Roma, “Mio fratello è il diavolo”: parla Penelope Kaufman, la sorella dell’uomo accusato del duplice omicidio a Villa Pamphili

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“Se vuoi sapere com’è fatto il diavolo, guarda Charlie”. Non è una frase scritta per una sceneggiatura, ma il grido disperato di Penelope Kaufman, sorella di Francis Charles Kaufman, l’uomo accusato di aver ucciso Anastasia Trofimova e la piccola Andromeda. Due nomi che ormai tutti conoscono a Roma, due vite spazzate via in quella che sembra una tragedia familiare dai contorni agghiaccianti.

Penelope, intervistata da Repubblica, non cerca attenuanti, non offre giustificazioni: “È uno psicopatico, un bastardo, un mostro. E noi lo sapevamo. Pregavamo ogni giorno che non arrivasse a fare quello che poi ha fatto”. Incarcerato in Grecia in attesa dell’estradizione in Italia, Francis – che si faceva chiamare Rexal FordMatteo Capozzi, e altri alias – non ha detto una parola, se non per insultare il nostro Paese: “Italiani mafiosi”, avrebbe sibilato davanti al giudice.

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“Da piccoli ci terrorizzava. Una volta mi spezzò un dito”

“Sembrava un angelo, ma aveva lo charme del diavolo”, racconta Penelope. Con la voce rotta e la rabbia che si mescola al dolore, riavvolge i fili di una vita familiare segnata da abusi e terrore. Racconta di un fratello brillante, capace di sedurre chiunque, ma anche violento e fuori controllo“Da ubriaco, stava per uccidere nostro fratello. Da allora è fuggito e non è più tornato. Se lo avesse fatto, ci avrebbe ammazzati tutti”.

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La maschera del regista

In Italia, Kaufman si presentava come regista e produttore. Ma era solo un’altra truffa ben costruita: “Non ha mai fatto nulla di concreto. Rubava le idee agli altri, anche a noi fratelli. Food Fight? Era mia. Lui era il Mr. Ripley di casa”. A Hollywood frequentava celebrità e artisti, ma secondo Penelope nessuno lo aiutava davvero: “Sapevano che era strano, un po’ fuori di testa”.

Soldi, bugie e manipolazioni

La famiglia – sei fratelli cresciuti con principi solidi e una madre devota – lo aiutava a distanza, senza volerlo vicino: “Gli mandavamo soldi, solo per tenerlo lontano dagli Stati Uniti. Mia madre, un angelo, lo sosteneva economicamente. Io stessa gli ho dato tremila dollari. Ma lui ci mentiva, diceva che moglie e figlia morivano di fame”.

“Ha ucciso sua figlia per coprire la morte della madre”

Secondo Penelope, il fratello avrebbe compiuto l’atto più mostruoso immaginabile: “Ha tolto la vita alla sua bambina solo per non dover spiegare cosa ci facesse in giro da solo. È stato lui. Lo ha fatto davvero. E io non voglio più vederlo mai più”. Nella loro casa, Anastasia era conosciuta come Stella. Nessuno sapeva nulla, neanche il vero nome della donna.

L’ultima mail prima della tragedia

“Mi scrisse che stavano tutti bene. Poi mi disse che Anastasia lo aveva lasciato. Due giorni dopo, un’altra mail: ‘È tornata a prendere Andromeda’. Ma erano già morte. Le aveva già uccise”. Il dolore, oggi, si trasforma in canzone: Penelope ha scritto un brano per sopravvivere, affidando le note a un’intelligenza artificiale. La voce artificiale canta: “Avevi promesso di cambiare il mondo. Lo hai fatto. Ma per sempre”.