Roma, mutuo da 2,2 milioni per il nuovo Black Point di via Colombo: “Fondi PNRR esauriti”

Roma, sullo sfondo via Colombo e il palazzo dello Sport, in primo piano sindaco Gualtieri e assessore Patanè

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Roma, la Giunta Gualtieri ha approvato il progetto definitivo per il nuovo Black Point all’incrocio tra via Cristoforo Colombo e Piazzale XXV Marzo 1957, un intervento da 2.155.961 euro. Parliamo di un progetto di cui ci eravamo già occupati due giorni fa, in merito alla presunta pericolosità dell’intervento. Ma, ora, Il Nuovo 7 Colli è in grado di rivelarvi ulteriori novità sempre su questo Black Point, ossia che le risorse per realizzarlo non arriveranno dai fondi PNRR, come tutti ci saremmo aspettati, in linea con i precedenti Black Point in corso di realizzazione in varie zone della Capitale, ma con fondi da mutuo.

Ma partiamo dall’inizio: la decisione dell’ultimo e decisivo via libera all’uso di soldi derivanti da mutuo per realizzare questo nuovo Black Point arriva, prima di tutto, con una presenza non piena dell’esecutivo capitolino. Erano fisicamente presenti, in Giunta, a dire ‘Sì a queste risorse ‘extra’, gli assessori: Patanè (Viabilità), Alfonsi, Battaglia, Funari, Lucarelli, Segnalini, , Smeriglio e Veloccia.

Assenti il sindaco Roberto Gualtieri (che è anche commissario per il rientro dal debito di Roma) l’assessore Onorato e l’assessore Zevi. È stata quindi una Giunta Gualtieri non al completo ad assumersi una decisione che, ancora una volta, aggiunge un nuovo tassello alla spirale di indebitamento che caratterizza la gestione degli investimenti di Roma negli ultimi mesi e anni, come da noi rivelato in una serie di articoli.

Un progetto necessario, ma senza più i fondi giubilari: Roma usa ancora soldi da mutui

Il Black Point della Colombo, vista Palazzo dello Sport, inserito tra gli interventi ad alto rischio viario, avrebbe dovuto trovare copertura nei fondi giubilari e PNRR già previsti per la mobilità 2025. Tuttavia, dopo la realizzazione di vari nodi critici sulla stessa arteria — tra cui via Pindaro, via Padre Semeria e piazzale dell’Agricoltura — le risorse disponibili si sono esaurite, questo riportano le carte: 3,99 milioni di euro sono bastati a mala pena per completare sei interventi.

L’intervento del Black Point di via Colombo, forse quello più complesso e strategico di quelli in programma, è rimasto quindi senza copertura. Una falla che la Giunta Gualtieri ha ‘aggirato‘ – politicamente e economicamente parlando – ripiegando sulla leva più semplice ma più rischiosa. L’uso di fondi di avanzi da amministrazione – così si legge tra le carte un po’ fumose – ma che in realtà sono sì un avanzo, ma sempre di mutuo: “Avanzo di amministrazione – si legge nei documenti di Roma – ma vincolato da economie di mutuo”.

Un tecnicismo che, in sostanza, significa una cosa sola: non si tratta di un vero avanzo di normale amministrazione, ma di un residuo di mutui già accesi in passato e non ancora spesi. Quindi denaro che Roma deve comunque restituire a rate nei decenni a venire.

Mutui, residui, avanzi: così cresce il debito di Roma e Gualtieri e Onorato si trasformano in fantasmi

Lo schema politico-economico ricorda da vicino altri recenti interventi dell’amministrazione Gualtieri: dal mutuo da 117 milioni per il Ponte dei Congressi, alla maxi-operazione da 58 milioni per le strade, Roma continua a ricorrere alla leva del debito per finanziare opere necessarie ma tremendamente costose. Coi mutui, la Giunta Gualtieri, sta finanziando: aiuole, scuole, canili, bioparco, manutenzione di parchi e giardini pubblici, debiti delle municipalizzate, etc, come se la città non fosse oberata da un commissariamento che vincola le spese sostenute fino al 2028 incluso.

Il risultato? Sommando vecchi e nuovi mutui, la Capitale viaggia ormai verso un’esposizione complessiva che sfonda i 550 milioni di euro: un debito che ricade interamente sui cittadini, chiamati a ripagare nei prossimi decenni scelte che rispondono anche — e sempre più chiaramente — a logiche politiche e pre-elettorali.

L’intervento sul Black Point della Colombo non fa eccezione. Nonostante il progetto fosse stato inserito nel piano giubilare, la mancanza di risorse ha costretto il Campidoglio a inserirlo nell’assestamento di bilancio 2025. E a finanziarlo, appunto, con residui vincolati da mutui.

Sicurezza stradale sì, ma a quale prezzo?

Via Cristoforo Colombo continua a essere una delle arterie più pericolose di Roma, e il nodo di Piazzale XXV Marzo 1957 è noto per l’alto tasso di incidentalità. Il progetto definitivo, sottoposto a Conferenza dei Servizi con esito positivo, prevede nuove geometrie stradali. geometrie che sono finite nella bufera politica per via di una presunta pericolosità.

Ma il tema che emerge con forza non, a questo punto, solo tecnico, bensì politico e economico: perché un’opera così cruciale (contestata ancora prima che parta il cantiere) non è stata interamente coperta dai fondi giubilari? Perché si continua ad attingere a mutui, anziché pianificare finanziamenti strutturati? Perchè non si avvisano i cittadini di tutto ciò?

La risposta è duplice. Da un lato l’esaurimento dei fondi destinati al Giubileo, dall’altro la crescente difficoltà della città nel sostenere opere complesse senza ricorrere all’indebitamento. Infine, la trasparenza: nessuna diretta social per spiegare ai cittadini come si pagano le opere pubbliche, ossia a rate per i prossimi tre decenni?

Una Capitale che vive “a debito”: il nodo politico

Il voto della Giunta mostra una compattezza apparente, ma non nasconde i risvolti politici di una scelta che arriva a pochi mesi dall’avvio della lunga campagna verso le amministrative 2027. Alcuni assessori, sindaco incluso, si sono evidentemente defilati.

Per l’amministrazione Gualtieri, portare avanti gli interventi prima della fine del Giubileo è un obiettivo imprescindibile. Ma farlo quasi esclusivamente tramite debito rischia di diventare il tratto distintivo dell’intero mandato.

Il Black Point della Colombo non è solo l’ennesima opera a debito. È un nuovo segnale di un meccanismo ormai strutturale: Roma costruisce, ma lo fa principalmente indebitandosi. E lo fa anche quando si parla di sicurezza stradale, un tema che dovrebbe essere garantito da risorse ordinarie e non da mutui che peseranno sulle generazioni future.

Un segnale chiaro: mentre la città corre verso il 2025, e poi verso le elezioni 2027, sulle spalle dei romani continua a salire il conto di scelte che, pur giustificate dall’urgenza, lasciano aperta la domanda fondamentale: quanto debito può ancora sopportare Roma?

Roma, sullo sfondo via Colombo e il palazzo dello Sport, in primo piano sindaco Gualtieri, assessore Patanè, Onorato e Zevi
Roma, sullo sfondo via Colombo e il palazzo dello Sport, in primo piano sindaco Gualtieri, assessore Patanè, Onorato e Zevi – www.7colli.it