Roma, parcheggia vicino ai cassonetti e trova un biglietto snob: “Qui siamo al centro!”

Roma, parcheggio davanti ai cassonetti da periferici Prati

Parcheggia in sosta vietata, rientra e trova il seguente biglietto sul parabrezza : Parcheggiare davanti ai cassonetti è da periferia. Qui siamo al centro. Succede nel quartiere Prati, a Roma. Nessuna multa, nessun verbale: solo un messaggio scritto a mano da un residente indignato, lasciato sotto il tergicristallo come richiamo, o forse come lezione di stile urbano.

Ma lo scatto del biglietto, pubblicato dalla pagina Instagram The Roman Post, ha fatto molto più rumore della sosta vietata. La foto è diventata virale e ha immediatamente spaccato i social. In tanti si sono lanciati nella discussione, e – sorpresa – la maggior parte si è schierata con il conducente.

Il web risponde al biglietto: “Non si parcheggia neanche nei garage”

Il tono del messaggio non è piaciuto. “Molto classista e offensivo”, scrive un utente. E una ragazza rincara: “In centro non si trova parcheggio neanche nei garage”.

Il riferimento alla “periferia”, usato per indicare una presunta inciviltà o mancanza di eleganza, ha fatto storcere il naso a molti. “Ok. È il primo municipio ma stai a Prati”, scrive qualcun altro. “Anche dire di essere al centro quando si è a prati, è un po’ da periferici”, ironizza un utente.

La piaga della mancanza di parcheggi a Roma

Al di là del tono giudicante, il vero punto debole resta uno: Roma è una città dove parcheggiare è diventato un incubo quotidiano, anche (e forse soprattutto) nelle zone centrali come Prati. I garage privati sono costosi e spesso pieni, le strisce blu scarseggiano e le regole del codice della strada cozzano con la realtà urbana.

Il biglietto, insomma, ha colpito un nervo scoperto. Non solo per il modo, ma per ciò che implica: un giudizio sociale su chi, pur di non girare ore in auto, lascia la macchina dove può. Tra urbanistica inadeguata, traffico infernale e inciviltà diffusa, la vera notizia è che l’indignazione viene scaricata sui tergicristalli, invece che sulle politiche di mobilità.