Roma, ora l’allarme covid viene dal Bangladesh. Allertata l’ambasciata

L’allarme coronavirus a Roma adesso sembra avere una matrice ben precisa. E arrivare massicciamente dal Bangladesh. Sarebbero infatti almeno 11 i casi di persone positive al virus riferibili al Paese asiatico. Anche se i filoni del contagio sembrano diversi e non sovrapponibili. Sei di loro infatti sono arrivati con voli differenti ma tutti partiti dalla capitale Dacca. E tutti con scalo, quindi entra in gioco anche il tema dei controlli. Chi li fa e come funzionano realmente. Perché non è possibile chiedere il distanziamento sociale a tutti in Italia. Minacciare nuovi lockdown se non facciamo i bravi. E poi tenere aperte rotte intercontinentali potenzialmente pericolose. Altri cinque cittadini del Bangladesh invece sarebbero collegati al ristorante di Fiumicino. Dove uno di loro lavorava. Ed è risultato positivo. Così sono iniziati i controlli su tutti gli avventori del locale che lo abbiano frequentato nelle ultime settimane. Si sono presentate circa 800 persone al centro covid indicato dalla ASL competente e otto di loro sono risultate infette. Tra queste, anche i due proprietari della struttura che ovviamente è stata subito chiusa e sigillata. Insieme ad un altro ristorante di proprietà degli stessi gestori sempre nel comune del litorale.

Il cuoco positivo del ristorante di Fiumicino aveva rapporti con l’ambasciata del Bangladesh. Scattati i controlli

Uno dei cittadini del Bangladesh infetti aveva anche rapporti frequenti con l’ambasciata del suo Paese. Che è stata subito allertata. E sarà fatto il tampone a tutti i dipendenti e funzionari della sede diplomatica. E ai frequentatori abituali della struttura. Ma rimangono forti interrogativi su questi nuovi focolai di importazione. Per esempio, per sapere se i sei contagiati partiti da Dacca stessero male anche prima di essere imbarcati. Perché in quel caso non sarebbero proprio dovuti decollare, ne’ arrivare in Italia. Così la questione è diventata anche diplomatica. E il Ministero dei Trasporti e delle Infrastrutture ha chiesto chiarimenti urgenti alla compagnia di bandiera del Bangladesh.

Sei casi in pochi giorni. Ed è psicosi sul covid di importazione 

Sono sei i casi di covid di importazione sicuramente riferibili a recenti voli partiti da Dacca. Ma il problema non è limitato al Bangladesh. Perché arrivano voli da ogni parte del mondo. E non si  capisce bene come vengano effettuati i controlli. Pochi giorni fa è risultato positivo un cittadino italiano tornato dal Messico. In teoria tutti questi viaggiatori partono già con sintomi e febbre. Ma allora perché non fanno la quarantena? E sbarcano da noi già infetti? In più per alcioni Paesi non sono nemmeno chiari i dati del contagio. Per esempio e sempre restando in Bangladesh, le cifre ufficiali parlano di 134 mila casi di covid per quasi 161 milioni di abitanti. Ma le cifre andrebbero verificate. E anche la curva reale di diffusione del contagio. Nella Regione Lazio intanto la parola d’ordine è prudenza. Con controlli mirati nei ristoranti e negli esercizi commerciali dove lavora gente che viene da Dacca. Ma senza creare un conflitto politico istituzionale con quel Paese. La tensione però è alta, e la gente adesso vuole sapere la verità.

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