Roma, naufraga (per ora) il progetto di 120 nuove case popolari a Pomezia: il Campidoglio lascia le famiglie in attesa

Roma, sullo sfondo alcune case popolari di Pomezia, in primo piano il sindaco Gualtieri e l'assessore Zevi

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La promessa del Campidoglio – sindaco Roberto Gualtieri e assessore Tovia Zevi in testa – di trovare soluzioni concrete e veloci per rispondere alla presunta emergenza abitativa che attanaglierebbe la Capitale si scontra con la realtà dei fatti. Il progetto di reperire 120 nuove case popolari a Pomezia è naufragato, per il momento, salvo nuovo e successivo bando. Lo stop, formalizzato con una Determinazione Dirigenziale capitolina del 5 agosto, boccia le proposte di tre noti costruttori attivi tra Roma e provincia che avevano risposto a un bando lanciato dal Campidoglio a fine 2024.

Il fallimento di questa iniziativa rappresenta un duro colpo per le centinaia di famiglie in lista d’attesa e solleva gravi interrogativi sulla reale efficacia delle politiche abitative attuate dall’amministrazione Gualtieri. L’operazione prevedeva la locazione di immobili privati per destinarli all’Edilizia Residenziale Pubblica (ERP), una misura pensata per offrire un riparotemporaneo‘ in attesa di soluzioni più strutturali.

Offerte non conformi: il Campidoglio “boccia” i costruttori

Le ragioni del fallimento sono strettamente tecniche, ma con forti implicazioni politiche. La Commissione incaricata di valutare le proposte (che si è riunita in seduta riservata, come da noi spiegato di recente) ha giudicato inammissibili le tre offerte economiche presentate dalle tre società: B. V. I., I. C. ed E.T.

Tutte le proposte, infatti, non rispettavano – secondo la Commissione – il criterio fondamentale stabilito nel bando: il canone di locazione doveva essere parametrato ai valori dell’Osservatorio del Mercato Immobiliare (OMI) e prevedere un ribasso. Al contrario, le offerte presentate superavano – sempre secondo la Commissione – i valori massimi previsti, rendendo di fatto impossibile l’accettazione.

Un cortocircuito burocratico e finanziario che ha bloccato un progetto cruciale – secondo la Giunta Gualtieri – per l’emergenza casa, dimostrando ancora una volta la difficoltà di trovare un terreno comune tra le esigenze del pubblico e quelle del mercato privato. La procedura è stata dichiarata chiusa, lasciando un vuoto in termini di alloggi disponibili.

Municipio XI come Pomezia: un preoccupante bis

Quello di Pomezia, tra l’altro, non è l’unico fallimento, nella ricerca di case, per la Giunta Gualtieri. Un esito analogo, e altrettanto preoccupante, si è verificato in questi stessi giorni anche nel Municipio XI di Roma, dove un bando del tutto simile, sempre per reperire alloggi in locazione da destinare all’ERP, è saltato. Anche in questo caso, l’unica offerta pervenuta da parte della società V. G. Real Estate è stata giudicata dalla Commissione capitolina inammissibile perché superiore ai parametri OMI previsti.

Il mercato immobiliare ‘boccia’ la Giunta Gualtieri: le famiglie restano senza casa

Questa doppia bocciatura, a Pomezia e nel Municipio XI, mette in luce una problematica strutturale che l’amministrazione romana non sembra riuscire a risolvere: la difficoltà di tradurre le intenzioni politiche in azioni concrete ed efficaci. Di sicuro, vi è un evidente disallineamento tra i prezzi del mercato immobiliare e i canoni che il Campidoglio è disposto a riconoscere ai privati.

L’enigma delle case fantasma

Il quadro che emerge è quello di un’amministrazione che promette soluzioni, ma che fatica a metterle in pratica. Se da un lato il Piano Strategico 2023-2025 per il “Diritto All’abitare” pone il reperimento di alloggi come priorità, dall’altro le iniziative specifiche si infrangono contro ostacoli apparentemente insormontabili.

Il fallimento delle manifestazioni di interesse a Pomezia e nel Municipio XI non è un semplice intoppo amministrativo, ma il sintomo di una crisi politica più profonda. La città ha bisogno di case, ma le case sembrano introvabili.

La speranza di ampliare il patrimonio di edilizia popolare attraverso la locazione passiva si è dimostrata quindi una strada in salita, per Gualtieri. Ora, prima di tutto, l’amministrazione si trova nella difficile posizione di dover spiegare alle famiglie in attesa perché un’altra opportunità è andata persa. In secondo luogo, l’Amministrazione Gualtieri dovrà spiegare anche quali saranno le prossime mosse per affrontare un’emergenza che non può più attendere. Queste stesse famiglie, per il momento, di sicuro resteranno senza casa popolare.