Roma, “Mio figlio 12enne picchiato e rapinato a Euroma 2”: l’appello della madre via social e l’appello alle autorità


Contenuti dell'articolo

Roma, un sabato pomeriggio come tanti si è trasformato in un incubo per un ragazzino di soli dodici anni. Dietro il centro commerciale Euroma2, zona Eur, un gruppo di coetanei ha accerchiato e aggredito lo studente. Il pretesto? Le sue scarpe. Un pugno all’occhio e la richiesta perentoria di consegnare le sneakers. Un atto violento, rapido e apparentemente senza motivo, se non l’intimidazione gratuita e la sopraffazione. La vittima non era sola, ma la presenza di altri non ha dissuaso gli aggressori. L’episodio è avvenuto il 10 maggio e a raccontarlo è stata la madre del ragazzo, che ha denunciato il fatto ai carabinieri e poi al commissariato Esposizione.

Roma, una madre in allarme per quanto avvenuto a Euroma 2

La donna, visibilmente scossa, ha lanciato un appello sui social, non solo per raccontare l’accaduto, ma anche per smuovere le coscienze. Parole dure, rivolte ai genitori degli altri ragazzi coinvolti, con cui condivide un gruppo WhatsApp. Il messaggio è chiaro: serve una risposta comune, una strategia per impedire che i minori si aggirino senza controllo tra centri commerciali e aree isolate. La madre ha raccontato di aver più volte cercato di dissuadere il figlio dal frequentare quel parchetto dietro Euroma2, vicino al Burger King, dove spesso si riuniscono gruppetti di adolescenti. Le sue preoccupazioni si sono purtroppo trasformate in realtà.

L’ombra delle baby gang di Roma – Euroma 2

L’aggressione non sembrerebbe un caso isolato. Alcuni genitori della zona, allarmati dall’episodio, hanno segnalato episodi simili, tutti con un tratto comune: giovani vittime prese di mira da coetanei o poco più grandi, in luoghi di ritrovo popolari ma scarsamente sorvegliati. La zona Eur, spesso considerata una delle più tranquille della capitale, non è nuova a episodi legati a baby gang. In passato, erano stati segnalati tentativi di furto, atti di bullismo e vere e proprie aggressioni in stile “branco”, spesso minimizzati o non denunciati formalmente per paura di ritorsioni o per sottovalutazione dei fatti.

Il silenzio che protegge i violenti: a Roma zona Eur

A preoccupare maggiormente è il muro di omertà che sembra circondare questi episodi. I ragazzi coinvolti, anche quelli che assistono senza partecipare, tendono a non parlare. Un codice del silenzio che protegge gli aggressori e isola le vittime. In questo contesto, l’appello della madre colpisce per la sua determinazione: chiede collaborazione, chiede attenzione da parte della scuola, delle famiglie, delle istituzioni. Vuole rompere l’inerzia che troppo spesso accompagna questi episodi, bollati come “ragazzate” ma che lasciano segni profondi.

Scuola e forze dell’ordine sotto pressione

Ora l’attenzione si sposta su due fronti: la scuola e le forze dell’ordine. La prima, chiamata in causa per il ruolo educativo e per la possibilità di monitorare comportamenti a rischio tra gli studenti. Le seconde, sollecitate a rafforzare la vigilanza in alcune aree sensibili e a intervenire con decisione laddove si profilino gruppi organizzati di minori violenti. L’episodio di Euroma2 diventa così un campanello d’allarme per tutto il quartiere e oltre. Non si tratta solo di un’aggressione, ma del sintomo di un disagio giovanile che rischia di esplodere se non affrontato con tempestività.

Un appello alla comunità

Quello lanciato dalla madre è, in definitiva, un grido di allarme collettivo. Non cerca vendetta, ma prevenzione. Chiede che si torni a vigilare, a educare, a proteggere. A Roma come in tante altre città italiane, i luoghi frequentati dai giovani stanno diventando scenari di sopraffazione, dove la legge del più forte prende il sopravvento. Ma è proprio dalle famiglie, dalla scuola e dalla rete sociale che può nascere la risposta. Prima che la prossima vittima sia un altro ragazzo di dodici anni, colpito da chi dovrebbe solo condividere un pomeriggio spensierato.