Roma Metro A, la fermata Giulio Agricola “cambia nome”: il web reagisce con sarcasmo

È ufficiale: la stazione metro Giulio Agricola a Roma da oggi – 14 agosto 2025 – si chiama “Giulio Agricola – Parco degli Acquedotti”. Una decisione annunciata con orgoglio dal presidente del VII Municipio Francesco Laddaga, frutto di una mozione avviata nel 2014 per valorizzare il territorio e la vicinanza con uno dei parchi più belli della città.

Una scelta dal sapore culturale, che però arriva in un momento in cui i cittadini sembrano chiedere altro. E i commenti sotto il post celebrativo lo confermano.

“È un’idea carina, ma ora bisogna pensare all’incolumità delle persone che vivono nel quartiere. A Lucio Sestio ci sono accoltellamenti, latinos in rissa continua, degrado. Non è polemica, è una richiesta seria”, si legge in un commento, mentre altri ironizzano sull’utilità pragmatica di questo cambio di nome, lamentandosi del servizio insufficiente e del grave problema dei borseggi dentro e fuori la metro.

Tra sarcasmo e rassegnazione, il tono generale è chiaro: la percezione di insicurezza supera l’effetto del cartello nuovo.
Nome nuovo, vecchi problemi
Fuori dalla fermata, la realtà è tutt’altro che turistica. Scippi in via Messala Corvino, coltelli a Lucio Sestio, tentati omicidi fuori dalla metro, come quello del 31 maggio, in cui un ragazzo è stato accoltellato al torace da quattro uomini, lasciato a terra in condizioni gravissime.
I cittadini raccontano di immondizia ovunque, panchine divelte, parchi impraticabili, e una metro che sì, funziona, ma si prende poco cura di ciò che la circonda. I residenti non chiedono più titoli poetici, chiedono che le aree intorno alle stazioni siano sicure, pulite, vivibili.
E allora, “Giulio Agricola – Parco degli Acquedotti” è davvero una vittoria? Sì, per il cartello. Ma per chi vive lì, resta solo una cornice nuova attorno a problemi vecchi.