Roma, maxi truffa sul carburante, sequestrati di moto, ville e orologi di lusso per 106 milioni: 4 romani sotto indagine

Roma, Guardia di Finanza in azione

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Una maxi operazione del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Roma ha portato al sequestro di beni per oltre 106 milioni di euro, riconducibili a quattro imprenditori romani ritenuti socialmente pericolosi. Il provvedimento, disposto dal Tribunale Penale di Roma su proposta della Procura della Repubblica capitolina, rappresenta una delle più imponenti operazioni patrimoniali degli ultimi anni nella capitale. Il sequestro ha riguardato non solo immobili di pregio e aziende, ma anche auto e moto di lusso, orologi, opere d’arte e perfino una villa esclusiva con accesso diretto al mare in Sardegna.

L’inchiesta “Maxpetroli Italia”

L’operazione affonda le radici nell’indagine avviata nel 2021. Contro la società “Maxpetroli Italia”. Ritenuta al centro di un vasto sistema di frodi nel settore dei carburanti. Secondo gli inquirenti, i soggetti coinvolti avrebbero gestito un’articolata rete di distribuzione illegale di prodotti petroliferi. Con un meccanismo di false fatturazioni e società di comodo, volto a evadere l’Iva e a riciclare ingenti somme di denaro.
Gli indagati sono accusati di associazione per delinquere, aggravata dall’aver agevolato organizzazioni di tipo mafioso. Oltre che di reati tributari, riciclaggio, autoriciclaggio e reimpiego di capitali illeciti. Per questi fatti, nel 2021, erano già stati destinatari di misure cautelari personali.

Un tenore di vita sproporzionato

Le indagini condotte dal G.I.C.O. (Gruppo Investigazione Criminalità Organizzata) del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Roma hanno messo in luce un evidente scarto tra i redditi dichiarati e lo stile di vita dei quattro imprenditori.
Secondo la Guardia di Finanza, gli indagati avrebbero accumulato un patrimonio milionario “non giustificabile” alla luce delle dichiarazioni fiscali presentate. Le spese per auto sportive, imbarcazioni e immobili di lusso sarebbero state sostenute con proventi di attività delittuose, reinvestiti in nuove imprese e operazioni immobiliari.
Gli investigatori hanno ricostruito un vero e proprio sistema di riciclaggio multilivello. Con flussi finanziari che attraversavano diverse società italiane ed estere, concepito per occultare la provenienza illecita dei fondi.

Sequestri milionari tra Roma, Fiumicino e Olbia

Il decreto di sequestro ha colpito un vasto patrimonio composto da ville, appartamenti, aziende, automezzi e orologi di lusso. Tra i beni più significativi spicca una villa a Punta Lada, nei pressi di Porto Rotondo (Olbia), dotata di piattaforma privata e predisposizione per l’attracco di imbarcazioni.
Oltre agli immobili in Sardegna, i finanzieri hanno sequestrato proprietà nei comuni di Roma e Fiumicino, insieme a quote societarie e patrimoni aziendali riconducibili ai proposti.
Molti dei beni erano già stati oggetto di sequestro penale nel corso delle precedenti fasi dell’inchiesta, ma ora l’intervento della Sezione Misure di Prevenzione mira a privare definitivamente gli indagati della disponibilità dei capitali sospetti.

Sette indagini, un’unica trama criminale

La vicenda rientra in un più ampio filone investigativo che ha portato alla presentazione di sette proposte di misura di prevenzione patrimoniale, tutte connesse allo stesso sistema di frode nel commercio dei carburanti.
Le indagini hanno individuato una rete di soggetti e imprese collegate, che avrebbero contribuito a movimentare e occultare i proventi delle operazioni illecite.
L’attività della Guardia di Finanza punta a disarticolare non solo i meccanismi finanziari, ma anche le ramificazioni economiche di un fenomeno che incide gravemente sulla concorrenza leale e sulle entrate fiscali dello Stato.

La strategia dello Stato: colpire i patrimoni illeciti

L’operazione rappresenta un nuovo capitolo nella strategia di contrasto ai patrimoni di provenienza criminale promossa dalla Procura e dal Tribunale di Roma.
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