Roma, ‘No’ all’accorpamento delle scuole Sordi e Falcone: 230 famiglie fermano la Regione Lazio

Il Tribunale Amministrativo Regionale del Lazio ha accolto il ricorso presentato da 230 famiglie contro l’accorpamento dell’Istituto comprensivo Alberto Sordi con l’Ic Falcone, nel quartiere Casal de’ Pazzi, IV Municipio. La delibera della Regione Lazio prevedeva la fusione in un unico polo scolastico di circa 1400 studenti, distribuiti su diversi plessi, con l’obiettivo di razionalizzare l’offerta formativa. Una misura che, secondo i ricorrenti, avrebbe penalizzato la qualità dell’insegnamento e aggravato la gestione quotidiana delle attività didattiche.
Il progetto regionale tocca anche Roma
Il piano di dimensionamento scolastico predisposto dalla Regione Lazio mirava a ridurre il numero di istituti sul territorio, unificando realtà considerate troppo piccole. Nel caso di Casal de’ Pazzi, la fusione avrebbe comportato la nascita di una “scuola monstre”, con una popolazione studentesca tra le più numerose del quadrante nord-est della Capitale. L’operazione, prevista già per l’anno scolastico in corso, avrebbe inciso direttamente sull’organizzazione di docenti e personale amministrativo.

La mobilitazione delle famiglie di Roma
La decisione non è stata accolta passivamente. Centinaia di famiglie si sono organizzate in comitati e hanno scelto la strada del ricorso amministrativo per tutelare la scuola di riferimento dei propri figli.
A spingere la mobilitazione è stata la convinzione che un istituto di dimensioni così ampie avrebbe reso più difficile mantenere un rapporto diretto tra genitori, insegnanti e studenti. Le criticità riguardavano anche la dispersione didattica e il rischio di trasformare i plessi in strutture impersonali, poco radicate nel tessuto sociale del quartiere.
Il ruolo del Municipio IV
Il Municipio IV aveva espresso fin da subito parere contrario all’accorpamento. Nei documenti ufficiali, la giunta municipale aveva evidenziato i rischi di un provvedimento ritenuto sproporzionato rispetto alle necessità del territorio.
Nonostante i rilievi, la Regione aveva confermato il progetto, aprendo la strada al contenzioso amministrativo. La sentenza del Tar conferma la validità delle osservazioni sollevate a livello locale e mette un freno a una scelta ritenuta calata dall’alto senza adeguata concertazione.
Una vittoria giudiziaria con riflessi politici
L’annullamento della fusione rappresenta non solo un successo per le famiglie coinvolte, ma anche un precedente che potrebbe incidere sul futuro delle politiche di dimensionamento scolastico nel Lazio. La decisione del tribunale mette in discussione l’impianto complessivo della programmazione regionale e potrebbe aprire la strada a ulteriori ricorsi.
Le opposizioni politiche chiedono ora un ripensamento dell’intero piano, sostenendo che la razionalizzazione non possa avvenire sacrificando la qualità del servizio scolastico.
Le prospettive per il futuro
Con la sentenza del Tar, l’Istituto comprensivo Sordi continuerà a mantenere la propria autonomia, evitando l’assorbimento nell’Ic Falcone.
Rimane ora da capire quali correttivi adotterà la Regione Lazio per rispettare le esigenze dei territori e allo stesso tempo perseguire gli obiettivi di contenimento della spesa. Il caso di Casal de’ Pazzi dimostra come i processi di riorganizzazione scolastica non possano prescindere dal coinvolgimento diretto delle comunità educative.
La Regione Lazio potrà presentare ricorso al Consiglio di Stato contro tale sentenza del Tar del Lazio di primo grado.