Roma, parchi di Testaccio chiusi da mesi, bimbi senza aree gioco

A Testaccio, quartiere storico di Roma, due parchi simbolo della vita di comunità restano chiusi da settimane e mesi, lasciando bambini e famiglie senza spazi dedicati al gioco e al tempo libero. Il parco Pertica e il giardino di piazza Santa Maria Liberatrice sono ormai praticamente inaccessibili: uno chiuso tutte le domeniche, l’altro fermo a causa di lavori che sembrano interminabili. La situazione sta creando frustrazione tra i residenti, che denunciano una mancanza di trasparenza e gestione efficace.
Parco Pertica: il degrado che isola
Il parco Pertica, uno dei pochi polmoni verdi del quartiere, ha cambiato gestione negli ultimi mesi a seguito di segnalazioni dei residenti. In passato, infatti, la struttura rimaneva aperta fino a tarda notte ed era frequentata da soggetti poco raccomandabili. Il nuovo assetto avrebbe dovuto garantire maggiore sicurezza, ma secondo chi vive in zona, la manutenzione resta insufficiente. Sporcizia e incuria caratterizzano gli spazi, mentre la decisione di non aprirlo la domenica ha privato i bambini dell’unico giorno in cui il parco potrebbe registrare maggiore frequentazione. Il risultato è un’area verde che, invece di essere cuore pulsante della socialità, appare abbandonata e poco sicura.

Santa Maria Liberatrice: lavori fermi e incertezze
Il giardino di piazza Santa Maria Liberatrice, invece, è chiuso da mesi per lavori che avrebbero dovuto terminare settimane fa. Dall’esterno, i cantieri appaiono bloccati, senza segnali di progressi imminenti. Questo ritardo alimenta interrogativi e preoccupazioni tra i residenti, che temono un’ulteriore prolungata chiusura.
In passato, l’area era gestita dai volontari del quartiere, ma incompatibilità organizzative con il Comune avevano costretto a interrompere il progetto. Il timore è che la riapertura futura possa non essere sufficiente a ricreare il tessuto sociale che un tempo animava il parco, punto di incontro fondamentale per le famiglie della zona.
Residenti in attesa di risposte
La popolazione di Testaccio chiede chiarezza. Molti genitori si trovano costretti a cercare spazi alternativi, spesso lontani dal quartiere, per permettere ai bambini di giocare all’aperto. La mancanza di comunicazioni ufficiali dal Comune alimenta frustrazione e preoccupazione, con l’impressione di un’abbandono sistematico dei parchi pubblici. I cittadini segnalano che la chiusura della domenica, giorno di maggiore afflusso, riduce drasticamente le possibilità di socializzazione per i più piccoli, lasciando intere famiglie senza riferimenti comunitari.
L’attenzione delle istituzioni
Di fronte alle proteste dei residenti, alcune istituzioni locali stanno cercando di intervenire. La consigliera Federica Festa ha dichiarato di voler chiarire lo stato dei lavori e la gestione dei parchi, con l’obiettivo primario di tutelare i bambini del quartiere. L’attenzione si concentra soprattutto sul diritto dei più piccoli ad avere spazi sicuri dove crescere e socializzare, un aspetto essenziale per la qualità della vita urbana.
La protesta dei cittadini
Il malcontento dei residenti si sta trasformando in mobilitazione civica. La chiusura prolungata dei parchi, unita al mancato aggiornamento sulle tempistiche dei lavori, ha portato alcuni cittadini a valutare la possibilità di azioni legali per interruzione di pubblico servizio. L’obiettivo dichiarato è ottenere risposte concrete e tempi certi per la riapertura, restituendo al quartiere i luoghi di incontro che rappresentano una componente essenziale della vita comunitaria.
Uno sguardo al futuro
Se non verranno adottati interventi rapidi, i bambini di Testaccio rischiano di affrontare un’estate senza spazi sicuri per il gioco. La chiusura prolungata dei parchi non è solo un problema logistico: è una ferita al tessuto sociale del quartiere, che negli anni aveva trovato nei giardini pubblici luoghi di crescita, aggregazione e svago. La riapertura dei parchi, accompagnata da una manutenzione regolare e da una gestione trasparente, rappresenta oggi una priorità imprescindibile per le famiglie e la comunità intera.