Roma, ok alla rivendita di spezie in area UNESCO: sì della Giunta Gualtieri che prosegue la stretta ‘asfissiante’ sul Commercio

Roma, sullo sfondo, una classica rivendita di Spezie e legumi, in primo piano il sindaco Gualtieri e l'assessore Segnalini e Lucarelli

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Roma ha detto sì. Con la deliberazione n. 355, la Giunta guidata da Roberto Gualtieri (sindaco assente al momento della votazione) ha approvato in via straordinaria l’apertura di una rivendita alimentare in piena area UNESCO, a due passi da Campo de’ Fiori. Una società Sas potrà vendere spezie, legumi, cereali e frutta secca in via Monte della Farina, nonostante i limiti a dir poco stringenti del nuovo regolamento comunale che dal 2023 vieta quasi del tutto nuove aperture di questo tipo. Una deroga pesante, concessa con la formula dell’“attività di qualità”.

La contraddizione politica della Giunta Gualtieri

La decisione non è marginale. Non stiamo parlando di un semplice via libera municipale, ma di un atto della Giunta. La stessa che negli ultimi mesi-anni ha costruito la sua immagine di “custode sempre più severa” del centro storico. Imponendo limiti drastici degli spazi esterni a bar e ristoranti, riducendo le aree per i tavolini all’aperto. Proprio oggi, una sentenza del Tribunale Amministrativo ha annullato l’atto con cui il comune di Roma aveva tolto spazi esterni per tavoli e sedie ad una attività del centro città ad agosto scorso.

Ma la Giunta sta preparando anche una stretta durissima contro le luci a led nelle vetrine come da noi raccontato di recente. Un doppio binario – regole severe e via libera straordinari – che alimenta interrogativi. Da un lato austerità per chi già fatica a sopravvivere, con il contraltare del commercio sempre più spostato nei settori on line, dall’altro aperture eccezionali concesse in deroga.

Il regolamento ‘dei divieti’

La cornice normativa è quella fissata dalla Deliberazione dell’Assemblea Capitolina n. 109 del 2023, che vieta per tre anni nuove attività alimentari nel sito UNESCO, salvo eccezioni di altissima qualità. Eccezioni vaghe, affidate al giudizio di una commissione tecnica e poi alla decisione finale della Giunta. La regola generale resta quella dei divieti: locali non inferiori ai 100 metri quadrati, rigidi vincoli architettonici, chiusura totale alle aperture indiscriminate.

L’eccezione per spezie, frutta secca e legumi

Eppure, la società Sas ha convinto la commissione tecnica di Roma e, infine, la Giunta Gualtieri. Un progetto giudicato “meritevole”. Niente lavori edili, nessun intervento invasivo: questo avrebbe consentito di aggirare la trafila dei pareri della stessa Soprintendenza. Così il dossier è arrivato in Campidoglio, dove è stato promosso a pieni voti.

La stretta “asfissiante”

Il paradosso emerge guardando alle mosse parallele del Campidoglio. Pochi giorni fa la Giunta ha sposato la linea dura del Municipio I contro i led nelle vetrine, giudicati una “deturpazione” del paesaggio urbano. Stop alle luci, stop alla pubblicità digitale, limiti severissimi anche per cartelloni e insegne. Una crociata estetica che molti commercianti definiscono soffocante, soprattutto in un periodo di crisi e concorrenza spietata dell’e-commerce.

Due pesi, due misure?

La sensazione, tra gli operatori del settore, è che la bilancia del Campidoglio oscilli in modo imprevedibile. Da una parte il pugno duro contro chi già lavora nel centro storico, con regole che riducono visibilità e spazi. Dall’altra deroghe speciali che permettono l’apertura di nuove attività, a patto che si vestano del marchio “qualità”. Un marchio che resta però discrezionale, affidato al giudizio politico-amministrativo più che a criteri oggettivi?

La sfida del futuro

La vicenda delle spezie in via Monte della Farina si inserisce in un quadro più ampio: quello di una città che fatica a trovare equilibrio tra tutela del decoro e sostegno al commercio. Roma rischia di diventare un centro vetrina, chiuso a innovazioni e luci moderne, ma allo stesso tempo attraversato da scelte contraddittorie che aprono varchi a nuove attività. L’inchiesta, più che sul singolo negozio, è sulla logica di fondo: quale modello di centro storico di Roma vuole davvero la Giunta Gualtieri?