Roma, nuova suddivisione in 349 quartieri e rioni, ma problemi atavici: tempismo elettorale o svolta urbanistica?
È ufficiale: ieri, al MAXXI – Museo nazionale delle arti del XXI secolo, il Comune di Roma ha presentato una nuova geografia urbana della città, un restyling cartografico che disegna idealmente ben 327 quartieri, 22 rioni e 104 zone funzionali. Un aggiornamento atteso da quasi 50 anni, visto che ’ultima suddivisione ufficiale di Roma risaliva al 1977, assegnata alle 165 zone urbanistiche dell’era dell’allora sindaco Giulio Carlo Argan. Ma al di là delle cifre e dei proclami che ora vengono fatti, la vera domanda è: che cosa cambierà davvero per chi vive la città ogni giorno?
La nuova mappa
Dopo un lavoro condotto da Università degli Studi di Roma ‘La Sapienza’, Università degli Studi di Roma Tor Vergata, Università degli Studi Roma Tre, l’Istituto Nazionale di Statistica e gli uffici capitolini, la nuova configurazione territoriale viene presentata come risposta necessaria ai mutamenti della città. Una Roma policentrica, con espansione fuori dal Grande Raccordo Anulare, che richiede un aggiornamento di strumenti per la viabilità, i servizi e le infrastrutture. Le mappe saranno consultabili online sul portale GeoRoma e fino al 15 gennaio 2026 i cittadini sono invitati a partecipare con commenti e proposte. Ma saranno poi ascoltati davvero? Perché è vero che la città cresce, ma i problemi sono atavici. Traffico, mobilità inefficiente, strade congestionate, servizi pubblici che faticano a raggiungere le periferie.
Se davvero Roma non è solo numeri da snocciolare, dipenderà da come si tradurranno i dati in interventi concreti: non solo un nuovo contorno cartografico, ma una riqualificazione reale dei quartieri, un incremento della mobilità sostenibile, un trasporto pubblico davvero efficace.
Tempismo elettorale o svolta urbanistica?
La nuova mappa di Roma è arrivata sul tavolo pubblico proprio pochi giorni dopo l’annuncio della ricandidatura di Roberto Gualtieri. Il sindaco di Roma ha infatti appena annunciato che vuole ripresentarsi alle elezioni. E che, per sistemare la città, ci vorranno 10 anni. Un tempismo perfetto. Che dietro questo tempismo ci sia anche una certa strategia elettorale? Non vorremmo che, ancora una volta, diventi il classico “vestito nuovo” indossato per una foto, mentre sotto rimangono gli stessi nodi irrisolti: strade intasate, mezzi pubblici assenti di sera, periferie che aspettano un presidio sociale vero. È come piantare un albero per il video dell’inaugurazione e non garantirne l’irrigazione, come purtroppo già successo: bella immagine, risultato nullo. E nel frattempo chi convive con i problemi quotidiani si ritrova con una nuova etichetta sul quartiere e nessuna soluzione in tasca. Insomma, ben vengano le mappe aggiornate, ma servono anche le soluzioni ai problemi.
Servizi, mobilità, periferie
La nuova configurazione territoriale dovrebbe permettere di “leggere” meglio dove risiedono maggiori anziani, dove cresce la disoccupazione, quali zone hanno carenza di servizi o infrastrutture. Servirà però che quei dati generino finanziamenti mirati, piani per la viabilità fuori dal GRA e potenziamento del trasporto pubblico verso le aree periferiche. Per ora, la definizione “327 quartieri” è suggestiva, ma senza un piano operativo rischia di restare sulla carta.
Una parte del cambiamento riguarda poi la crescita delle zone “oltre GRA”. Circa un terzo dei romani vive al di fuori del Grande Raccordo Anulare, un dato che cambia l’assetto urbano e richiede un cambio di passo anche in termini di accessibilità e servizi. La mappa riconosce questi spazi come parte integrante del tessuto cittadino, ma la vera prova sarà se le infrastrutture(strade, scuole, sanità, trasporti) seguiranno di pari passo. Il rischio è che la nuova numerazione diventi più una riverniciatura che un effettivo ridisegno della città per chi la vive.
In definitiva, Roma presenta un progetto nuovo sulla carta. Mappe interattive, quartieri ridisegnati, zone funzionali aggiornate. Ma la domanda è: seguiranno i “fatti”? Se la nuova mappatura sarà un passo concreto verso la Roma del futuro o soltanto un’operazione di visibilità in vista delle elezioni del 2027, lo scopriranno i cittadini nei prossimi mesi.