Roma, mobilità in tilt nel IX Municipio tra ciclabili e lavori: residenti in protesta, oggi l’assemblea
Roma e la viabilità, due realtà che forse non andranno mai d’accordo. Non ora e non nel IX Municipio, dove negli ultimi mesi i residenti sono sul piede di guerra per l’aumento del traffico dovuto a modifiche, lavori e progetti futuri che non incontrano il favore di automobilisti e nemmeno di chi usa i mezzi pubblici.
Gli ultimi interventi nel quadrante hanno acceso una protesta che travalica le ideologie e mette in discussione l’intera gestione della mobilità urbana. Oggi alle 17:30, nell’assemblea pubblica sulla Mobilità convocata nell’aula del Municipio alla presenza dell’assessore capitolino Eugenio Patané, del presidente Titti Di Salvo e dell’assessore municipale Paola Angelucci, i cittadini si aspettano risposte chiare. Perché finora a “parlare” sono state solo le code quotidiane, l’aumento esponenziale del traffico, le ciclabili che strozzano le strade principali e l’impressione diffusa che le scelte siano state fatte sulla carta, calate dall’alto, senza una visione realistica della mobilità di quartiere.
Le ciclabili che tagliano il quartiere
Al centro delle polemiche ci sono i tracciati ciclabili realizzati su viale dell’Oceano Pacifico e viale dell’Oceano Atlantico, a ridosso del quartiere Eur-Ferratella. Da quando sono entrati in funzione, i residenti parlano di un vero “imbuto permanente”: carreggiate ristrette, posti auto cancellati e traffico congestionato perfino nelle ore meno critiche della giornata. È una denuncia che non nasce sotto le telecamere: già a settembre, il comitato di quartiere Eur-Ferratella aveva segnalato difficoltà crescenti legate alla viabilità, chiedendo modifiche e confronti con le istituzioni locali. L’associazione ha puntato il dito contro viale Oceano Atlantico, proponendo persino di ripensare il tracciato della pista ciclabile sfruttando il largo marciapiede lato Ospedale Sant’Eugenio per ospitare il percorso ciclabile, lasciando più spazio alla circolazione veicolare.
Le critiche non si limitano alle piste ciclabili. I residenti e i comitati parlano di code sempre più lunghe, di mezzi di soccorso rallentati e di una mobilità che, anziché migliorare, è peggiorata. Decine di posti auto sono stati eliminati, anche in prossimità di servizi essenziali come l’ospedale Sant’Eugenio, aggravando una situazione già tesa. Il quadro viene descritto da molti come l’esito di interventi mal progettati, privi di una visione complessiva. In viale Oceano Pacifico, la pista ciclabile è stata tracciata senza tenere conto delle esigenze reali dei mezzi pubblici e dei residenti. Qui addirittura la ciclabile taglia il passaggio ai passeggeri del bus.
L’opposizione: “Gravi errori politici che ricadono sui cittadini”
Le voci critiche non arrivano solo dai comitati di quartiere. Per il capogruppo della Lega nell’Assemblea Capitolina, Fabrizio Santori, la situazione è l’ennesima dimostrazione di un’amministrazione che procede senza un piano serio. «La realizzazione della pista ciclabile su viale dell’Oceano Atlantico si sta trasformando in un grave errore politico e tecnico, con pesanti ricadute per residenti, commercianti, operatori sanitari e logistica urbana», afferma Santori, denunciando la perdita di parcheggi e il restringimento delle carreggiate come un danno concreto alla mobilità quotidiana.
Su posizioni simili si muove anche il consigliere capitolino Federico Rocca (Fratelli d’Italia), che sottolinea come in aree come il quadrante Viale Egeo-Oceano Pacifico-Oceano Atlantico gli interventi «causano traffico laddove non ce n’era» e penalizzano chi ha quotidianamente bisogno di spostarsi, anche solo per raggiungere il trasporto pubblico. Rocca richiama l’attenzione sulla Cecchignola, dove senza un potenziamento del trasporto pubblico locale e un collegamento alla metro Laurentina, interi quartieri rimangono isolati e senza alternative reali all’auto privata.
Il Comune: modifiche e sicurezza. Ma non tutte le modifiche piacciono
Di fronte alle critiche, dall’Amministrazione arriva la conferma che alcune modifiche ai tracciati ciclabili sono state concordate con associazioni e comitati di quartiere, con l’obiettivo di «migliorare il percorso e la sicurezza». In un comunicato congiunto, l’assessore capitolino alla Mobilità Eugenio Patané e la presidente del IX Municipio Titti Di Salvo hanno annunciato interventi come la realizzazione di isole di traffico permanenti, l’eliminazione di alcuni stalli di sosta che interferiscono con il flusso dei veicoli e l’installazione di semafori dedicati agli attraversamenti ciclistici. Ma proprio l’eliminazione dei parcheggi fa infuriare ancora di più i cittadini. «Trovare posti dove lasciare l’auto, soprattutto in certi orari, è un’impresa. Se vengono anche ridotti si risolve un problema per crearne un altro», commentano.
L’assemblea nel IX Municipio
La mobilità nel IX Municipio non è solo un problema di cantieri e piste: è la manifestazione di un conflitto più profondo sul modello di città che Roma vuole essere. Da una parte, i sostenitori della mobilità sostenibile invitano a dare più spazio a bici e pedoni; dall’altra, chi ogni giorno vive la città chiede risposte su traffico, parcheggi, trasporti pubblici e sicurezza. I residenti lamentano che interventi pensati come modernizzazioni spesso si traducono in ingorghi costanti, posti auto spariti e un trasporto pubblico che non compensa le difficoltà. È un conflitto che va oltre il Municipio IX: è lo specchio delle difficoltà di una metropoli che tenta di conciliare sostenibilità, vivibilità e spostamenti quotidiani in una città ancora fortemente dipendente dall’auto.
E oggi, nell’assemblea pubblica convocata alle 17:30, cittadini, comitati e amministratori si troveranno faccia a faccia per discuterne. È l’occasione per trasformare la protesta in proposte concrete o per certificare che, ancora una volta, chi vive Roma sarà costretto ad accettare decisioni prese sulla carta e non sulla strada.
Il clima è teso, e dopo mesi di traffico e lamentele, la domanda resta la stessa: servono davvero ciclabili imposte senza confronto, o è arrivato il momento di ripensare la mobilità urbana partendo dalle esigenze reali dei cittadini?