Roma, occupazione al liceo Virgilio: sanzioni per 14 studenti, lavori socialmente utili e sospensioni

Sono passati pochi mesi dall’occupazione del Liceo Virgilio di Roma, durata 12 giorni a dicembre 2024, ma le sue conseguenze sono ancora oggi al centro del dibattito scolastico, politico e sociale. Quattordici studenti sono stati raggiunti da provvedimenti disciplinari che prevedono sospensioni da 5 a 20 giorni, accompagnate da lavori socialmente utili e obbligo di frequenza. Una parte di loro sta già svolgendo attività di volontariato in collaborazione con realtà come la Comunità di Sant’Egidio e il Centro Astalli per l’assistenza ai migranti, oppure presta servizio all’interno della scuola stessa.
Accuse di effrazione e danni, ma 3 studenti lasciano il Virgilio
Dagli iniziali 14 studenti identificati, a “scontare” le sanzioni saranno in realtà solo 11, poiché tre di loro hanno deciso di trasferirsi in un altro istituto per evitare che i provvedimenti disciplinari possano compromettere la loro partecipazione all’esame di Stato. Tra questi ci sono due rappresentanti d’istituto e uno studente del Collettivo.

La scuola ha attribuito agli studenti coinvolti l’accusa di aver partecipato all’occupazione e, in alcuni casi, di essere coinvolti direttamente in atti di danneggiamento e effrazione, sulla base di identificazioni da parte dei docenti e dichiarazioni social. In particolare, 4 dei 14 studenti erano rappresentanti in Consiglio d’Istituto, accusati di non aver mediato con gli occupanti nonostante un mandato specifico da parte della dirigente scolastica. Gli stessi rappresentanti sono stati segnalati anche per essere stati erroneamente identificati come portavoce dell’occupazione in un comunicato dell’Ansa, pur non avendo rilasciato dichiarazioni alla stampa.
Il Collettivo Virgilio replica: “Accuse gravi senza prove certe”
In un post pubblicato sui social, il Collettivo Autorganizzato Virgilio ha duramente contestato le modalità con cui sono stati emessi i 14 atti di incolpazione e ha difeso l’operato degli studenti coinvolti. Secondo la loro ricostruzione, 9 studenti sono stati riconosciuti come occupanti da alcuni professori, ma non è chiaro dove e in quali circostanze. Un altro è stato accusato sulla base della sua appartenenza al Collettivo e definito “membro di spicco”.
Il Collettivo sottolinea inoltre che “I documenti riportano le accuse di aver preso parte all’occupazione e di essere conseguentemente implicati negli atti di effrazione e danneggiamento degli ambienti scolastici”. Una posizione ritenuta sproporzionata e non supportata da elementi concreti.
I danni, le cifre e la narrazione contestata
Secondo una relazione tecnica della Città Metropolitana, i danni provocati durante l’occupazione ammonterebbero a circa 60.000 euro, con pareti imbrattate, arredi rotti e segni di piccoli roghi. Tuttavia, nella relazione ufficiale dell’istituto c’è una cifra più bassa, pari a 24.000 euro. Una parte dei fondi necessari è stata recuperata tramite due diverse collette, una organizzata dal Collettivo e l’altra dai rappresentanti dei genitori nel Consiglio d’Istituto.
La vicenda ha scatenato forti divisioni: da un lato, circa 30 genitori hanno protestato in piazza con la preside Isabella Palagi, sostenendo la linea dura contro l’occupazione. Dall’altro, 200 genitori hanno firmato una lettera a sostegno degli studenti, chiedendo un confronto aperto. Anche gli studenti, nel tentativo di difendersi dalle accuse, hanno presentato un dossier fotografico che documenterebbe problemi strutturali preesistenti all’occupazione, smentendo in parte la versione dei danni.