Roma, morte di Andrea Purgatori: due famose cliniche rischiano di finire a processo

Andrea Purgatori

Contenuti dell'articolo

Roma, la morte di Andrea Purgatori, noto giornalista scomparso nel luglio 2023, approda ora in tribunale. Con sviluppi che scuotono il mondo medico, sanitario e civile della Capitale. Nel procedimento penale in corso presso la procura di Roma, quattro medici sono indagati per omicidio colposo, mentre due cliniche di prestigio rischiano di essere chiamate a rispondere come responsabili civili. La famiglia del giornalista, nel frattempo, ha formalmente annunciato la costituzione di parte civile, ottenendo il via libera del giudice. Accanto a loro, anche l’associazione Cittadinanza Attiva si è unita alla causa, rafforzando il peso mediatico e pubblico del caso.

Cliniche di Roma sotto accusa per la morte di Andrea Purgatori: diagnosi sbagliate e terapie inappropriate

Secondo l’inchiesta coordinata dal pm Giorgio Orano e dal procuratore aggiunto Sergio Colaiocco della Procura di Roma, gli indagati avrebbero commesso gravi errori diagnostici, somministrando terapie non idonee. La perizia medica ha evidenziato che, pur essendo affetto da un tumore polmonare in metastasi, Purgatori è deceduto a causa di un’endocardite infettiva non identificata in tempo utile. In altre parole, l’infezione letale non sarebbe stata riconosciuta in fase precoce, precludendo ogni possibilità di intervento tempestivo e adeguato. Gli inquirenti parlano di un’omissione dai contorni netti, con conseguenze drammatiche per il paziente.

Roma, risonanza magnetica e tac: il nodo dei referti di Andrea Purgatori

L’8 maggio 2023 Purgatori era stato sottoposto a una risonanza magnetica, al termine della quale uno dei medici indagati aveva diagnosticato senza margini di dubbio una metastatizzazione cerebrale. Sulla base di questo referto, il giornalista aveva iniziato un ciclo di radioterapia. Secondo l’accusa, però, i referti presentavano gravi errori derivanti da negligenza e imperizia. La tac eseguita nel giugno successivo avrebbe confermato ulteriormente gli stessi errori, creando un quadro clinico distorto che ha condizionato ogni decisione terapeutica.

Ricovero d’urgenza e presunti falsi in cartella clinica a Roma

L’8 luglio 2023 Purgatori è stato ricoverato d’urgenza in ospedale. In quel contesto, uno degli indagati avrebbe attestato falsamente nel referto della risonanza magnetica che il cervello del giornalista presentava “diffuso coinvolgimento secondario eteroplasico”. Mentre, secondo la perizia, le lesioni erano chiaramente di natura ischemica. Questo episodio, descritto dagli inquirenti come tentativo di occultare l’errore diagnostico, costituisce uno dei punti centrali dell’inchiesta e sarà al centro della decisione del giudice per l’udienza preliminare.

Cliniche di Roma coinvolte

Non solo i medici rischiano il processo. Due strutture sanitarie di grande rilievo sono state chiamate a rispondere come responsabili civili. Entrambe le cliniche hanno visto Purgatori sottoposto a visite e terapie che, secondo l’accusa, non hanno rispettato i protocolli adeguati. La loro posizione sarà valutata in sede civile, parallelamente all’eventuale rinvio a giudizio dei medici, e potrebbe portare a risarcimenti significativi in caso di condanna.

Verso l’udienza preliminare: attesa febbrile

Il procedimento giunge ora alle aule riservate del tribunale per l’udienza preliminare, dove il giudice dovrà decidere se rinviare a giudizio o meno i quattro medici indagati. L’appuntamento cruciale è fissato per il prossimo 20 febbraio. Intanto, l’eco mediatica del caso continua a crescere, con la famiglia Purgatori e l’associazione Cittadinanza Attiva decisi a ottenere giustizia e chiarezza sulle responsabilità che hanno portato alla prematura scomparsa del noto giornalista.

Un caso che scuote la sanità di Roma

La vicenda non riguarda soltanto la memoria di un giornalista stimato e apprezzato, ma pone interrogativi inquietanti sulla gestione clinica e sulla trasparenza nella comunicazione dei referti medici. La combinazione di errori diagnostici, presunti falsi in cartella e responsabilità civili di strutture ospedaliere crea un caso di grande rilevanza pubblica, destinato a rimanere sotto i riflettori fino alla conclusione del processo.