Roma, oggi il sopralluogo tecnico alla Torre dei Conti: “Si può salvare”

Crollo Torre dei Conti

Torre dei Conti a Roma, che fine farà dopo il crollo e, soprattutto, dopo la morte di Octay Stroici, l’operaio romeno rimasto per 11 ore sotto le macerie? Oggi, davanti ai resti, si svolge il sopralluogo tecnico che potrebbe segnare il destino del monumento. Due ingegneri strutturisti di rilievo sono chiamati a misurare sul campo la fragilità della struttura e a individuare le linee d’intervento praticabili: non si discuterà soltanto di pietre e macerie, ma di scelta fra recupero conservativo e soluzioni più radicali. La Soprintendenza del Parco Archeologico del Colosseo e la Sovrintendenza capitolina seguono l’ispezione con attenzione. Oltre alle valutazioni tecniche, pesano la sicurezza pubblica e proprio il ricordo dell’operaio morto a seguito dei cedimenti.

Il sopralluogo alla Torre dei Conti

Sul posto sono attesi professionisti con esperienza in cantieri complessi, come Stefano Podestà, professore associato di Ingegneria civile all’università di Genova, oltre a tecnici della Soprintendenza. L’appuntamento riunisce ingegneri, funzionari e rappresentanti del Comune. Proiezioni, rilievi e fotografie daranno una prima immagine chiara della coesistenza tra parti recuperabili e porzioni ormai compromesse. L’obiettivo immediato è verificare la tenuta dei paramenti murari e la possibilità di intervenire senza demolire l’identità storica dell’edificio.Le soluzioni al vaglio sono strumenti già sperimentati altrove.

Tra le alternative più concrete c’è l’uso di catene e tiranti, collegamenti esterni e interni in grado di trasformare la torre in una sorta di “tutore” strutturale, capace di distribuire i carichi verticali e di limitare ulteriori deformazioni. L’altra operazione chiave consiste nel ben ammorsare i solai alle pareti esterne, per ridare coesione alla scatola muraria. L’idea, spiegano gli esperti, è di creare una “gabbia” che confini e leghi i paramenti esterni e interni, aumentando la capacità resistente della torre senza alterarne la fisionomia. Queste tecniche richiedono però verifiche puntuali: il valore di ogni intervento dipende dallo stato reale delle murature, dalla presenza di vuoti, dall’aderenza della malta e dalla possibilità di ancoraggi sicuri.

Cause e concause dei crolli

Gli accertamenti tecnici cercheranno inoltre di chiarire le cause che hanno portato ai due crolli. Non è escluso che alla fatica della muratura – il degrado dei materiali legante e l’usura secolare – si siano sovrapposte sollecitazioni recenti. Tra queste gli esperti valutano l’ipotesi che la scossa sismica avvertita ad Anzio e nell’area sud di Roma possa aver agito come concausa, aggiungendo tensioni a una struttura già compromessa da infiltrazioni e da anni di micro-vibrazioni. La diagnostica dovrà inoltre accertare se i lavori in corso abbiano influito sui meccanismi di dissesto. Si tratta di una valutazione fondamentale per stabilire eventuali responsabilità tecniche e procedurali.

Sul versante amministrativo la Soprintendenza ha espresso fin da subito una preferenza per un approccio conservativo. Salvare, proteggere e restituire il monumento alla città. Ma le valutazioni non possono prescindere dai vincoli di sicurezza e dai costi di un’operazione di alta ingegneria. Il progetto originario, in parte sostenuto da risorse PNRR, dovrà essere ricalibrato sulla base dei rilievi odierni. Intanto la politica e i cittadini osservano. La Torre dei Conti è percepita non solo come un’opera antica, ma come simbolo del rapporto di Roma con il proprio passato.

Dalla relazione che gli ingegneri consegneranno oggi dipenderà il futuro del monumento. Roma e i romani aspettano risposte, in memoria del passato e di Octay, che è morto a 66 anni lavorando per conservare il monumento di una città che non era nemmeno la sua.