio: ascoltare i cittadini e la propria maggioranza, oppure apparire come chi “tradisce” un quartiere che chiede protezione, non favori.

Interesse pubblico: la salute dei bambini non può diventare un dettaglio amministrativo

Nel racconto di Castel di Leva c’è un punto che supera gli schieramenti: la salute dei più piccoli come linea rossa. Non si tratta di alimentare paure, ma di evitare che l’incertezza si scarichi sulle famiglie. Se davvero l’impianto è così vicino ai nidi, il Comune – dicono le consigliere – ha il dovere di fermarsi e verificare, perché il principio di precauzione serve proprio a questo: non trasformare i bambini in cavie dell’attesa. Ora la palla è a Gualtieri: bloccare o lasciare che la distanza tra politica e cittadini diventi ancora più grande.