Roma nega il dehors al ristorante davanti Palazzaccio: Tribunale boccia (di nuovo) il Campidoglio

Roma, Palazzaccio, su piazza Cavour, sede della Suprema Corte di Cassazione

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Roma nega il dehors al ristorante davanti Palazzaccio: Tribunale boccia (di nuovo) il Campidoglio. Roma, ancora uno stop per l’amministrazione capitolina nella gestione dei dehorsemergenziali” causa Covid con gli effetti delle relative leggi ‘speciali‘ che continuano a produrre effetti ancora oggi.

Il Tribunale Amministrativo Regionale (TAR) del Lazio ha nuovamente sconfessato il Campidoglio, accogliendo il ricorso di un ristorante di Piazza Cavour n. 21 che si era visto negare la concessione per l’occupazione di suolo pubblico proprio davanti a Palazzaccio, sede della Suprema Corte di Cassazione, un luogo frequentato – tra gli altri – da residenti, turisti, ma anche tanti giudici e avvocati che sono attivi in quella zona della città.

La sentenza riapre il dibattito sulla legittimità delle restrizioni imposte dal Comune, in particolare sulla controversa classificazione delle strade romane.

Il “no” di Roma Capitale al ristorante fronte Palazzaccio

Tutto ha inizio con il ”No’ del 19 agosto 2024, da parte di Roma Capitale, alla richiesta di occupazione di suolo pubblico presentata dalla società titolare del ristorante, ai sensi della normativa “emergenziale” sulle OSP-Covid.

La motivazione? Piazza Cavour – per il Campidoglio – rientrerebbe nella “viabilità principale”, come stabilito dal Piano Generale del Traffico Urbano (PGTU) e dal Regolamento Viario di Roma Capitale (Deliberazione di Assemblea Capitolina n. 21/2015).

Quest’ultima normativa, all’articolo 12, vieta l’occupazione della sede stradale in tali aree, salvo eccezioni non applicabili al caso. Il Comune aveva inoltre richiamato una sentenza del Consiglio di Stato (n. 8120/2023) che avrebbe confermato la validità di tale divieto, ritenendolo inderogabile anche dalle norme emergenziali.

Dehors davanti Palazzaccio? Un caos normativo durato anni

La vicenda del ristorante di Piazza Cavour è solo l’ultima di una lunga serie di contenziosi che hanno visto contrapporsi ristoratori e amministrazione, negli ultimi mesi. Con l’avvento della pandemia, la Deliberazione dell’Assemblea Capitolina n. 81/2020 aveva introdotto la possibilità per i pubblici esercizi di ottenere concessioni semplificate per l’occupazione di suolo pubblico, al fine di sopperire alle restrizioni anti-Covid.

Molti locali hanno così installato dehors su marciapiedi e persino su stalli di sosta, trasformando il volto di molte vie e piazze romane. Tuttavia, già dal 17 marzo 2021, il Dipartimento Mobilità e Trasporti di Roma Capitale aveva emanato una circolare che dichiarava inammissibili le richieste di occupazione in zone di parcheggio o al di fuori dei marciapiedi, se situate su strade classificate come “principali” dal PGTU.

Ciò ha generato una situazione paradossale: una normativa pensata per agevolare i commercianti si è trasformata in una fonte di dinieghi automatici e contenziosi, anche a distanza di anni dall’installazione dei dehors e senza che si fossero mai riscontrati problemi concreti di sicurezza o circolazione.

Il Tribunale smonta la tesi del Comune sul ristorante di Palazzaccio

La svolta arriva con la decisione del TAR del Lazio. Il Tribunale ha infatti accolto le contestazioni del ristorante, che aveva impugnato non solo il provvedimento di diniego, ma anche lo stesso PGTU del 2015, ritenendolo illegittimo nella parte in cui classifica Piazza Cavour come “viabilità principale“.

Nonostante la sua natura di strada di quartiere. I giudici hanno rilevato come la definizione di “viabilità principale” adottata dal PGTU sia troppo ampia e arbitraria, includendo strade con livelli di servizio e caratteristiche molto diverse tra loro.

Secondo il TAR, la classificazione operata dal Comune si è basata su una “semplicità di individuazione” piuttosto che su motivi tecnico-funzionali, non cogliendo la specificità di strade come Piazza Cavour, che non presentano oggettive problematiche di sicurezza o traffico tali da giustificare il divieto assoluto di occupazione.

La sentenza: PGTU illegittimo per difetto di istruttoria

La sentenza sottolinea come la Direttiva del Ministero dei Lavori Pubblici del 12 aprile 1995, pur non essendo una fonte di diritto, suggerisca una classificazione stradale più articolata, assente nel PGTU capitolino.

Il Tribunale ha ritenuto fondate le censure sulla arbitrarietà dell’inclusione di Piazza Cavour nella “viabilità principale“, ravvisando un difetto di istruttoria da parte dell’amministrazione. Non è stata riscontrata alcuna motivazione tecnico-amministrativa che giustificasse l’equiparazione di una piazza con giardini e zona pedonale a una strada ad alto scorrimento.

Questa decisione apre nuove prospettive per i numerosi operatori commerciali romani che, in questi anni, si sono visti negare più e più volte, anche di recente, le concessioni per i loro dehors, basandosi su un impianto normativo che il TAR ha ora giudicato viziato alla radice. La battaglia legale tra ristoratori e Campidoglio è tutt’altro che conclusa, ma questa sentenza rappresenta un punto a favore degli esercenti e un monito per una revisione più attenta delle politiche di occupazione del suolo pubblico.