Roma, ok all’abbattimento urgente di alberi in due Municipi, i cittadini: “Motoseghe più veloci del sito internet del Comune”
La pagina del sito internet “Abbattimento Alberi” del Comune di Roma è ricomparsa, dopo il grave e inspiegabile blackout informativo e comunicativo denunciato dai cittadini e ripreso da Il Nuovo 7 Colli in due occasioni(articolo 1 e articolo 2). Ma il ritorno in funzione della pagina internet del Campidoglio, da quanto segnalatoci dai cittadini e da noi verificato, sembra essere di nuovo la solita ‘foglia di fico’.
Difatti, gli atti e documenti relativi agli abbattimenti urgenti avviati quest’oggi 1° dicembre dal Campidoglio in due Municipi non risultano ancora pubblicati nella sezione che dovrebbe raccogliere avvisi, atti e motivazioni che portano ad accendere le motoseghe. Atti che dovrebbero essere pubblicati, tra l’altro, con 10 giorni d’anticipo( per verificare, basta cliccare alla seguente pagina del sito internet del Comune di Roma). E mentre il Campidoglio riattiva ma solo sulla carta il “menù a tendina”, sparito due mesi fa, sul territorio le motoseghe ripartono velocemente. Anzi: accelerano. Con un nuovo avviso il Dipartimento Tutela Ambientale comunica, in un’altra sezione del sito internet, abbattimenti “a carattere d’urgenza”, richiamando l’articolo 32, comma 2, del Regolamento del Verde.
Parco Petroselli: 29 alberi in sei giorni
Il cuore dell’intervento batte al Parco Petroselli (Municipio IV): qui il Dipartimento indica l’abbattimento di 20 pini “di 1° forza”, 2 eucalipti “di 1° forza” e 7 pioppi “di 1° forza”. La finestra temporale per gli abbattimenti va dal 1 al 6 dicembre 2025. La motivazione è sempre la stessa: alberature sottoposte a perizia agronomica, con VTA (valutazione visiva) e analisi strumentali specifiche: ma i relativi documenti non sono stati resi pubblici.
Via Massimiliano Massimo e Tuscolana: altri 14 abbattimenti
Non c’è solo il parco Petroselli. In via Massimiliano Massimo sono previsti abbattimenti di 2 Pinus pinea, indicati come “piante secche/pericolanti”, con data di esecuzione 1 dicembre 2025 e modalità “in economia”. Poi il Municipio VII, via Tuscolana: qui si parla di 2 Quercus ilex (secche, “morti in piedi”) e 8 Cercis siliquastrum con un quadro descritto come compromesso: carie su branche e colletto, cavità al fusto, ferite “al castello”. Avvio dell’abbattimento “a partire dal 1° dicembre 2025”, così riportano le carte.
“Tutto agli atti”, ma i cittadini dov’è che lo vedono?
“Se il Comune di Roma – ci spiegano i cittadini – sostiene di avere perizie agronomiche, VTA e analisi strumentali già svolte sugli alberi, allora perché gli abbattimenti non vengono pubblicati almeno 10 giorni prima, come prevede l’art. 32 comma 1 del Regolamento del Verde per gli interventi programmati?
Davvero a Palazzo Senatorio – continuano i residenti – pensano che un albero “certificato” come pericoloso possa passare da stabile a crollo inevitabile nel giro di una settimana e mezzo?
Oppure la scorciatoia dell’“urgenza” rischia di trasformarsi nell’escamotage perfetto per non mettere in allerta cittadini, associazioni e comitati, evitando domande, accessi agli atti e contestazioni sul posto”.
Il punto ‘politico, sugli alberi ma non solo
Il punto politico, però, non è solo quanti alberi cadono. È come si spiega e dove si rende verificabile – carte alla mano – ciò che li condanna, per i cittadini. Ma se gli atti restano nelle segrete stanze del Campidoglio e non diventano davvero consultabili, la trasparenza resta, per il Comune di Roma, solo un esercizio incompleto. E il cortocircuito si fa più serio perché sugli abbattimenti romani — come già raccontato — aleggia l’ombra di inchieste e segnalazioni sul cosiddetto “verde fantasma”, tra pressioni di comitati, domande senza risposta e cittadini che chiedono una cosa semplice: carte, relazioni tecniche, motivazioni leggibili. Non annunci generici. Non pagine che spariscono e ricompaiono a intermittenza.
Roma taglia, insomma. Anzi, continua a tagliare sempre di più e con procedure d’urgenza che non trovano riscontro documentale. “Ma nel 2025 – sbuffa una cittadina – in una città dove la fiducia si misura anche con un link funzionante, può essere normale che le motoseghe corrano più veloci dell’informazione e di internet?”.